mercoledì 1 luglio 2015

Una Figata Pazzesca la Radeon R9 390X 8GB - Leggi la Recensione



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Su carta, la sfida a cui si sono trovati di fronte gli ingegneri di AMD dev'essere sembrata formidabile. Dopo aver affrontato GTX 780 Ti e Titan, il produttore è rimasto chiaramente competitivo con la Radeon R9 290X fino all'arrivo di GTX 970 e GTX 980, entrambe più prestanti del meglio della linea AMD pur potendo contare su ampi margini di overclocking. Con la serie 300, l'azienda doveva eguagliare o surclassare gli eccellenti prodotti di Nvidia, e per di più usando componenti esistenti. Dubitavamo che fosse possibile, ma i benchmark ci hanno smentito: AMD ce l'ha fatta.

È un'impresa notevole tenendo presente che tutto lascia intendere che la R9 390X sia più di una versione overclockata della 290X. AMD ha denominato la serie di chip 300 'Grenada', ma un confronto diretto suggerisce che si tratti della tecnologia esistente Hawaii con un semplice overclock di 50MHz, portato a 100MHz nel caso della versione MSI Gaming qui recensita. Ci sono già state delle 290X overclockate, ma nessuna di esse ha impensierito la GTX 980, quindi dev'essere cambiato qualcos'altro per ottenere le prestazioni qui rilevate.

Sembra che il motivo stia nella banda di memoria. La R9 290X utilizza GDDR5 a 6000MHz, più veloce del 20% rispetto alla 290X (e ulteriormente overrclockata a 6100MHz in questa scheda MSI), come risultato del passaggio di AMD a un più prestante modulo di memoria Hynix. Come bonus, il produttore ha deciso di raddoppiare la memoria disponibile arrivando a 8GB. Superfluo? Al momento sì, ma in un mercato in cui molte conversioni da console richiedono 3GB per reggere i 1080p, chissà cosa potrà accadere nei mesi e negli anni a venire, specialmente considerando che schede come la R9 390X sono realizzate per gestire risoluzioni molto più affamate di memoria dello standard full HD.

Ovviamente c'è solo un problema: il calore. Il chip Hawaii di AMD è noto per consumi e temperature elevati, una situazione che non è stata migliorata dai design reference proni al surriscaldamento inviati dall'azienda alla stampa. In realtà, costruttori come MSI, Sapphire e ASUS hanno imparato a gestire l'architettura Hawaii entro pochi mesi, raffinando i propri dissipatori e riducendo drasticamente le temperature, eliminando così il throttling delle prestazioni.

 

 Il design meno soggetto a surriscaldamento della nostra scheda MSI è dotato di un dissipatore molto corposo e doppie ventole, sufficienti secondo l'azienda a dissipare il calore generato da 500W. Nei nostri test, con la scheda esposta all'aria aperta, le temperature non sono mai andate oltre i 73°. È un ottimo risultato, sufficiente da permettere a MSI di overclockare il design già overclockato, ma resta il fatto che il chip è ora ancora più affamato di energia. Il dissipatore di MSI si occupa del calore, che però deve andare da qualche altra parte, quindi assicuratevi che il vostro case abbia un buon flusso d'aria.


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