mercoledì 28 dicembre 2022

GLASS ONION - KNIVES OUT

martedì 27 dicembre 2022

sabato 10 dicembre 2022

SVEGLIAMI A MEZZANOTTE

domenica 27 novembre 2022

DIABOLIK - GINKO ALL'ATTACCO

sabato 26 novembre 2022

THE MENU

domenica 13 novembre 2022

TORI E LOKITA

sabato 5 novembre 2022

LA STRANEZZA

AMSTERDAM

martedì 27 settembre 2022

VENEZIA 79: MASTER GARDENER

lunedì 19 settembre 2022

VENEZIA 79: ATHENA

VENEZIA 79: BONES AND ALL

domenica 18 settembre 2022

VENEZIA 79: L'IMMENSITA'

VENEZIA 79: UN COUPLE

sabato 17 settembre 2022

VENEZIA 79: L'ORIGINE DU MAL

giovedì 15 settembre 2022

VENEZIA 79: PADRE PIO

martedì 13 settembre 2022

lunedì 12 settembre 2022

VENEZIA 79: TÀR

domenica 11 settembre 2022

VENEZIA 79: LIVING

sabato 10 settembre 2022

VENEZIA 79: PRINCESS

venerdì 9 settembre 2022

VENEZIA 79: WHITE NOISE

sabato 27 agosto 2022

CRIMES OF THE FUTURE


Più che la nuova carne, il verbo che cerca di conoscerne il mistero. Con Crime of the Future David Cronenberg continua a raccontare Interzone ma questa volta la visione rimane in parte frenata dalla complessità della sua stratificazione. Cronenberg non smette di ricordarci dove ci sta portando la nostra ansia di immortalità. Nel farlo non inventa ma pesca a piene mani dal repertorio del proprio cinema. Una summa cinematografica più affascinate che bella. Viggo Mortensen Lea Seydoux e Kristen Stewart prestano le ombre dei loro corpi all’immaginario del regista canadese in un tripudio di emozioni intellettuali.


Carlo Cerofolini

NOPE

venerdì 19 agosto 2022

lunedì 8 agosto 2022

venerdì 5 agosto 2022

venerdì 29 luglio 2022

ELVIS

THE GRAY MAN

giovedì 28 luglio 2022

TOP GUN: MAVERICK

giovedì 14 luglio 2022

LA CENA PERFETTA

venerdì 8 luglio 2022

STRANGER THINGS 4 VOLUME 2

martedì 28 giugno 2022

IL NIDO (EL NIDO)

martedì 31 maggio 2022

STRANGER THINGS 4 VOLUME 1

domenica 17 aprile 2022

Un Eroe

Un Eroe

di Asghar Farhadi

con Amir Jadidi, Sarina Farhadi

Francia, 2022

genere, drammatico

durata, 127'


Costruito sul gioco di punti di vista, ogni volta in grado di rimettere in discussione il divenire dei fatti, quello di Asghar Farhadi è per antonomasia un cinema spiazzante, il cui pregio non sta solo nel documentare la realtà del proprio paese ma di interpretarla chiamando in causa quella dello spettatore. Scarnificando il paesaggio dagli alibi della sovrastruttura, non solo i personaggi ma anche chi guarda è costretto a compiere una scelta (ideale), decidendo da che parte stare in base al proprio sistema di valori. Se il film d’autore contemporaneo - per esempio Sundown, l’ultimo film di Michel Franco - ne racconta la mancanza e il caos che ne consegue, Farhadi è uno dei pochi che opera in senso opposto, mettendo in scena un mondo capace di reagire al cupio dissolvi attraverso il codice etico e morale a cui si appellano le coscienze per sopravvivere a torti e ingiustizie. Guardare Un eroe vuol dire riprendere in mano i fondamentali della propria esistenza e capire chi siamo diventati. Forse anche per questo non ha avuto la stima che meritava.

Carlo Cerofolini

giovedì 14 aprile 2022

Spencer

Spencer

di Pablo Larrain

con Kristen Stewart

Germania, Cile, Regno Unito, 2022

genere, drammatico 

durata 117


 “Lasciate ogne speranza, voi ch’intrate". I versi danteschi ben si addicono alle prime immagini di Spencer in cui Lady Diana si accinge a varcare la soglia di quella che di li a poco diventerà la sua prigione. Abbandonata dai vivi e costretta ai fantasmi delle proprie paure, la Principessa si muove in un limbo di anime esangui e paesaggi desolati messi in scena da Pablo Larrain come elementi di una moderna Divina Commedia. A suggellare la dimensione ultraterrena della storia le immagini finali, di tenore opposto rispetto a quelle della cronaca, con l’ultima corsa (in macchina) di Lady Diana destinata a lasciarsi indietro le ombre per diventare il viatico di un percorso di luce e dunque di un ritorno alla vita. Come Daniel Day Lewis in Lincoln, Kristen Stewart costruisce la magistrale interpretazione a partire dall’uso dello strumento vocale, qui scandito dalla matrice regale della dizione inglese.

Carlo Cerofolini




mercoledì 13 aprile 2022

Una vita in fuga

Una vita in fuga

di Sean Penn

con Sean Penn, Dylan Penn

USA, 2022

genere, drammatico

durata, 107'


Il cinema di Sean Penn dichiara da sempre la sua appartenenza all’anima più vera e profonda del paesaggio americano, quella dei grandi spazi e della wilderness nella quale sono destinate a perdersi la coscienze dei suoi protagonisti. Una vita in fuga (Flag Day) non fa eccezione spingendo il piede sull’elemento autobiografico, anche questa volta ripreso senza vie di mezzo, attraverso una messinscena epica e febbricitante come la personalità dell’autore, il quale, dirigendo se stesso si produce in uno stream of consciousness privo di freni inibitori. Eccessivo e perdente come i losers bukowskiani, Penn non risparmia nulla prima di tutto a se stesso e poi agli altri. Con il passare del tempo è sempre più chiaro come i suoi film siano prima di tutto una sorta di confessionale in cui il regista si adopera per mettere a punto la propria penitenza. Anche se oggi appare fuori moda la sua voce merita ancora di essere ascoltata.

Carlo Cerofolini

martedì 1 marzo 2022

BELFAST

lunedì 28 febbraio 2022

ASSASSINIO SUL NILO

domenica 27 febbraio 2022

DRIVE MY CAR

martedì 15 febbraio 2022

GLI OCCHI DI TAMMY FAYE

giovedì 27 gennaio 2022

IL POTERE DEL CANE

lunedì 17 gennaio 2022

AMERICA LATINA

giovedì 13 gennaio 2022

Una famiglia vincente - King Richard

 Una famiglia vincente - King Richard

di Reinaldo Marcus Green

con Will Smith

USA, 2022

genere, drammatico, sportivo


Ai film costruiti per fare incetta di nomination, quelli capaci di cavalcare l’onda senza farsene accorgere, se ne accompagna una tipologia meno conosciuta ma altrettanto efficace, costruita con l’unico obiettivo di far risaltare il personaggio principale e chi lo interpreta.
Da una parte dunque film come “Il potere del cane”, capaci di spalmare la vena autoriale sulle diverse componenti del loro dispositivo, dagli attori alla fotografia, dai costumi alla sceneggiatura e più di tutti a chi ne è “padrone”, dall’altra, prodotti quali “Una famiglia vincente”, in cui tutto sembra ordinato e giustapposto in funzione del mattatore di turno. Nel caso specifico Will Smith, chiamato a interpretare il (famoso) padre delle sorelle più vincenti del tennis, capaci di sommare qualcosa come 123 tornei, Grande Slam compresi.
Imitando la realtà ma neanche troppo (alcuni degli aspetti più controversi della questione vengono lasciati fuori, oppure come si conviene a un film mainstream, accennati in maniera addolcita, King Richard (questo il titolo originale, ndr) ha un unico obiettivo, quello di mettere in risalto non tanto le imprese tennistiche delle sorelle Williams, quanto l’onnipotenza del loro genitore, un vero e proprio desposta quando si tratta di programmare il futuro tennistico ma anche esistenziale delle campionesse in nuce.
Contando sulla planetaria notorietà dell’argomento e sulla gesta di Venus e Serena, ancora attive sui campi da tennis di tutto il mondo, e dunque potendo lasciare ai margini del racconto le immagini del repertorio sportivo senza il rischio di attenuarne la straordinarietà, “Una famiglia vincente” diventa il racconto esistenziale di un sogno americano molto simile a quello con cui Smith aveva sfiorato la vittoria dell’Oscar. Una ricerca della felicità, quella di Richard Williams che appassiona non solo per la caparbietà di portare avanti una scommessa impossibile con metodi di cui lo stesso è rimasto unico antesignano, ma soprattutto per il fatto di trascinarsi dietro l’empatia che da sempre accompagna il riscatto degli umiliati e offesi a cui il nostro apparteneva di diritto.
Per farlo il regista Reinaldo Marcus Green apparecchia uno spettacolo in cui linearità narrativa e montaggio invisibile sono le armi per non togliere il protagonista dalla centralità del quadro, esaltandone le caratteristiche di eccezionalità.
Edificante ed edulcorato quanto basta per non interrompere il feeling con lo spettatore “Una famiglia vincente” ci accompagna senza sussulti ma con grande scioltezza al traguardo finale, non prima di aver fatto fare un figurone al suo primo interprete, artefice di una recitazione manierata ma puntuale nel restituire l’immagine di un uomo controverso ma vincente, almeno per quanto riguarda l’apprendistato della sue bambine. Il film è godibile ma dimenticabile. A parte Will Smith che ricorderemo per aver vinto il suo primo Oscar come migliore attore protagonista. Non è sicuro ma molto probabile.
Carlo Cerofolini

WEST SIDE STORY

mercoledì 12 gennaio 2022

HOUSE OF GUCCI

sabato 8 gennaio 2022

LA CROCIATA

giovedì 6 gennaio 2022

LE CLASSIFICHE DE ICINEMANIACI 2021

 Carlo Cerofolini




1. Il buco (Michelangelo Frammartino)

2. Due donne - Passing (Rebecca Hall)

3. Il collezionista di carte (Paul Schrader)

4. First Cow (Kelly Reichardt)

5. Scompartimento n. 6 (Juho Kuosmanen)

6. Maternal (Maura Delpero) 

7. Nuevo Orden (Michel Franco)

8. Collective (Alexander Nanau) 

9. Ariaferma (Leonardo Di Costanzo) 

10. I giganti (Bonifacio Angius)


 

- miglior regia: Rebecca Hall  (Due donne - Passing)

- miglior attore: Oscar Isaac (Il collezionista di carte)

- miglior attrice: Teresa Saponangelo (Il buco in testa)

- miglior sceneggiatura: Paul Schrader (Il collezionista di carte)

- migliore colonna sonora: Luigi Frassetto (I giganti)

- migliore fotografia: Matteo Cocco (Occhi Blu) 

- miglior montaggio: Walter Fasano (Beckett) 

- miglior opera prima: Due donne - Passing (Rebecca Hall), Occhi Blu (Michela Cescon)

- migliore attore rivelazione: Filippo Scotti (E’ stata la mano di Dio) 



Veronica Ranocchi






1. È stata la mano di Dio (Paolo Sorrentino)

2. Freaks Out (Gabriele Mainetti)

3. Luca (Enrico Catarrosa)

4. Passing (Rebecca Hall)

5. Una donna promettente (Emerald Fennell)

6. Illusioni perdute (Xavier Giannoli)

7. La scelta di Anne- L’événement (Audrey Diwan)

8. Qui rido io (Mario Martone)

9. One second (Zhang Yimou)

10. Il collezionista di carte (Paul Schrader)


 

- miglior regia: Paolo Sorrentino (È stata la mano di Dio)

- miglior attore: Oscar Isaac (Il collezionista di carte)

- miglior attrice: Jodie Comer (The Last Duel)

- miglior sceneggiatura: Gabrlele Mainetti (Freaks Out)

- miglior fotografia: Daria D’Antonio (È stata la mano di Dio)

- miglior montaggio: Giōrgos Lamprinos (The Father – Nulla è come sembra)

- miglior colonna sonora: Steven Price (Last Night in Soho)

- miglior film italiano: È stata la mano di Dio

- miglior inedito: Erasing Frank (Gábor Fabricius)

- miglior serie tv: Strappare lungo i bordi/Only Murders in the building

- miglior film d’animazione: Luca



TFK





1. The Velvet Underground (Todd Haynes)

2. Days (Tsai Ming-liang)

3. First cow (Kelly Reichardt)

4. Titane (Julia Ducournau)

5. Petit maman (Cèline Sciamma)

6. The card counter (Paul Schrader)

7.  No sudden move (Steven Soderbergh)

8. France (Bruno Dumont)

9. Sir Gawain e il Cavaliere Verde (David Lowery)

10. La mappa delle piccole cose perfette (Ian Samuels)




Qualche altra cosa.


Film: "Ham on rye"; "Il colore venuto dallo spazio"; "Better days"; "The suicide squad"; "Adolescentes"; "Un altro giro"; "L'ultimo yakuza"; "Pig"...


Serie tv: "The North water"; "Gentleman Jack"; "Raised by wolves"; "Wandavision"; "La regina degli scacchi"; "Get back"; "Dopesick"; "Two weeks to live"; "The good Lord bird"; "The investigation"...

martedì 4 gennaio 2022

ILLUSIONI PERDUTE