Tuo, Simon
di Greg Berlanti
con Nick Robinson, Josh Duhamel, Jennifer Garner
USA 2018
genere, Commedia, drammatico, sentimentale
durata, 110’
Simon Spier (Nick Robinson) è un diciassettenne che ha una vita ordinaria, una famiglia che lo ama e tanti amici, ma ha un segreto: è gay ma non riesce a dichiararlo.
Inizia per caso a scambiare messaggi via email con uno sconosciuto probabile coetaneo di cui non conosce l'identità e che si nasconde sotto lo pseudonimo di "Blue". Il tutto a poco a poco si trasforma in un vero e proprio innamoramento, pieno e passionale. Ma qualcosa di non calcolato potrebbe radicalmente modificare la vita di Simon: un'email destinata a Blue nelle mani sbagliate potrebbe far diventare di pubblico dominio quello che è il suo segreto.
La nuova commedia drammatica di Greg Berlanti, tratta dall'omonimo romanzo "Love, Simon" di Becky Albertalli è una divertente e commovente storia adolescenziale su quell'eccitante fase della vita in cui si ricerca se stessi e si scopre per la prima volta l'amore. Il regista è apertamente gay ed ha già lavorato in “Tre all'improvviso” (2010) e “Il club dei cuori infranti” (2000), ma è principalmente conosciuto come sceneggiatore e produttore della serie tv “Dawsons's Creek”.
“Tutti meritano una grande storia d'amore”. Con questa frase il film si presenta e viene pubblicizzato, portato all’attenzione del suo pubblico. Un pubblico adolescenziale sicuramente di primo acchito, ma non solo. Si perché le storie d’amore – le grandi storie d’amore (o forse anche le piccole, se ne esistono poi di “piccole”) non sono mai facili, non hanno mai vita facile. E così avviene nel caso del diciassettenne Simon, protagonista di “Tuo, Simon”, il nuovo film diretto da Greg Berlanti.
Nick Robinson ritorna sul grande schermo dopo “Noi siamo Tutto” ed ancora interpretando e vivendo una coinvolgente storia d’amore. Un Amore stavolta non più impedito da una malattia della propria ragazza, la SCID (Severe Combined Immuno deficiency), ma reso difficile dalla Diversità, dall’essere fuori dalle righe. E’ infatti un amore omosessuale, e per Simon la paura di essere giudicato ed emarginato dai propri amici e dalla sua scuola è più forte del desiderio di fare “coming out”. Un Amore dunque che non può essere gridato al mondo, ma che trova la sua espressione in uno scambio epistolare di altri tempi, con email intense e vibranti con un altro ragazzo che si firma con un nickname “Blue”. Blue in inglese significa infatti “triste”: la tristezza consiste nel fatto di non potersi rivelare al mondo, di non poter mostrare la propria natura, le proprie ali di farfalla.
Una tristezza che sente anche Simon e che condivide con Blue nelle email, mentre tutto il mondo intorno a loro non nota la metamorfosi in atto ed il dolore costante di non poter mostrare la loro anima vera e iniziare a volare per davvero.
Blue come Simon non vuole rivelare la sua vera identità, è intrappolato nella paura delle convenzioni, del bullismo dilagante anche al liceo, preferisce proteggersi dietro lo schermo di un computer.
Ma è lo scambio epistolare che lentamente li porterà ad una nuova consapevolezza, a mostrare alla loro comunità di essere cigni e non brutti anatroccoli. Lentamente ma inesorabilmente riusciranno ad esprimere se stessi nella loro modalità e nel momento per loro ritenuto opportuno.
Così come faceva Maddy la protagonista in “Noi siamo tutto”, Simon trova la forza di cambiare al punto che non ha paura più di volare per davvero su quella ruota panoramica che faceva sentire spesso Blue bloccato, come sospeso nell’aria, senza riuscire ad andare né avanti, né indietro. Perché ancora una volta come diceva Maddy “La differenza tra sapere e vedere con i propri occhi è la stessa che c’è tra sognare di volare e volare per davvero”.
L’amore che si schiude e si intensifica attraverso la mente prima ancora di essere sentito con il corpo. E le email scambiate diventano una lunga e appassionata lettera d’amore, in cui a volte Blue e Simon sembrano lasciarsi per sempre per poi invece riprendersi, quasi in una danza passionale e struggente in cui l’uno non può veramente fare a meno dell’altro.
Si perché le email altro non sono se non interminabili lettere d’amore, dichiarazioni dei propri sentimenti anche se non stigmatizzate su un foglio di carta come un tempo. Alla fine – sempre grazie alle email – verrà offerta una soluzione a Simon su come poter abbandonare la propria vecchia pelle per abbracciare e riconoscere la sua diversità e potersi alzare in volo. Su quella ruota panoramica. Senza più paura.
Michela Montanari
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