mercoledì 11 novembre 2015

NEED FOR SPEED: RECENSIONE

Ghost Games rilancia una delle pietre miliari di casa EA provando a soddisfare gli utenti che a gran voce hanno richiesto velocità, open world e personalizzazione per il nuovo Need for Speed. Sicuramente l’impresa non è stata semplice e di seguito ne analizzeremo ogni aspetto.
Come in ogni NFS che si rispetti vestirete i panni di un novizio appena giunto a Ventura Bay, città di pura fantasia ispirata a Los Angeles, dove entrerete in contatto con un gruppo di ragazzi appassionati di auto e di tuning. La vostra scalata al successo inizia proprio dopo aver conosciuto Spike, Robin, Manu, Travis ed Amy; ognuno di loro ha un proprio stile di guida ed è in grado di condurvi nella cerchia dei reali guru delle corse underground come Magnus Walker, Ken Block, Nakai-san, Risky Devil e Morohoshi-san.
E’ possibile correre lungo la fitta rete stradale di Ventura Bay sin dall’inizio del gioco e senza alcuna limitazione. Gli eventi appaiono colorati in modo differente e secondo lo stile di chi li propone; è a vostra discrezione scegliere a quali prendere parte per primi. Derapate, touge, gare sprint e prove a tempo hanno lo scopo unico di far aumentare la fama del giocatore ma soprattutto i soldi nel suo portafogli.


La popolarità infatti non sbloccherà soltanto nuove gare ma anche le modifiche applicabili alle quattro ruote. Per rendere il gioco alla portata di tutti, Ghost Games ha inserito 21 veicoli differenti che di fatto possono singolarmente portarvi alla vittoria di tutte le sfide proposte. Insomma, è solo una questione di cash e di settaggi del modello di guida. Una Mazda Rx-7, se modificata al massimo, può essere abbastanza competitiva contro con una Ferrari F40, basterà poi giocare con le relative opzioni per far si che la macchina sia più propensa alle derapate oppure a rimanere rigida come un sasso.
Tuttavia, trovare il giusto equilibrio richiede diverse prove su strada e non è per nulla certo che basti. Abbiamo avuto modo di constatare come un settaggio full drift, o parzialmente drift, sia ottimo per qualsiasi tipo di gara. Il sistema di guida prettamente arcade di Need for Speed diventa ingestibile se si tende a regolare la meccanica dell’auto verso l’opzione “aderenza”. In quel caso, infatti, l’auto rimane salda all’asfalto nei rettilinei ma tende a farvi piantare contro il guardrail alla prima curva.
L’intelligenza artificiale degli avversari diventa nettamente più competitiva passate le prime cinque/sei ore di gioco, ovvero quando a scendere in pista sono auto di un certo livello. Non mancano poi gli inseguimenti con la polizia; quest’ultima è meno persistente rispetto ai NFS passati e tuttavia in grado di dare filo da torcere agli amanti dello stile “Outlaw”.
La collaborazione con i ragazzi di SpeedHunters ha contribuito alla scelta dei bolidi da inserire nel titolo ed anche nelle modifiche che è possibile apportare ad essi. Sebbene vi sia un buon numero di parti meccaniche atte ad aumentare prestazioni e cavalli dell’auto, siamo rimasti un po’ delusi per il numero di quelli estetici i quali, in alcuni casi, si limitano ai soli kit estetici. Abbiamo comunque apprezzato la possibilità di verniciare ed applicare gli stickers in qualsiasi parte della carrozzeria, permettendoci di creare livree personalizzate e quindi uniche.


Dal punto di vista tecnico Need for Speed vanta una grafica che rasenta il fotorealismo con ottime texture ed un sistema di illuminazione credibile. Ventura Bay, nonostante la sua moderata vastità, risulta un po’ anonima, piatta. Questo è dovuto anche al fatto che la metropoli è sovrastata da un perenne buio, dalla quasi assenza di traffico e da un’incessante pioggia. Ottime le cut-scene dove vengono saggiamente mescolati attori in carne ed ossa con gli scenari ingame. Il doppiaggio è completamente in italiano anche se a fare da padroni sono i rombi delle auto, musica per le orecchie dei tuners virtuali e non.
In conclusione, Need for Speed è riuscito ad accontentare tutti coloro i quali volevano una sorta di ritorno ai capitoli Underground, d’altro canto però il gioco presenta carenza di contenuti. Certamente non speravamo in una trama da oscar – la storia risulta ad ogni modo piuttosto interessante da seguire – ma una volta modificata l’auto e battuta l’intera Ventura Bay al giocatore resta davvero poco da fare. Tra l’altro, per giocare a Need for Speed occorre essere sempre connessi alla rete, ragion per cui chi accusa disservizi o non ha proprio una connessione è costretto ad evitarne l’acquisto. Le sessioni di gioco, inoltre, sono composte da un massimo di otto giocatori, troppo pochi per arricchire l’esperienza online. In poche parole, si ha come la sensazione di giocare da soli e non vi è alcuna possibilità di creare facilmente lobby o gare personalizzate. Anche le modifiche estetiche all’auto, come abbiamo accennato qualche riga fa, sono veramente poche rispetto al passato, costringendo il giocatore a ripiegare sulle livree per discostarsi dalla massa. Ghost Game ha da poco annunciato che i DLC futuri di Need for Speed saranno totalmente gratuiti e frequenti, ci auguriamo che siano anche sostanziosi! Stasera si corre.

Claudio Favorito [Dogghy]

VOTO DI GAMERSHQ: 7



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