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di Rob Fahey Pubblicato 10/10/2015
Shuehei Yoshida, capo di Sony Worldwide Studios, ha recentemente detto che il clima non è sano per l'uscita di una nuova console portatile erede di PlayStation Vita. Una cosa forse ovvia, che però costituisce una notizia se annunciata dai vertici di un'azienda così importante.
Le possibilità che Sony rilasci nel prossimo futuro un nuovo hardware da gioco portatile sono considerate bassissime da tutti, al punto che non ci si è mai neppure interrogati sull'aspetto e le feature che un'eventuale prodotto del genere potrebbe avere. Eppure se a dirsi scettici sono commentatori e analisti di mercato è un conto; tutt'altra cosa è quando a farlo è un manager famoso e importante come Yoshida. La fine dell'esperienza portatile per il marchio PlayStation (un'avventura iniziata nel 2003 con l'annuncio di PSP) non arriverà fino a quando PS Vita non sarà uscita completamente di scena ma le dichiarazioni di Sony rendono evidente a tutti che l'azienda ha ufficialmente smesso di investire sulla piattaforma.
Ciò non significa che all'interno della compagnia manchino l'affetto e la stima per PS Vita, come confermano i tweet dello stesso Yoshida, che si dichiara avido giocatore di molti dei suoi titoli. Anche dopo che le scarse vendite hanno sostanzialmente reso la console impraticabile per lo sviluppo di titoli tripla-A, Sony ha comunque fatto un buon lavoro nel rendere la sua piattaforma attraente nei confronti degli sviluppatori indipendenti (molto del successo di PS4 nel settore indie, probabilmente, si deve proprio all'esperienza e alle relazioni già maturate con PS Vita). Anche solo per questo motivo, è un peccato che la console sembri destinata ad essere l'ultima della sua specie. In fondo, ci sono titoli che semplicemente funzionano meglio su un hardware portatile, e sviluppatori che si trovano perfettamente a loro agio a creare titoli pensati per il gaming mobile.
Shuehei Yoshida, capo di Sony Worldwide Studios, ha fatto capire che al momento la PlatStation Vita non avrà un seguito.
Yoshida, però, ha ragione: i nuovi re del gioco mobile sono gli smartphone. Non offriranno un'esperienza di controllo profonda come quella di PSP e PS Vita, ma sono diffusissimi, più potenti e versatili, vengono aggiornati più spesso e ognuno di noi li porta sempre con sé. Come lo stesso Yoshida ha detto, i tasti e gli stick fisici sono importanti per controllare un videogame ma quando la concorrenza può contare su un eccellente schermo multi-touch, accelerometri e un processore più veloce di quello che molti laptop montavano fino a pochi anni fa (il tutto in un dispositivo che circa ogni due anni viene sostituito dall'utente con un modello nuovo e più avanzato), avere il sistema di controllo migliore non è più sufficiente per vincere il cuore di molti consumatori. Se pure Sony proponesse domani una PS Vita 2 capace di sopravanzare l'iPhone 6S, nel giro di un anno Apple, Samsung e tutti gli altri rilancerebbero tornando in testa alla corsa.
Con questo non s'intende dire che la battaglia sia necessariamente persa in partenza. Nonostante l'avvento degli smartphone, Nintendo è riuscita a piazzare un certo numero di 3DS. Lo ha fatto però seguendo la filosofia ormai tipica dell'azienda, e cioè rinunciando alla concorrenza diretta, puntando sull'unicità della sua piattaforma e sui bassi costi, piuttosto che ingaggiare una battaglia tecnologica contro le altre piattaforme (inclusa PS Vita).
Ovviamente, Nintendo ha anche prodotto una grande quantità di eccellente software per la sua console, da sempre uno dei suoi maggiori punti di forza; titoli per giunta molto popolari tra i più giovani che (almeno in Giappone, il miglior territorio per il 3DS) non sono grandi utilizzatori di smartphone e non hanno carte di credito per effettuare micro transazioni nei titoli free-to-play. PS Vita, invece, era indirizzata proprio a quel mercato "adulto" che ormai è completamente saturato da tablet e smartphone.
PS Vita, al lancio, puntò molto sull'interazione con la futura PS4. Ma questa caratteristica non le è valso il successo.
Dunque siamo alla fine dell'avventura di Sony nel campo del gaming portatile? Sconfitta per ben due volte da Nintendo (prima con l'incredibile successo del DS e poi con la buona prestazione del 3DS), l'azienda era almeno riuscita a ritagliarsi una buona nicchia di pubblico con la prima PSP. PS Vita, pur essendo un eccellente hardware, non è invece riuscita a replicare quel moderato successo e a 12 anni di distanza dall'uscita della prima PlayStation portatile sembrerebbe segnare il definitivo abbandono di questo segmento da parte di Sony. Con la grande prestazione sul mercato di PS4 e il prossimo arrivo di PlayStation VR, l'azienda ha certamente molto altro a cui pensare e pare non avere né il tempo, né le risorse o persino l'intenzione di rilanciare PS Vita, un'operazione che sarebbe senz'altro enorme e controcorrente.
Eppure non credo che Sony voglia uscire interamente dal mercato del gaming "portatile", nel senso più ampio del termine. Alla luce del commento di Yoshida, è interessante notare quello che l'azienda ha fatto al TGS dello scorso mese: di fronte al grande stand PlayStation ce n'era infatti un altro completamente dedicato alla linea di smartphone e tablet Xperia, con un grande accento posto sulla capacità di questi ultimi di interagire con PS4.
Ogni dispositivo si può collegare ad un pad PS4 ed usare per il remote play con la console, offrendo un'ottima esperienza di gioco, spesso superiore a quella offerta dalla stessa PS Vita (i cui controlli non replicano alla perfezione quelli di un DualShock 4). Io stesso ho usato la mia PS Vita in passato per eseguire semplici operazioni in Final Fantasy XIV sulla mia PS4 mentre la TV era impegnata, ma per compiti più difficili non mi sarei sentito a mio agio ad impiegare la console portatile, mentre lo farei tranquillamente con un dispositivo Xperia collegato ad un joypad vero e proprio.
Sony ha congelato la PlayStation Vita ma la sua strategia 'portatile' è destinata a continuare sui suoi dispositivi mobile.
Ricordate, al lancio di PS Vita, quanto Sony pose l'accento sulle caratteristiche d'interazione che questa avrebbe avuto con la futura PS4? Quella funzionalità, da sempre un punto centrale nell'esperienza della console, ora è migrata sui dispositivi Xperia ed è migliore di quanto non sia mai stata su una console portatile dedicata. I telefoni di Sony, inoltre, possono contare anche sui titoli della libreria Android e saranno sicuramente ottimizzati per il servizio PlayStation Now, che consentirà loro di riprodurre giochi tripla-A pensati per le console domestiche.
In poche parole, sebbene PS Vita rischi di essere l'ultima console portatile vera e propria di Sony, l'azienda ha ormai trasportato molte delle sue caratteristiche su altri dispositivi. Non stiamo parlando di dare l'addio al gioco portatile, bensì di far evolvere e trasformare lo stesso concetto di gaming mobile.
Chiaramente non si tratta di una soluzione perfetta. Non tutti hanno o desiderano un dispositivo Xperia: il Giappone è il miglior mercato per gli smartphone Sony ma anche qui Apple è dominante e l'iPhone detiene più del 50% delle quote di mercato. Con le giuste mosse, però, Sony potrebbe sfruttare la grande popolarità di PS4 per lanciare il successo della sua linea Xperia: se le due piattaforme interagissero con grande efficacia su tutti i livelli, molti possessori di altri smartphone potrebbero considerare di abbandonare i loro modelli e di effettuare il passaggio ad un telefono Sony o anche semplicemente ad un tablet.
E l'azienda farà bene anche a pensare a quali controller il pubblico vorrà impiegare per giocare sui dispositivi Xperia: il DualShock 4 è ottimo ma è troppo grande per essere trasportato comodamente. Se si vuole realmente trasformare una linea di smartphone in una piattaforma importante per il gioco in mobilità, potrebbe essere utile disegnare e produrre un nuovo controller specificamente dedicato per i prodotti Xperia ma comunque associabile al pad PS4 e con le medesime funzionalità.
In ogni caso, l'operazione avviata con la linea Xperia (in termini di remote play, PS Now, eccetera) è un'anticipazione interessante di come console e smartphone potrebbero coesistere nel prossimo futuro. L'idea secondo la quale gli smartphone finiranno per uccidere le console non mostra al momento alcun segno di veridicità: PS4 e Xbox One stanno andando molto meglio delle macchine che rispettivamente le hanno precedute, e il mercato del software nel complesso è più sano che mai.
Se le console non spariranno, dunque, bisogna pensare a come farle interagire con gli onnipresenti smart device, e quello che Sony sta attualmente facendo con Xperia e PlayStation è una strategia che potrebbe rivelarsi fondamentale per il futuro successo di entrambe.
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