lunedì 5 ottobre 2015

IO E LEI

Io e lei
di Maria Sole Tognazzi
con Margherita Buy, Sabrina Ferilli, Ennio Fantastichini
Italia, 2015
genere, commedia, drammatico
durata, 97'


A differenza di altre volte in questa coso siamo d’accordo con Maria Sole Tognazzi quando in “Io e lei” lascia intendere che nell’amore il problema vero dipenda esclusivamente dalle oscillazioni umorali che si verificano all’interno della coppia. Nel raccontare il legame sentimentale tra due donne di mezz’età, la Tognazzi riesce infatti a evitare le trappole del vojerismo legato alla sessualità delle protagoniste per soffermarsi sugli alti e bassi che scandiscono la quotidianità della coppia, impegnata a far tornare i conti tra le responsabilità degli appuntamenti  lavorativi che, nel caso di Marina (Sabrina Ferilli, finalmente in un ruolo da protagonista) hanno a che fare con la conduzione di un famoso ristorante e, le sollecitazioni provenienti dalle conseguenze della vita precedente, con Federica (Margherita Buy) preoccupata di non perdere di vista le vicissitudini del figlio e Marina, alle prese con la possibilità di tornare a recitare dopo anni di lontananza dai set cinematografici.

Una voglia di normalità che "Io e lei" esprime tanto nei contenuti quanto nello stile della regia, misurato e attento a mantenere un equilibrio tra il pudore espresso dagli atteggiamenti delle protagoniste e le necessità proprie del cinema di mostrare quello che normalmente non si vede. Qualità che in “Io e lei” devono fare i conti con la richiesta di intrattenimento e di piacevolezza di un pubblico vasto ed eterogeneo, al quale la regista si rivolge non a caso con uno prodotto scevro, se cosi possiamo dire, da quegli aspetti legati alla sfera sessuale che potrebbero risultare in qualche modo scabrosi e che invece, condensati negli innocenti interludi in cui Marina e Federica in pigiama e sotto le coperte si scambiano attenzioni e rimbrotti, sono motivo di un’empatia che tra l'altro permette allo spettatore di sentirsi migliore di quello che è, gratificandolo nel desiderio di sentirsi all’altezza degli ideali di amore e di tolleranza che di cui il film si fa promotore.



Così, se nell’ambito del cinema per famiglie “Io e lei” rispetto al tema trattato costituisce un passo in avanti in termini di promozione e rappresentabilità, la stessa cosa non vale se a fare da campione è quella fetta di pubblico abituato a confrontarsi con film ben più sdoganati (“I ragazzi stanno bene” a cui il film rimanda sia nei toni che nell’intreccio) e per il quale le novità di “Io e lei” risultano da tempo metabolizzate. A rimanere comunque non è solo l’autenticità delle attrici e la bravura di chi le ha dirette, ma anche la scelta non banale di presentarle all’interno di ruoli che in qualche modo smentiscono l’immaginario a cui le due dive ci hanno abituato, con la Buy, solitamente fragile e nevrotica, chiamata a interpretare il temperamento di chi è in grado di condurre il gioco; al contrario della Ferilli che, a dispetto dell’esuberante fisicità si presta a una tipologia femminile più posata e riflessiva.

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