The Ritual
di David Brükner
con Rafe Spall, Robert James-Collier, Arsher Ali
UK, 2017
genere, horror
durata, 94’
“The Ritual” è un film horror presentato nel 2017 al Toronto Film Festival; tratto dal romanzo omonimo, orbita intorno a un gruppo di amici, che si incontrano per pianificare un viaggio all’estero. Dopo varie proposte scelgono di andare in Svezia per un’escursione libera, lontani dal caos cittadino. La stessa notte, uno di loro, Rob, viene ucciso durante una rapina in un supermercato. Rob però non è solo: è accompagnato da Luke che, impaurito e immobilizzato, si nasconde senza sapere cosa fare per salvarlo. Nonostante tutto, il viaggio procede e i quattro amici decidono di commemorare Rob tra le desolate montagne svedesi, cercando di riappacificarsi con l’accaduto. Luke, però, è scosso da inquietanti incubi in cui rivede in modo ossessivo l’omicidio del suo amico, afflitto da un insostenibile senso di colpa. Durante un’esplorazione tra i boschi, a causa del mal tempo e dell’infortunio di Dom, decidono di fermarsi a dormire in una dimora arroccata tra i monti. Da quel momento i quattro si imbatteranno in un realtà oscura, tra riti pagani, altari e sacrifici, scovando un mondo fosco e minaccioso da cui è impossibile riemergere.
“The Ritual” è un buon horror soprannaturale, che pone al centro della sua narrazione l’archetipo del bosco e che rende sia visivamente che a livello acustico la tensione e il mistero di ciò che si cela all’interno di quella selva impenetrabile. Il film suscita un certo timore ossessivo per quegli spazi, tra scricchiolii dei rami e figure plumbee occultate dalle ombre. È d’obbligo il confronto con “Le colline hanno gli occhi”, “Wrong Turn” e “The Blair Witch Project”. Nonostante sia imparagonabile ai film sopracitati, si distingue per la bella fotografia di Andrew Shulkind, e una colonna sonora, di Ben Lovett, molto disturbante.
Dal punto di vista narrativo il film non brilla per originalità, per quanto alcune scene siano ben realizzate, a partire dagli incubi notturni che i quattro amici sperimentano, tra terrificanti visioni oniriche che senza dubbio rendono il tutto più efficace. Qualunque cosa stia depredando e inseguendo i protagonisti, la creatura svela la sua ferocia e la sua mostruosa figura solo verso la fine, mentre per il resto del film è per lo più invisibile.
Ciò a cui si assiste sono versi disumani, segni e iscrizioni runiche intagliate sui tronchi e avvertimenti sanguinosi, come quando i quattro amici trovano un’alce sventrato e incastrato tra i rami. Il rituale costruisce bene la tensione e il mistero, i personaggi navigano tra le ombre di un bosco che testa il loro terrore, inseguiti da un essere che sembra somigliare ad un antico dio nordico. Il film sembra riportarci in un certo folklore svedese, in cui ad essere messo in scena è lo Jǫtunn (mangiatore di uomini), un’entità mitologica resa in modo convincente, con il suo corpo animale, la testa che si ramifica fino a incrociare l’uomo in alcune forme.
“The Ritual” è un horror ben fatto che, con qualche difetto, presenta una storia già vista ma realizzata con solidità, ben recitata.
Riccardo Supino
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