lunedì 25 aprile 2016

LUI E' TORNATO

Lui è tornato
di David Wnedt 
con Oliver Masucci, Fabian Bush, Katja Riemann
Germania, 2015
genere, commedia, satirico
durata, 116'

“… A suo tempo, il nazional-socialismo avrebbe fatte proprie e applicate le idee di Wachler su scala assai più ambiziosa, elevandole a spettacoli popolari di vasto respiro, in cui il contenuto drammatico delle rappresentazioni diveniva l’intensa espressione della partecipazione delle masse all’azione che aveva luogo sulla scena…”
Da “Le origini culturali del terzo Reich”/George Mosse



In un contesto come quello della Germania, nel quale in larga parte sulla volontà d’analisi di un periodo storico così complesso – quello che ha portato Hitler al potere –  ha prevalso un omertoso oscurantismo in nome del presunto mea culpa simil patriottico, “Lui è tornato” rappresenta uno slancio che finalmente non solo non si arrende alle premesse di cui sopra ma s’estende ben oltre.

Infatti, in una forma filmica che alterna senza far percepire stacchi la fiction alle incursioni nel mondo reale – nelle quali il protagonista interagisce coi passanti ignari, riprendendo i modi di “Borat” – e grazie alla verosimiglianza dell’attore protagonista, il film di Wnendt – tratto dal libro omonimo – rielabora il percorso che aveva portato il nazional-socialismo al potere nell’ottica in cui a dover essere guidata è una massa lobotomizzata – ed ancora più dannata di allora – in preda all’assuefazione dal web. Il cortocircuito che si crea è quasi destabilizzante poiché ogni reazione è, in linea teorica, del tutto riproducibile nel mondo reale e crea in chi guarda un senso di vertigine non indifferente. E se lo scopo della satira – satira qui concepita anche nella propria funzione di stampella del tragico – è quello di destrutturare il mondo fenomenico e ricomporlo in maniera da farne evincere le contraddizioni che lo compongono, “Lui è tornato” da questo punto di vista rappresenta un unicum inatteso nel panorama cinematografico  contemporaneo. 

Verrebbe da chiedersi: quando – e se – la massa-dannata si specchierà in tutto il proprio orrore, avrà la lucidità di riconoscere l’immagine speculare o urlerà al mostro ignoto? Ancora una volta, sarebbe meglio non conoscere la risposta.
Antonio Romagnoli

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