C'est la vie
genere, commedia
durata, 117'
Che "C'est la vie" di Eric Toledano e Oliver Nakache fosse una commedia godibile lo si poteva immaginare, un po' perché i due registi nell'ambito del genere in questione rappresentano uno dei rari casi in cui la popolarità si sposa con l'intelligenza, e poi in virtù del fatto che il film a casa propria è uno dei campioni d'incassi della stagione. "C'est la Vie" però si rivela un passo in avanti rispetto alle più rose previsioni, poiché non solo i registi ritrovano il sano menefreghismo e l'atteggiamento dissacrante che erano stati alla base del successo di "Quasi amici", ma lo uniscono a una gestione dello scena da grandi cineasti. Per essere una commedia l'opera si sviluppa in uno spazio scenico ultra dimensionato e attraverso un numero di personaggi da cinema kolossal. Merito della trama, collocata all'interno di una magnifica villa in cui fervono i preparativi di un matrimonio faraonico, e dei registi, i quali per raccontarne il dietro le quinte delle sua organizzazione decidono di girare il film come se si trattasse di una lunga session musicale e, quindi, di corrisponderne il saliscendi umorale dei personaggi con un ritmo sincopato, che nel film viene visualizzato dall'alternanza tra riprese a camera fissa e piani sequenza in cui la telecamera insegue i tentativi del protagonista di tenere testa alla litigiosità dei suoi dipendenti e ai molti imprevisti che rischiano di far precipitare la situazione. È' inutile dire che le scene esilaranti non si contano e che, alla pari di una partitura musicale, i nostri riescono a far suonare ogni meccanismo dell'ingranaggio, a cominciare dall'amalgama dei tanti attori che compongono il cast. Più importante è però sottolineare il crescendo drammaturgico con il quale il film riesce a trasformare il divertimento in qualcosa di più toccante e profondo, che ha il sapore della vita. Non andarlo a vedere quando uscirà nelle sale significa non volersi bene.
Carlo Cerofolini
di Eric Toledano e Oliver Nakache
Francia, 2017genere, commedia
durata, 117'
Che "C'est la vie" di Eric Toledano e Oliver Nakache fosse una commedia godibile lo si poteva immaginare, un po' perché i due registi nell'ambito del genere in questione rappresentano uno dei rari casi in cui la popolarità si sposa con l'intelligenza, e poi in virtù del fatto che il film a casa propria è uno dei campioni d'incassi della stagione. "C'est la Vie" però si rivela un passo in avanti rispetto alle più rose previsioni, poiché non solo i registi ritrovano il sano menefreghismo e l'atteggiamento dissacrante che erano stati alla base del successo di "Quasi amici", ma lo uniscono a una gestione dello scena da grandi cineasti. Per essere una commedia l'opera si sviluppa in uno spazio scenico ultra dimensionato e attraverso un numero di personaggi da cinema kolossal. Merito della trama, collocata all'interno di una magnifica villa in cui fervono i preparativi di un matrimonio faraonico, e dei registi, i quali per raccontarne il dietro le quinte delle sua organizzazione decidono di girare il film come se si trattasse di una lunga session musicale e, quindi, di corrisponderne il saliscendi umorale dei personaggi con un ritmo sincopato, che nel film viene visualizzato dall'alternanza tra riprese a camera fissa e piani sequenza in cui la telecamera insegue i tentativi del protagonista di tenere testa alla litigiosità dei suoi dipendenti e ai molti imprevisti che rischiano di far precipitare la situazione. È' inutile dire che le scene esilaranti non si contano e che, alla pari di una partitura musicale, i nostri riescono a far suonare ogni meccanismo dell'ingranaggio, a cominciare dall'amalgama dei tanti attori che compongono il cast. Più importante è però sottolineare il crescendo drammaturgico con il quale il film riesce a trasformare il divertimento in qualcosa di più toccante e profondo, che ha il sapore della vita. Non andarlo a vedere quando uscirà nelle sale significa non volersi bene.
Carlo Cerofolini
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