Revengeance
di Bill Plympton e Jim Lujan
Usa, 2016
Genere, animazione
Durata, 71’
Il cacciatore di taglie Rod Rosse, malmesso e trasandato, viene ingaggiato da Deathface, un senatore della California, ex campione di wrestling e a capo di una banda di bikers dalle tendenze razziste e dedito a loschi traffici. Insieme ad altri, Deathface ordina di catturare una giovane donna che, nottetempo, si è introdotta nel suo covo rubando degli scottanti documenti e dando fuoco alla dimora. Inizia così una tragicomica serie di avventure dove il povero Rod Rosseè coinvolto in una fitta rete di trame tra sparatorie, improvvisi cambi di prospettive, scontri con la setta di un santone in mezzo al deserto, competizioni senza esclusione di colpi con gli altri bounty hunter, in cui alla fine riuscirà a salvare la pelle e a svelare il vero volto del corrotto senatore.
Revengeance è il nuovo film del maestro americano dell’animazione indipendente Bill Plympton, qui al suo ottavo lungometraggio (e ha in preparazione già il prossimo), firmato insieme al collega Jim Lujan. Plympton è anche produttore e disegnatore, mentre Lujan ha scritto, musicato e interpretato la stragrande parte dei personaggi con la una inusitata bravura nel modellare la propria voce adattandola secondo le situazioni.
Plympton ha una carriera alle spalle intensissima: oltre ai lungometraggi, ha creato una incredibile serie di corti premiati in tutto il mondo (tra cui il Festival di Cannes e la candidatura a due premi Oscar); le sue vignette e strisce appaiono tutt’oggi su quotidiani come il New York Times e The Village Voice e le rivisteRolling Stone, Vogue, Vanity Fair, Penthouse e National Lampoon.
Dal punto di vista tematico, Revengeance è a tutti gli effetti un noir con tutti gli stilemi del genere: l’antieroe, la vendetta, il cattivo politico di turno con un passato burrascoso e malavitoso, donne fatali, caratteristi con le loro fisime fisiche e comportamentali, la giovane ragazza forte che cerca la verità. Lujan, come abbiamo detto autore della sceneggiatura, pesca a piene mani da tutto un immaginario recente che va da Chinatown di Roman Polanski a Il lungo addio di Robert Altman, dal Moses Wine, detective di Jeremy Kagan alle eroine del cinema tarantiniano.
È interessante il personaggio di Rosse, somigliante più a un piccolo impiegato che a un cacciatore di taglie: fisico debole, con il riporto su una calvizie incipiente e convivente con una madre che gli fa da segretaria e da assistente e verso il finale lo aiuta in modo consistente nel toglierlo dai guai, in siparietti gustosi e divertenti, pieni di ironia, che donano a Rosse ancora di più un alone di simpatia per un cacciatore di taglie “fuori ruolo”. Del resto, vive nel ricordo di un padre poliziotto morto che idolatra e prende da esempio nel suo lavoro, lui sì un uomo dal fisico asciutto e sicuro di sé, un vero duro insomma a cui il povero Rod non somiglia per niente se non nella sua pervicace voglia di seguire le orme paterne. La vendetta è di una giovane ragazza a cui Deathface ha ucciso i genitori quando era bambina con la collaborazione di un capo della polizia locale, suo complice. È lei che ruba il documento scottante e che il senatore vuole recuperare a tutti i costi. Anche l’eroina di turno utilizza un’arma non convenzionale come arco e frecce, in cui è maestra e non sbaglia mai un colpo, uccidendo una serie di complici coinvolti nella morte dei genitori.
Disegnato a mano, fotogramma per fotogramma, Revengeance, se dal punto di vista diegetico è abbastanza convenzionale, non lo è da quello stilistico: Bill Plympton continua nella tradizione dell’animazione per adulti di Ralph Bakshi(su tutti Fritz, il gatto), mettendo in evidenza immagini di sesso e violenza in un mondo iperrealistico. Lo stile del disegno del regista americano è compostodall’accentuazione fisiognomica dei personaggi: tratti somatici pesanti, allungamento degli arti che sembrano di gomma, donne con gambe lunghissime e seni prominenti e appuntiti, uomini o con pance prominenti e pelosi oppure con busto triangolari e scolpiti nel marmo – come quelli di Deathface. Una rappresentazione antropologica che gioca sulla messa in evidenza in eccesso dei tratti psicologici, dando un senso del fantastico di una certa originalità. E Plympton questo tipo di disegno lo applica anche agli oggetti e alle azioni: cosìle auto e le moto si allungano oppure si curvano in modo improponibile per le leggi della fisica; il fumo delle sigarette diventa materico e si allunga per tutta l’inquadratura. Insomma, un disegno policromo, con colori accesi e saturi,elastico e dalle linee sinuose dove il tratto della matita appare muoversi sulla plastilina invece che su un foglio di carta. E il fascino del disegno è ancora più forte se si pensa che non c’è nulla creato con la grafica computerizzata.
Film di chiusura della rassegna che la Cineteca di Milano dedica all’animazione per adulti, si ha l’occasione imperdibile di godersi Revengeance in anteprima per l’Italia. Un piccolo gioiello caustico e sarcastico, un’opera di animazione originale e lontana dagli stereotipi hollywoodiani e degli studios della grande industria californiana.
Antonio Pettierre
“La grande animazione al cinema”, Fondazione Cineteca Italiana, Spazio Oberdan, Sala Alda Merini a Milano rassegna dal 11 gennaio al 16 aprile 2017: “Revengeance” dal 13 al 16 aprile 2017.
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