martedì 14 agosto 2018

DARK HALL


Dark Hall
di Rodrigo Cortes
con Anna Sophia Robb, Uma Thurman, Isabelle Furhman
USA, 2018
genere, drammatico, fantasy, thriller
durata, 96'


“Canta in me, o musa, e attraverso me racconta la storia”.
È con questa citazione di Omero che Cortès dedice di dare il La alla sua narrazione. Un richiamo diretto al discorso del premio Nobel per la letteratura del 2016, Bob Dylan. Un messaggio forte allo spettatore, forse quasi un avvertimento: la storia che verrà rappresentata sarà tutt’altro che qualcosa di lineare e di logico, dove il passato tornerà a far visita al presente attraverso l’ala abbandonata di un vecchio palazzo del 1800.

Un racconto di muse e di arte, di persone e di strumenti, con questi ultimi due aspetti che finiscono inevitabilmente per confondersi spesso l’uno nell’altro.

Dark Hall è la vicenda di 5 ragazze problematiche, scartate dalla società ed allontanate da tutti, ai cui genitori si presenta la classica illusione della speranza risolutiva nel momento di maggiore bisogno: la costosissima Blackwood School dispersa nei boschi Americani dove tentare l’ultima occasione prima della prigione che troppe volte è già stata rimandata.

Le parole con le quali le adolescenti vengono accolte rendono bene l’idea della loro situazione attuale: “Benvenute a Blackwood. Le conseguenze delle vostre azioni vi hanno portato qui. È un'alternativa alla galera”.
Allontanate da tutti per l’appunto tranne che da Madame Duret (Uma Thurman), direttrice della scuola ed unica ad essere disposta a dare l’ennesima seconda occasione alle adolescenti in questione. Una donna dura e spigolosa, determinata e fortemente orientata all’obiettivo, la quale conserva nel proprio ufficio i quadri con i volti ed i nomi dei suoi più grandi successi con la medesima cura con cui il cacciatore custodisce normalmente le teste delle sue vittime. L’obiettivo di Madame Duret e dei suoi collaboratori infatti, è quello scovare e di offrire al mondo il talento speciale che ciascuno di loro ha ma che non sa ancora di avere….e l’illusione dell’istituto è tutta qui, con le ragazze che d’un tratto iniziano a scoprire capacità artistiche ed intellettive che mai si erano palesate nel corso della loro vita.
La protagonista è la giovane Kit (AnnaSophia Rob, la piccola Violet Beauregard nel film “La fabbrica di cioccolato”), che operando da detective neanche troppo silenzioso riesce piano piano a far luce sugli scopi reali della scuola e della sua ambiziosa direttrice.

Si capisce l’idea inziale del regista di voler trovare la giusta collocazione cinematografica all’opera della talentuosa Lois Duncan (“Down a Dark Hall” del 1974), ma quello che esce fuori è una storia di fantasmi e nulla più, con pochi momenti di suspense e gli effetti horror limitati al “c’è qualcuno dietro di te” …un racconto per la fascia Young Adult che non annoia ma che sicuramente non entusiasma.
Lorenzo Governatori


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