Captain America: Civil War
Anthony Russo, Joe Russo
con Robert Downey Jr., Chris Evans, Chadwick Boseman, Emily VanCamp
Usa, 2016
genere, drammatico, fantasy, avventura
durata, 147'
Talvolta di alcuni grandi registi si usa dire che facciano sempre lo stesso film senza che questo suoni come mancanza di rispetto nei confronti del cineasta di turno. Rispetto al cinema che conta è infatti invalso tra una fetta della critica considerare la proposta di contenuti e circostanze oltremodo conosciute non già come il segnale di una mancanza d’ispirazione o, ancora peggio, il meschino tentativo di non cambiare gli ingredienti di una formula vincente. Al contrario se avete curiosità di leggere o ascoltare qualche resoconto di questo tipo vi accorgerete che in molti casi tale ripetitività viene legittimata, attribuendo all’arte in questione imprescindibili caratteristiche di continuità poetica, stilistica, narrativa. In altre parole stiamo parlando della cosiddetta variazione sul tema che in taluni è sintomo di una sublime ossessione creativa, in altri il capolinea della deriva postmoderna. Tutto questo per dire che il film su cui ci vogliamo soffermare, pur con innegabili differenze rispetto ai modelli autoriali di cui discutevamo - rintracciabili soprattutto nella popolarità nel prodotto offerto e nella propensione mercantile della confezione - presenta le stesse peculiarità di quei film di cui parlavamo all’inizio del nostro discorso. Captain America: Civil War diretto dai fratelli Russo più di altri film targati Marvel è pensato per fare da trait uniontra passato, presente e futuro dell’universo creato Stan Lee.
Certo, l’idea dello scontro fratricida – appena visto in Batman vs Superman - così come la messa in discussione della figura del super eroe – inaugurata con Watchmen e diventata di moda a partire dalla saga degli X-Men – sono trovate tutt’altro che originali ma alcune chicche, come quella di un Uomo ragno in versione adolescenziale e, più in generale, la coolness che contraddistingue il body language dei suoi personaggi concorrono, insieme alla serialità di cui dicevamo, alla costruzione di un appeal di cui si fa fatica a fare a meno. Anche laddove in alcuni momenti il moltiplicarsi dei duelli e l’intensificarsi dei corpo a corpo rischiano di declassare Civil War a mero videogioco.