Spider-Man: Un nuovo universo
di Bob Persichetti, Peter Ramsey e Rodney Rothman
USA, 2018
generi, avventura, animazione, fantasy
durata, 117'
Dicevamo da altre parti come il confine tra live action e computer graphic sia sempre più labile. I film in uscita nel periodo natalizio ce ne danno esempio attraverso un rimescolamento di generi, tecniche e formati in cui è sempre più difficile fare una distinzione tra gli esiti di una ripresa dal vivo e sequenze che sono frutto di intelligenze “artificiali”. Come in Alpha – Un’amicizia forte come la vita e prossimamente in Acquaman, anche Spider-Man: Un nuovo universo non si lascia sfuggire l’occasione di dimostrare a che punto sia arrivata la verosimiglianza di certi effetti speciali, in grado – per esempio – di annullare le differenze tra film e animazione quando si tratta di far volteggiare il tessiragnatele tra i grattacieli di New York, oppure quando in campo lungo lo vediamo affrontare i nemici di sempre. Una sottolineatura, questa, che non nasce dalla convinzione che al film in questione manchi qualcosa per poter essere all’altezza degli altri capitoli della saga di Spider-Man: al contrario, se c’è una cosa che si può dire del lungometraggio diretto da Bob Persichetti, Peter Ramsey e Rodney Rothman è proprio quella di essere sufficiente a se stesso nel delineare l’universo nel quale si muove il super eroe. Il quale, per il tripudio dei suoi fan, vi appare in tante differenti versioni quante sono le dimensioni che lo contengono. A metterli insieme tutti in una volta ci pensa la sceneggiatura degli scatenati Phil Lord e Chris Miller e l’immaginazione delinquenziale di Kingpin, il re del crimine, che nel tentativo di riportare in vita la moglie defunta provoca un cortocircuito spazio temporale capace di far convergere sullo stesso punto i molteplici universi generati dagli albi a fumetti dell’Uomo Ragno. Quindi non solo Peter Parker, adulto e imbolsito quanto basta per farne un eroe pronto per la pensione (qui sostituito dal teen ager Miles Morales), il “padrone di casa” del film, attraverso il quale la favola dell’uomo qualunque chiamato a nuove responsabilità dall’acquisizione di straordinari poteri viene aggiornata alle istanze degli spettatori più giovani.
La novità vera e propria di Spider-Man: Un nuovo universo sta altrove (trattandosi di una riscrittura delle avventure già presenti nei fumetti), vale a dire nella strepitosa fantasia con la quale il film riesce nella messa in scena. Alla pari dello Spielberg di Ready Player One, anche questo film viaggia su due binari, con quello esplicitamente narrativo, legato allo sviluppo del confronto tra bene e male a fare da apripista al postmodernismo del sottotesto, capace di trasformare lo schermo in una sorta di enciclopedia animata del mondo legato alle avventure dell’Uomo ragno. Da questo punto di vista Spider-Man: Un nuovo universo appare in grado di aggiungere qualcosa alla saga, aggiornandola con una chiave pop che privilegia il lato ludico della vicenda e, dal punto di vista cinematografico, assegna alla musica la funzione di raccontare suoni e rumori della modernità. Particolari questi tali da rendere il film in perfetta sintonia con il clima che contraddistingue il periodo natalizio.
Carlo Cerofolini
(pubblicato su taxidrivers.it)
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