Lontano da qui
di Sara Colangelo
con Maggie Gyllenhaal, Parker Sevak, Gael Garcia Bernal
USA, 2018
genere, drammatico
durata, 96 minuti
“Lontano da qui” è il nuovo film della regista italiana Sara Colangelo.
Un film che si può definire intenso e profondo sia dal punto di vista delle tematiche che mostra, sia dal punto di vista tecnico.
La protagonista è Lisa, una maestra d’asilo, che ama molto la poesia, tanto da essersi iscritta ad un corso apposito, a seguito del quale sia il marito che i figli, ormai grandi, la vedono in continua trasformazione. Non essendo, personalmente, molto dotata dal punto di vista della creatività, Lisa si trova in difficoltà nello svolgere i compiti a lei assegnati dall’insegnante. La sua grande dote, però, consiste nel riuscire a scovare il talento altrui. Ed è proprio questo quello che avviene tra la donna e Jimmy, un bambino dell’asilo. Questi, infatti, spesso inizia a camminare avanti e indietro, quasi come in trance, recitando delle poesie. Lisa è l’unica ad accorgersene e a cercare di farne tesoro. Il suo scopo diventa, quindi, quello di educare Jimmy, non solo limitatamente all’asilo, ma estrapolandolo dal suo contesto per farlo emergere all’interno di una società che sembra non apprezzarlo per quello che è veramente. Il problema inizia a nascere proprio in questo frangente, quando, cioè, l’obiettivo della protagonista va a prevaricare sul suo mestiere e quindi sullo scopo primario della sua vita: quello di educare tutti i bambini allo stesso modo.
Si tratta di un film dove speranza e angoscia vanno di pari passo. Se da una parte anche lo spettatore ha la speranza che Lisa riesca a far emergere il piccolo Jimmy, dall’altra è costantemente presente la paura che la donna possa mutare improvvisamente atteggiamento, dati soprattutto i rapporti con i propri figli.
Il centro della storia è, meritatamente e senza ombra di dubbio, Maggie Gyllenhaal, che interpreta, appunto, la maestra d’asilo protagonista e alla quale riesce a conferire un carattere forte e debole al tempo stesso. E’ forte perché non si lascia influenzare dai rifiuti altrui o da eventuali delusioni provocatele da alcuni personaggi, ma è debole nel momento in cui sente che il suo unico obiettivo è labile e strettamente connesso ad un bambino.
Nonostante i figli abbiano intrapreso strade diverse da quelle che Lisa auspicava e nonostante non siano molto presenti all’interno della vicenda, lo spettatore riesce a comprendere le ragioni che spingono la donna a prendere determinate decisioni piuttosto che altre proprio in relazione al rapporto che lei ha e ha avuto con loro. Ed è proprio per questo che la maestra utilizza tutte le proprie energie solo e soltanto nei confronti del piccolo Jimmy, come se fosse una sorta di ancora alla quale aggrapparsi (forse l’unica).
Silenzi e sguardi tra i vari personaggi, ma soprattutto tra Lisa e Jimmy, la fanno da padrona all’interno dell’intera storia e aiutano lo spettatore a creare maggiore empatia in un film impegnato e non banale che ha, come scopo principale, quello di far riflettere.
Veronica Ranocchi
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