giovedì 16 novembre 2017

I'M INFINITA COME LO SPAZIO

I'M infinita come lo spazio
di Anne Riitta Ciccone
con Barbora Bobulova, Mathilde Bundschuh, Guglielmo Scilla 
Italia, 2017
genere: drammatico 
durata: 112’

Jessica è una diciassettenne dai capelli viola che abita in un condominio-alveare di una cittadina scandinava. I compagni di scuola la chiamano "stramba", due ragazzi la deridono, e le tre più belle della scuola la trattano come una nullità. A casa non va meglio: Jessica è in lotta perpetua con la madre Maria, colpevole di avere una visione mesta e pragmatica della vita in cui non sembra esserci spazio per i sogni, e ha come rivale la sorellastra minore Aurora, che vorrebbe da lei solo un po' di attenzione. Le uniche figure positive della sua esistenza infelice sono un compagno di scuola timido e dark, Peter, una cantante punk rock in declino, Susanna, e il fantasma del padre, che le appare nei momenti più difficili con il capo coperto da una zucca come quelle di Halloween.

È questo il piccolo mondo di Jessica, che l'inconscio e l'immaginazione della ragazza, bravissima nel disegno, trasfigurano davanti ai nostri occhi. Anche noi, dunque, vediamo la sua scuola come un universo distopico, in cui gli studenti si muovono come automi e le insegnanti sono virago in divisa, anche noi percepiamo molti degli adulti che la circondano come personaggi di una favola nera.
A metà fra la fantascienza e l'horror, “I'm infinita come lo spazio” riproduce il mondo adolescenziale attraverso il filtro emozionale di una ragazza che, come molti teenager, teme di rimanere incastrata per sempre nelle aspettative e nelle frustrazioni dei grandi, e allo stesso tempo non ha abbastanza coraggio e autostima per trovare la propria strada autonoma e ribelle.


La regista italo-finlandese Anne Riitta Ciccone sceglie il 3D per raccontare quel mondo, scelta azzeccata soprattutto nelle scene ambientate a scuola, fra corridoi resi interminabili dalla stereoscopia, e nelle sequenze di incubo/visione, fra cui quella iniziale che vede un cacciatore girarsi verso di noi e spararci in faccia. Il senso di aggressione che Jessica prova davanti alla propria quotidianità è reso bene dal 3D, così come l'isolamento in cui la ragazza si ritrova rispetto agli altri personaggi, madre e sorella comprese. La giovane attrice tedesca Mathilde Bundschuh è perfetta nel ruolo della lunare Jessica e l'ex youtuber Guglielmo Scilla, che interpreta Peter, risulta credibile nei panni dell'emarginato silenzioso. Meno efficace la storia parallela di Susanna, interpretata da Barbora Bobulova, narrata un po’ sopra le righe secondo i cliché dell'artista incompresa.

Anche la trama che riguarda Jessica non presenta nulla di nuovo: le consorterie escludenti, il rapporto con la migliore amica ancora più "sfigata" di lei, le sirene della popolarità, la paura e il desiderio di iscriversi ad una scuola che potrebbe cambiare il suo destino e legittimare il suo talento artistico sono molto sfruttate dal cinema per adolescenti, che in Italia è quasi totalmente assente, ma negli Stati Uniti è già perfettamente codificato. “I'm infinita come lo spazio” è girato in inglese e interpretato da un cast internazionale, dunque probabilmente aspira a una distribuzione oltre ai confini dell’Italia, anche se la produzione è tutta nostra, ma questa sua mancanza di originalità rischia di penalizzarne la vendita e la distribuzione nel resto del mondo. Per l'Italia, però, resta un esperimento cinematografico interessante e coraggioso, che segna un altro passo avanti nella carriera di un'autrice orgogliosamente fuori dal coro.
Riccardo Supino

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