La mummia
di Alex Kurtzman
con Tom Cruise, Russel Crowe, Sofia Boutella, Annabelle Wallis
USA, 2017
genere, avventura, azione, fantastico, orrore
durata, 107'
Che la nuova versione de “La mummia” rientri in un progetto comprendente un certo numero di film collegati dall’intercambiabile presenza dei vari protagonisti poco importa. Da quando la Marvel ha deciso di mettersi in proprio, trasferendo sullo schermo il metodo utilizzato con successo nei comics in cui la coerenza del proprio universo e quindi la sua verosimiglianza deriva dalla contiguità narrativa delle singole storie, non sorprende l’esistenza di una serialità cinematografica fedele al prototipo appena descritto. La novità de “La mummia” semmai la si voglia trovare in un quadro di riferimento che vive sull’omologazione dei suoi tratti distintivi è data non tanto dalla presenza di un attore come Tom Cruise, abituato da sempre a frequentare il cinema blockbuster quanto dall’utilizzo della sua icona cinematografica, chiamata a passare da ragazzo della porta accanto - com’era stato lanciato negli anni 80 - a mero “involucro” scelto per incarnare la personificazione del male assoluto. Capita infatti che la scoperta di un antico sarcofago contenente la mummia di un’antica principessa scateni una serie di iatture tra cui quella più terribile che lo vede diventare il tramite del ritorno sulla terra di Seth, il Dio del male.
Considerato che dalla parte dei “buoni” ritroviamo nientedimeno che il Dottor Jekyll del romanzo stevensonianao, anche lui , come da copione, in una versione - riveduta e corretta - che prevede l’impiego del grande (anche in termini di circonferenza) Russell Crowe, non si va troppo lontano nel pensare che la post modernità sposata dal film di Alex Kurtzman sia più il pretesto per alzare il livello del conflitto tra “eroi” dello stesso segno (a parte la mummia, cattiva per davvero) che il segnale di una pur minima riflessione sulla macchina cinema. Il quale film, pur senza alzare l’asticella dello spettacolo (ma neanche abbassandola) mette in scena in maniera semplice e lineare il confronto tra la mostruosità tout court degli zombi, richiamati in vita dalla letale egiziana per accelerare la sconfitta dei propri oppositori, e quella caricaturale e fintamente spaventevole della coppia Cruise/Crowe e della stessa Mummia che ha il viso e soprattutto il corpo (da mannequin) dell’avvenente Sophia Boutella. Che poi la sfida veda i vari contendenti fronteggiarsi su sponde opposte in una sorta di tutti contro tutti è quasi un dettaglio; ciò che vale in questo caso è rassicurare lo spettatore sull’inattaccabile appeal degli attori che neanche la maledizione della mummia riesce a scalfire.
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