Cattivi vicini 2
di Nicholas Stoller
con Seth Rogen, Zac Efron, Rose Byrno
USA, 2016
genere, commedia
durata, 92'
Teddy fatica a integrarsi nella sua nuova vita dopo il college: uscitone senza un diploma, non gli resta che guardare i suoi amici che si vantano di essersi sistemati, chi con una app che ingrandisce il pene, chi in procinto di convolare a nozze. Lui, al contrario, è rimasto ancorato al mondo fatto di festa e fratellanza tipico degli anni giovanili. Quanto a Mac e Kelly Radner, la loro primogenita è nata ma, poiché in arrivo c’è la seconda, decidono di cambiare casa.
Versano quella che in gergo si chiama escrow, ossia la caparra che in ambito immobiliare i futuri acquirenti danno ad un intermediario per bloccare l’immobile: da lì in avanti hanno trenta giorni per ripensarci. Sembra fatta per i coniugi Radner, se non fosse per l'arrivo, accanto a loro, di un gruppo di ragazze. Shelby, una matricola, si insedia insieme a due amiche e si affida a Teddy, che potrebbe aiutarle con la sua esperienza. Le cose, però, prendono una strana piega.
"Cattivi vicini 2" si pone quasi come antidoto al politicamente corretto, a partire dalla questione relativa alla parità dei sessi, affrontata con un'ironia a volte un po' superficiale, come tutte le tematiche evocate. In questa commedia volgare, sopra le righe, ce n’è per tutti: dalla bimba che gioca con un dildo abbigliato a principessa, fino alle battutacce su ebrei e Olocausto. È un aspetto che colpisce molto nella prima parte, meno nella seconda, quando oramai ci si è adattati.
Lo schema è lo stesso del capitolo precedente: giovani contro adulti che si danno battaglia a colpi di dispetti, di cui alcuni abbastanza cattivi. Stoller, talvolta, sembra cercare il grottesco: pur non trovandolo, riesce comunque a consegnarci alcune scene discrete: quelle più riuscite sono senz’altro quelle che impegnano i muscoli, che vedono gente volare o cadere malamente. Non mancano sketch divertenti, costituiti per lo più da botta e risposta che funzionano e strappano qualche risata.
È interessante il personaggio interpretato Zac Efron, la cui ironia mette in discussione la persona che sta diventando, tutto muscoli e addominali, il belloccio di turno, carico d’insicurezze e in cerca, perciò, di continue conferme.
Chloe Moretz rappresenta un innesto riuscito, che ha il merito di portare su schermo un tipo diverso di ragazzina viziata, non più stupida e capricciosa, bensì intraprendente e alla mano, a dispetto della poca esperienza. È indicativo che, laddove "Cattivi vicini 2" si prende meno sul serio, proprio lì funziona meglio: quando non si sforza di veicolare messaggi meno disimpegnati, sebbene in maniera sottile, attraverso uno humor superficiale, la pellicola diviene più godibile.
Insomma, "Cattivi vicini 2" è un film solo apparentemente frivolo, perché tale è il tenore; eppure il suo è un ritratto che presuppone una discreta confidenza coi codici sociali, così come sono accettati e promossi da quella parte progressista e democratica degli USA. Non solo: denota anche una posizione che va sempre più prendendo piede, specie tra le nuove leve di certa ideologia, per quanto sia possibile filtrarla attraverso un prodotto di Hollywood, ovvero la legittimazione di quei tabù che oramai possono e devono essere affrontati senza quella pesantezza che ancora oggi contraddistingue i discorsi di tanti ben pensanti.
Quindi il film di Stroller è senz’altro un film politico, schierato e confezionato sottoforma di commedia. È un film che appartiene a un nuovo filone, la versione aggiornata del fenomeno American Pie. Di analogo vi è, tra l’altro, la medesima spinta alla serializzazione, termine forse improprio, ma che ci serve per indicare quel processo che da un film ne tira fuori una saga che, nel corso di più capitoli, segue lo sviluppo di più personaggi a distanza di tempo.
Attraverso un film tendenzialmente banale, Stoller dà vita a un’operazione a suo modo intelligente, accessibile a chiunque.
Riccardo Supino
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