giovedì 30 giugno 2016

ALLE 11:00 DIRETTA LIVE DI FALLOUT 4 VIDEO GUIDA PERSONALIZZATA






CIAO RAGAZZI

CONTINUA LA MIA VIDEO GUIDA PERSONALIZZATA DI FALLOUT 4,QUI ALLEGO LE TRE VIDEO GUIDE PUBBLICATE SUL MIO CANALE IN CONTINUO AGGIORNAMENTO!! 

 

 

 

NOVITA' HOMEVIDEO: ROOM

UNIVERSAL PICTURES HOME ENTERTAINMENT ITALIA PRESENTA:

Room

di Lenny Abrahamson

Brie Larson, Jacob Tremblay, Sean Bridgers

UK, Canada, 2015
genere, drammatico
durata, 113'

INFORMAZIONI TECNICHE:
Dischi: 1
Video:  2.40:1; Blu Ray 1080p High-Definition Letterbox 2.40:1
Durata:   113 minuti ca.
Contenuti Speciali: Il making of del film, Ricreare la Stanza 3x3


Se del cinema di Lenny Abrahamson si volesse trovare il motivo conduttore, bisognerebbe cercarlo nelle risonanze emotive che le sue storie mettono in circolo. A partire da "Garage", il lungometraggio che lo rivelò al pubblico italiano,  tutti i suoi film sono infatti la somma dei sentimenti che i personaggi mettono in campo. Succede così anche con "Room", appena passato all'edizione numero dieci festival di Roma, come testimoniano al termine della proiezione i molti occhi ludici che accompagnano il deflusso degli spettatori. D'altronde non potrebbe essere altrimenti quando a pungolare l turbamento ci si mettono la sensibilità di un regista che nel recente passato è stato capace di esaltare  il divo Fassbender facendolo recitate con il volto coperto da una maschera di cartone (succedeva in "Frank", girato nel 2014) e soprattutto l'empatia di una sodalizio attoriale, in grado di ricreare senza alcuna forzatura e in due momenti successivi, dapprima le condizioni d'isolamento e di costante privazione conseguenti al sequestro patito da una madre e dal suo figlioletto, costretti a vivere per più di cinque anni nello spazio angusto  della stanza in cui il loro rapitore li ha segregati. E, dopo la rocambolesca fuga che gli ha permesso di sottrarsi alle grinfie del proprio aguzzino, di rappresentare le difficoltà del processo psicologico che un po' alla volta permetterà a  Jack e sua madre una parvenza di felicità.  A dispetto di una simile vicenda, a suscitare il pathos dello spettatore infatti non sono tanto le caratteristiche di una storia che dal punto di vista visivo si allinea alla tendenza di certo cinema contemporaneo di ricreare quell'onnipotenza dello sguardo ereditata dai reality , che anche qui mette lo spettatore nella posizione di dominare le vite dei personaggi, sottomessi per forza di cose all'imperscrutabile curiosità di un osservatore esterno.
Perché in "Room" a fare la differenza è la determinazione con cui la mdp si mantiene in equilibrio tra la necessità di raccontare una storia  e la volontà di diventare un  tutt'uno con gli stessi personaggi, aiutandoli nel tentativo di portare in superficie il  rimosso di un'esperienza difficile da dimenticare.


Così facendo a riempire lo schermo più che il succedersi degli avvenimenti - di fatto condensati nel prima e dopo che separa la prigionia dalla ritrovata libertà - sono le liturgie dei gesti minuti che accompagnano l'immutabilita' di quelle giornate, il linguaggio del corpo che registra gli improvvisi cambi d'umore o un lembo di luce che si infrange sulle parenti della casa prigione. Alludendo alla reclusione fisica e soprattutto mentale delle due protagoniste, emotivamente bloccate all'interno di quel mondo fittizio che in assenza di quello reale è servito a farle sopravvivere, "Room" trova concretezza nella presenza forte ed equilibrata  di due interpreti che  rispondono ai nomi  di Jacob Tremblant, davvero commovente nella parte del piccolo Jack  e della madre Brie Larson, finalmente impegnata in un ruolo da protagonista  che le mancava  dall'edizione 2013 del festival di Locarno, dove l'avevamo ammirata nella parte di un'assistente per ragazzi problematici nell'ottimo "Short Term 12". 



Due performance che definire da Oscar parrebbe esagerato anche in virtù di uno sforzo  produttivo che punta più sugli effetti indotti dai passaparola che a quelli suscitati  da investimenti promozionali segnati dalle limitazioni tipiche di un film indipendente e low budget; se non fosse che "Room" per il crescendo dell'evoluzione drammaturgica, destinata a trovare compimento in un epilogo  conciliante e consolatorio e l'universalità del sentire, che  tutto sommato ribadisce i valori tipici dell'istituzione famigliare sembrerebbe perfetto per incontrare la volontà dell'Academy di premiare un cinema si coraggioso ma comunque condivisibile a qualsiasi latitudine. Chissà che il miracolo non possa accadere, magari preceduto dal premio del pubblico assegnatogli dal Festival di Roma. Insieme al film di Gabriele Mainetti (Lo chiamavano Jeeg Robot) quello di Abrahamson è in pool position per la vittoria finale.
(pubblicata su ondacinema.it) 

IN DIRETTA LIVE ALLE 11:00 " PREPARIAMOCI PER AFFRONTARE AL MEGLIO IL DLC DI THE DIVISION UNTERGRUND"



CIAO RAGAZZI 





OGGI VOGLIO CONSIGLIARVI COME AFFRONTARE AL MEGLIO IL DLC UNTERGRUND, AVENDO VISTO UN PAIO DI GAMEPLAY SU XBOX ONE HO ELABORATO ALCUNE STRATEGIE VINCENTI CHE VI ILLUSTRERÒ NELLA DIRETTA LIVE DI OGGI :-) VI ASPETTO RAGAZZI

mercoledì 29 giugno 2016

I MIEI GIORNI PIU' BELLI

martedì 28 giugno 2016

Oggi 2 Dirette Live alle 11:00 resident evil 5 ps4 è alle 15:30 Fallout 4 Guida Personalizzata




Ciao ragazzi 








 

Continua la mia video guida di Resident evil 5 Remastered, + la mia video guida personalizzata di fallout 4. non mancate e iscrivetevi al mio canale Gameplay1973chammel

 

 

 

SEGRETI DI FAMIGLIA

Segreti di famiglia
di, Joachim Trier
con. Isabelle Huppert, Jesse Eisenberg, Gabriel Byrne
Norvegia, Francia, Danimarca, Usa 2015 -
genere, drammatico
durata, 105'



Fotografia e morte, un legame stretto a doppio nodo nella filmografia contemporanea, continuamente in bilico tra la necessità di raccontare attraverso le istantanee e la paura di varcare i limiti del narrabile. Tale connubio meritoriamente ha fornito materiale vario per generi differenti, giungendo sino ad una curiosa digressione orrori fica sul tema: Shutter, pellicola thailandese dei primi anni duemila, eviscera l’eccesso di morbosità contenuto in alcuni scatti giovanili di un gruppo di post-adolescenti, perseguitati nel presente dallo spirito vendicativo della ragazza vessata e ritratta nelle foto. La persecuzione si insinua nella mente, distrugge psicologicamente ogni base morale, vanifica la propria intenzionalità di arresto ad un passo dall’eccesso. La storia di Isabelle Reed, reporter spesso in zone di guerra e tenace sostenitrice di un modo di fare fotografia lontano dal comune sentire, sembra rincorrere tali psicologismi, con la donna costantemente intenzionata ad indugiare nel contatto più stretto possibile con la morte , cogliendone sfumature privilegiate che altri lascerebbero cadere nel dimenticatoio cerebrale, evitandone l’impressione su pellicola. Un’istantanea fotografica è in grado di restituire il dolore di un padre per la perdita del proprio figlio, sul campo nemico? Gli attestati di stima ricevuti dalla reporter sembrano propendere per una risposta affermativa, considerati anche le mostre postume organizzate dai suoi ammiratori e gli articoli di giornale che vengono redatti sulla sua tragica fine. Il suo lavorare fianco a fianco con la dolce signora non può non avere ripercussioni e ne sono consci i vari membri della famiglia costretti, nell’imminenza di una ripubblicazione a mezzo stampa di dettagli sulla sua fine, a rivelare al figlio più piccolo la verità sulla dipartita della madre. 


Joachim Trier sfrutta la tensione altissima che viene a crearsi nel nucleo famigliare al momento dell’annuncio, fatto in confidenza dall’articolista al marito della donna, dell’incombenza giornalistica che porterà nuovamente alla luce l’angosciosa storia della reporter, pronta a destabilizzare i precari equilibri famigliari da poco stabilitisi. Il rapporto tra il padre e lo schivo e introverso Conrad sembra difficile da rinsaldare; il ragazzo affronta la perdita materna in maniera inedita, catalizzando involontariamente su di se l’attenzione del padre, impedendogli tuttavia di sondare a sufficienza la propria psiche per trovare una fenditura tramite cui penetrare e ricucire lo strappo avvenuto dopo la scomparsa della figura matriarcale. Il ritorno del figlio maggiore, ruolo sentito da un Jesse Eisenberg mai così incisivo, in uno dei momenti di maggior felicità dello stesso – il periodo seguente la nascita del primogenito, sarà il giusto metodo di fuga dalla drammatica criticità famigliare in cui versano i Reed. Trier si scosta narrativamente viaggiando su binari differenti ma paralleli tra loro, mostrando le storie dei tre personaggi principali dai loro punti di vista e lasciandoli incontrare senza particolari sorprese o sconvolgimenti, rattoppando una trama familiare forata in più punti con pezze troppo vistose, pacchiane nella loro banalità, glissando sulla loro natura e cercando di nasconderle dietro un’abilità registica non indifferente, una fine scaltrezza che impedisce allo spettatore di soffermarsi troppo a lungo su di esse. Louder than bombs è un titolo ricercato nel suo raffinato stile, forse leggermente stemperato in fase di scrittura, un avviso sul grande schermo di come le immagini possano essere più chiassose ed efficaci di tanti ordigni.
Alessandro Sisti

VIDEO OGGI SI APRONO LE DANZE SU "TOM CLANCY’S THE DIVISION: UNDERGROUND"




FONTE



Ubisoft Massive ha pubblicato da poche ore il trailer di lancio per Tom Clancy’s The Division: Underground, la prima vera espansione per il famoso titolo lanciato a inizio marzo. Tra le novità avremo nuove armi, nuovi Gear Sets, una nuova incursione chiamata Dragon’s Nest e non solo. A inizio news potete trovare il video mentre al fondo, come sempre, è presente anche il link alla pagina YouTube ad esso dedicata. Auguriamo a tutti i lettori di SpazioGames una buona visione, vi invitiamo a rimanere con noi per tutte le novità su Tom Clancy’s The Division: Underground.

 

 

lunedì 27 giugno 2016

ALLE 10:30 INIZIA LA DIRETTA LIVE DI RESIDENT EVIL 5 REMASTERED





CI SIAMO RAGAZZI 




ALLE 1O:30 INIZIA LA DIRETTA DI RESIDENT EVIL REMASTERED DOVE SCOPRIREMO TUTTO, FAREMO LE NUOVE MODALITÀ SFIDE


OGGI FINIREMO LA STORIA, DOMANI FAREMO LE MODALITÀ SFIDE!! 


ISCRIVETEVI AL CANALE GAMEPLAY1973CHANNEL L'UNICO CANALE CHE PROPONE LE VIDEO GUIDE IN DIRETTA LIVE

DOMANI ALLE 11:00 IN DIRETTA LIVE RESIDENT EVIL 5 REMASTERED



CIAO RAGAZZI 

 

 

VI ASPETTO DOMANI SUL MIO CANALE YOUTUBE GAMEPLAYS1973CHANNEL

ECCO QUALCHE NOTIZIA SU RESIDENT EVIL 5 REMASTERED: 

 

 

Uno dei titoli più popolari di Resident Evil arriva su Xbox One, PS4, in pieno HD 1080p con frequenza di fotogrammi superiore.

Con modalità per giocatore singolo e cooperative, e una trama avvincente, questa ricca versione include tutti i contenuti scaricabili già pubblicati (le espansioni Lost in Nightmares e Desperate Escape, la modalità competitiva, personaggi extra e 4 costumi) e la modalità esclusiva per PC "Senza pietà", oltre alla nuova modalità "Mercenari riuniti" che unisce due modalità particolarmente amate dai giocatori, "I mercenari" e "Mercenari a raccolta", per regalare un'esperienza ancora più intensa.

 

 

PASSO FALSO

Passo falso
di Yannick Saillet 
con Pascal Elbè, Laurent Lucas, Arnaud Henriette
Francia, 2016 
genere, thriller 
durata: 78'



Che il genere di appartenenza di questa vicenda ad altissima tensione sia la survivalist-story è chiaro e, da cinefilo che a diciassette anni ha venduto la macchina dei genitori per finanziare il suo primo cortometraggio, Yannick Saillet bene, al punto che, prima di mettersi all’opera, scartando l’ossessiva ricerca dell’inquadratura perfetta tipica di un regista di videoclip, aveva già stabilito di dividere il suo breve racconto in venti sequenze di pari durata, profondamente diverse l’una dall’altra: alcune più mosse, altre più pacate, nell'insieme regolate da una calcolata alternanza fra dialoghi e silenzi, primi piani e campi lunghi, rinnovata speranza e nera disperazione.
Per giudicare "Passo falso" bisogna partire dalla padronanza del linguaggio cinematografico di un filmaker che sul set è sempre a proprio agio e dalla mancanza, forse, di quella gioiosa spontaneità che rende un unicum ogni opera prima, nei pregi e nei difetti. E tuttavia, il desiderio di Saillet di distinguersi dai vari "Buried", "127 ore" o "In linea con l’assassino", se da un lato indebolisce il potenziale drammatico del film, che non sempre suscita la riflessione sugli orrori di un conflitto inutile, dall’altro priva, con una scelta felice, il disgraziato protagonista di quell’eroismo e di quella celebrazione dell'ingegno che hanno fatto dei personaggi principali delle pellicole citata un pugno di tough guys.



Interpretato con misura da Pascal Elbé, il soldato francese Denis ha poco di valoroso. E' un uomo che ha tradito un compagno d’armi, che non sa come disinnescare l’ordigno e che decide quasi immediatamente di affidarsi al volere del destino, confidando nell’intervento di un deus ex machina che, se arrivasse, riporterebbe "Passo falso" nel dominio dell’entertainment, privandolo di quel vago sapore di b-movie che contiene, se non altro per l’ingegnosità con cui viene sfruttato il budget ridotto.
Nella vita di Denis si alternano fugaci apparizioni: un cecchino, un bambino e un gruppo di donne coperte da burka celesti che, come Madonne rinascimentali, rendono per un istante liquido, suggestivo e femminile il paesaggio, salvo poi ritrasformare la poesia in cronaca brutale nel momento in cui portano silenziosamente via la droga. C’è grande bellezza in questi attimi e nella messa in scena, che però si incanta un po’ troppo nella contemplazione di sé e resta come sospesa, incapace di prendere una precisa strada formale, collocandosi a metà fra un esercizio di stile e la ricerca di umanità.


Figlio di un militare, Yannick Saillet si è posto certamente domande sulla guerra e, lasciando per un attimo la scena a un comandante meschino che vorrebbe appropriarsi dell’eroina, non ha voluto ignorare la stupidità e la superficialità dell’uomo occidentale, che furbescamente traffica per ottenere una medaglia al valore, che al coraggio ha sostituito l’apatia e la noia e che come nome in codice, forse non a caso, sceglie Akela, il lupo de "Il libro della Giungla" e, negli Scout, il capo dei Lupetti e delle Coccinelle, senza rendersi conto che l’Afghanistan non è un campo da gioco ma di battaglia, e che le armi, non di plastica ma di ferro, sparano e uccidono.
Riccardo Supino

domenica 26 giugno 2016

Sarà il Gioco dell'anno: Guarda le Nuove immagini per NiOh

 

 

 

Fonte 

 

 

 

 

Koei Tecmo ha rilasciato un corposo set di immagini del titolo esclusivo per Playstation 4 Nioh. La casa di Ninja Gaiden ha inoltre colto l'occasione per fornire qualche informazione aggiuntiva sul gioco, a cominciare dai nomi dei tre spiriti guardiani (il toro Fuseushi, l'uccello Daibawashi e lo squalo Isonade) che si uniranno al già annunciato cane Raiken.

Confermati i nomi di alcuni dei mostri apparsi anche nei vari video rilasciati fino a questo momento (la Nurikabe, la Hinoenma, la Mukorumusha, la Onibi, la Onyudo, la Onryoki, e il Nue) così come l'uso di location realmente esistenti come le rovine di Dazaifu. 

Interessante segnalare, infine, che il Ninja presentato come "Hanzo" presentato all'interno del gioco sarà a tutti gli effetti Hattori Hanzo, lo storico generale al servizio del Clan Tokugawa durante l'epoca Sengoku.

qui la Gallery

Video: Nuove indiscrezioni sul sistema di combattimento di God of War "Leggi Qui"




Fonte




God of War cambierà, su questo non c'è alcun dubbio. Cambierà la location, il sistema di inquadrature ed alcune caratteristiche tipiche della saga sacrificate sull'altare del cambiamento (vedi la soppressione pressoché totale dei QTE) , ma per il resto?

A questo proposito il team Santa Monica è intervenuta dicendo che le modifiche sostanziali saranno fondamentalmente due. Innanzitutto l'arma principale (un'ascia che potrà essere controllata attraverso i due grilletti del Dualshock) potrà essere usata sia dalla corta che dalla lunga distanza, lanciandola letteralmente verso il nemico di turno.

Secondariamente, la presenza del figlio di Kratos sarà a tutti gli effetti un plus a cui ricorrere nel corso del gioco (attraverso l'uso di un pulsante dedicato) e che consentirà al giovane protagonista sia di affiancare il padre in battaglia che di risolvere alcune sezioni di gioco.

Resta infine probabile ma non confermato la presenza delle rune, che dovrebbero consentire l'uso di attacchi magici particolarmente efficaci.



LA FOTO DELLA SETTIMANA



Paris, Texas di Wim Wenders - Germania Ovest, Francia, Uk 1984

venerdì 24 giugno 2016

ALLE 15:30 CONTINUA L'ESPLORAZIONE DI FALLOUT 4 IN CERCA DI ARMATURE ATOMICHE RARE






CIAO RAGAZZI

CON QUESTO VIDEO CHE VI MOSTRO " VOGLIO MOSTRARVI UN ARMATURA ATOMICA CHE LA POSSIEDO SOLO IO" SE CERCATE SU YOUTUBE SCRIVENDO COSI " T60 TESLA DORSO LEGGENDARIA " NON LA POSSIEDE NESSUNO SOLO IO :-) GUARDATE IL VIDEO 

 

 

 

 





ALLE 11:00 IN DIRETTA CON RATCHET & CLANK PS4





CIAO RAGAZZI 

DEVO AMMETTERE CHE QUESTA VERSIONE LA TROVO MIGLIORE, DI RATCHET & CLANK. IO LO GIOCATA SU PS2 " VI ALLEGO IL PRIMO VIDEO BUONA VISIONE " 

 

GUEROS

Gueros
di Alfonso Ruizpalacios
con Tenoch Huerta, Sebastián Aguirre, Ilse Salas, Leonardo Ortizgris. 
Messico, 2014
genere, commedia
durata, 111'


Una delle caratteristiche più tipiche dei film appartenenti alla Nouvelle Vague era quella di presentare storie che nascevano dal pedinamento di personaggi ripresi durante i loro spostamenti per le strade della città. Favorite dall’apparente casualità di quelle camminate, le immagini proiettate sullo schermo non sembravano il risultato di un programma prestabilito ma il frutto di azioni dettate dal momento. In questo modo registi come Truffaut e Godard riuscivano a dare un senso  compiuto  alle loro narrazioni senza venire meno all'anarchia dello spartito. E’ un po’ a tutto questo che si rifà “Gueros” di Alfonso Ruizpalacios quando decide di raccontare la giornata di un gruppo di amici alla ricerca di una vecchia gloria della musica messicana fuggita dall’ospedale e datasi alla macchia. Nell’intento di tributargli la loro stima tre ragazzi e una ragazza si infilano in un complicato periplo metropolitano che ad ogni tappa ridefinisce le coordinate del loro viaggio.


Vincitore del premio per la migliore opera prima al festival di Berlino 2014 “Gueros”, a dispetto della popolarità di un copione che rientra a pieno titolo in quel romanzo di formazione d’ambientazione studentesca così in voga nel cinema giovanilista, prende fin da subito le distanze dalle produzioni mainstream palesando un’autorialità che non deriva solamente dall'emulazione di insigni colleghi (in particolare il Godard di “A Band A part” e il primo Jarmush) ma che è comprensiva di alcune anomalie formali come quella di girare in bianco e nero e di utilizzare un formato che alla maniera  de “Il figlio di Saul” riduce di molto l’ampiezza del campo visivo. Se poi ci mettiamo che la vicenda si svolge nel 1999 durante la rivolta studentesca che mise in crisi la coscienza civica del paese allora è possibile capire quanto sia importante per il regista promuovere un'opera scanzonata e intelligente. La ricetta di Ruizpalacios funziona però solo in parte perchè talvolta la spontaneità dei protagonisti rimane imbrigliata dalla necessità  del film di tenere fede ai modelli di riferimento di cui si diceva in apertura.  

CALCOLO INFINITESIMALE

Calcolo infinitesimale
di Enzo Papetti, Roberto Minini-Meròt Con Stefania Rocca, Luca Lionello, Manuela Tadini 
Italia, 2016 
genere, drammatico 
durata: 90'


Roberto Pistis vive a Stromboli, isolato dal mondo. Dopo il grande successo e la fama ottenuti in gioventù con il suo primo romanzo, che continua a essere letto e acclamato, di lui, da tempo, non se ne sa più nulla. Valeria Hostis è una giornalista che scrive per le maggiori testate internazionali, decisa a mettersi sulle sue tracce. Lo scova e riesce a prendere appuntamento per quella che, a suo parere, sarà l’intervista dell’anno. I due familiarizzano, si studiano a vicenda e fra loro, curiosi uno dell'altra, inizia un gioco sottile di seduzione.
A partire dalla grafica da computer old fashion che lo apre, sino alla battuta con effetto boomerang che lo chiude, "Calcolo infinitesimale" deve la sua riuscita unicamente a due attori che si sono prestati con la loro professionalità a dare corpo ed espressioni a una sceneggiatura che avrebbe creato a più d’uno dei loro colleghi qualche imbarazzo. Lionello e Rocca, infatti, fanno di tutto per dare leggerezza a battute e situazioni tipiche dei fotoromanzi del passato, mentre si comprende che nelle intenzioni di chi ha scritto e diretto ci si vorrebbe situare in prossimità di "Misterioso omicidio a Manhattan".
Se questa lettura è giusta ed era effettivamente questo l'obbiettivo, non è stato raggiunto: non contribuiscono a risollevare le sorti dell’impresa né l’essere marino che fluttua nel cielo, né il bianco e nero che mette in scena il romanzo mai pubblicato, né, tanto meno, i disegni che precedono la fine.

L'ambizione del regista, che si legge nel pressbook, di misurarsi con film internazionali, forse, è un po' eccessiva.
Riccardo Supino

giovedì 23 giugno 2016

KIKI & I SEGRETI DEL SESSO

Kiki & I Segreti del Sesso
di, Paco Leòn
con, Natalia de Molina, Alex Garcia, Paco Leòn
Spagna, 2016
genere, commedia
durata, 102'


Tematiche scabrose come le perversioni sessuali, termine che il regista sembra voler a tutti i costi abbattere nella sua negativizzazione dell’atto rappresentato, possono essere affrontate con pigli variegati; ne possono essere mostrati gli aspetti sconfinanti nella sfera affettiva, così come le derive estreme e gli effetti possibili sugli individui che li mettono in pratica. Il giovane León sembra aver compreso la lezione impartita da Von Trier e la scosta idealmente, prende le distanze sia dal modo di rappresentazione del cineasta danese che dall’originale pellicola da cui Kiki deriva, quel The Little Death così cupo in alcuni punti e drammaticamente lontano dalla solarità in cui sono immersi i nostri personaggi. La Spagna offre un terreno ottimale per riconvertire il materiale del film australiano, fertile nella sua policromia e pertinente alla ricerca stilistica messa in campo dal regista: l’intreccio delle cinque storie è cullato in un ambientazione anticata, un ideale iperuranio sessuale in cui il pastello predomina e il contrasto si fa sempre meno marcato, attenuando così ogni possibile bagliore cromatico. Cinque coppie atipiche nella loro moderna tipicità si alternano sullo schermo mostrandosi senza veli, narrandoci le loro peripezie nel mondo delle odierne forme d’amore e concludendo un percorso ideale che condurrà lo spettatore alla loro conoscenza e comprensione. León stesso si inserisce nella pellicola, essendo performer prima che artefice, quasi a voler sottolineare il proprio trasporto nella storia e l’importanza rivestita da questa nello sdoganare tali pratiche a livello del pubblico. Irridere e al contempo informare, debellare queste originali forme d’amore da antiquate stereotipie, ripulire la visione del sesso da preconcetti deleteri: la vita è unica, sia essa biologica, sociale o sessuale, e in tale maniera va vissuta. 


A tal riguardo ben si accostano le vicende che si incanalano lungo il solco dell’originale australiano per poi cambiare improvvisamente rotta, distruggendo l’alone drammatico del precedente e sostituendolo con una irrefrenabile voglia di vita ed un irresistibile senso dello humour tutto spagnolo. La penisola iberica ben ci sta abituando all’alto tasso qualitativo delle sue commedie, eppure in questo caso sembra essere intervenuta una maniacalità estrinseca a tale movimento, una forza tutta nuova scaturente dalla giovane mente del regista, riuscita a districarsi in un’incredibile amalgama di elementi che ben si incastrano nello script e sono inseriti in una cornice visiva priva di imprecisioni. La perversione viene sostituita dalla filia, grecismo che rimarca il carattere correttivo degli intenti sceneggiativi verso la terminologia e l’ideologia di devianza, e i protagonisti snocciolano i loro segreti intimi senza indugi particolari, lasciandoci nella imperturbabile certezza che questa sia la vera normalità, la vita pienamente vissuta e degna di essere così appellata. La gratuità del finale sottolineata da molti gioca, invece, a favore della narrazione, giungendo alla perfetta conclusione della storia più interessante, la quale vede contrapporsi una ragazza affetta da sordità ed un sordomuto, invischiati in una situazione grottesca nella propria comicità spinta, in un mondo che sembra non sentirli e repellere i loro stimoli. Freschezza e vitalità sono i valori cardine di una sceneggiatura ricca e ben oliata, inscenata da un cast corale in ottima forma e fondata su una rappresentazione visiva di raro spessore per tale genere, una piccola perla in un mare burrascoso ricco di ostriche vuote. 
Alessandro Sisti

Vi Mostro i Nuovi talenti di The Division Underground (Video)


 

 

fonte

 

 

 

 

Il prossimo 28 Giugno sarà rilasciata la prima espansione ufficiale per The Division, il titolo Ubisoft che ha conosciuto alterne fortune nel corso della sua breve esistenza. Oltre alle nuove aree esplorabili (si parla di sotterranei, questa volta) e nuove armi a disposizione degli agenti, saranno disponibili anche tre nuovi talenti che sono descritti alla perfezione nel video a fondo news

 

 

mercoledì 22 giugno 2016

THE NEON DEMON

The Neon Demon
di Nicolas Winding Refn con Elle Fanning, Abbey Lee, Keanu Reeves, Christina Hendricks
Francia, USA, Danimarca
horror, thriller
durata, 117'




Assecondando le suggestioni provenienti dall’ultimo festival di Cannes dove, in termini di fischi e di cattive recensioni “The Neon Demon” è riuscito a fare peggio del precedente "Solo Dio perdona", raccogliendo disapprovazioni anche da parte di chi della stampa scritta era stato suo strenuo difensore, non si riesce a fare a meno di accomunare il destino artistico di Nicolas Winding Refn a quello del connazionale Lars Von Trier. Proprio sulla croisette infatti  i due registi hanno avuto modo di fare i conti con i rischi del mestiere passando - in un tempo relativamente breve - dalla consacrazione assoluta alla dannazione eterna. Premesso che alla pari delle altre discipline anche il cinema è condizionato dalla moda del momento e che è spesso questa a costituire il metro di misura alla quale si rifà chi è chiamato a giudicare i film, è fuor di dubbio che a scatenare le ostilità da parte della critica siano state la spregiudicatezza e le provocazioni di cui si alimenta il cinema di questi autori. Nel caso di Refn poi la contrarietà è aumentata dalla mancanza di nobiltà di forme cinematografiche che prediligono la bella immagine e non nascondono il debito nei confronti del cinema di genere più violento e popolare. Come quello di matrice horror utilizzato da Refn per raccontare la vicenda di Jesse, aspirante modella in cerca di successo che, arrivata a Los Angeles, grazie alla sua virginale innocenza finisce per  catalizzare le attenzioni di stilisti fotografi e press agent, diventando l'oggetto del desiderio di una folta schiera di ammiratrici disposte a tutto, anche a uccidere, pur di diventare uguale a lei.  

Girato senza alcun compromesso, che per il regista significa stravolgere le convenzioni proprie del genere in questione, qui rielaborate secondo le caratteristiche  del suo ultimo cinema, “The Neon Demon” riesce a fare meno della trama – nella sostanza ridotta a pochi eventi - raccontando la propria idea di mondo attraverso un flusso ininterrotto di sequenze ad alto tasso psichico. Ad essere rimossi non sono solo gli elementi del reale ma l’idea stessa di bellezza - quella del corpo femminile -  che il regista svuota di qualsivoglia erotismo e significato. Esaltate dalla musica elettronica di Cliff Martinez le astrazioni di Refn raggiungono vette psichedeliche che attraggono e insieme respingono. Dopo “Mulholland Drive” e “Map to the Stars”, film a cui quello di Refn assomiglia non poco, “The Neon Demon” potrebbe essere l’ultimo tassello di una trilogia dedicata alla città losangelina

martedì 21 giugno 2016

VIDEO THE DIVISION PS4 ITA " MAX LIVELLO 228 E ZONA 79"





QUESTO IL MIO PERSONAGGIO, MANCA POCO PER RAGGIUNGERE IL LIVELLO 99 DI ZONA NERA, PENSO CHE IN DUE SETTIMANE DOVREI RIUSCIRCI (BUONA VISIONE A TUTTI) 




News: Dead by Daylight: il Miglior Gioco Horror dell'anno!!




Fonte





Il publisher Starbreeze ha annunciato che Dead by Daylight ha venduto oltre 270.000 copie su Steam, coprendo dopo una sola settimana dalla sua pubblicazione i costi di sviluppo e produzione.


La notizia è stata diffusa dal CEO di Starbreeze, Bo Andersson Klint, che ha espresso tutta la sua felicità per il traguardo raggiunto e soprattutto per la collaborazione stretta con Behaviour Interactive, sviluppatore del gioco. Per Starbreeze si tratta della prima collaborazione in assoluto come publisher videoludico.

Gli utenti hanno apprezzato il survival game: la maggior parte delle recensioni riportate su Steam sono quasi tutte positive (circa 5.500 recensioni degli utenti).

 

 

 

lunedì 20 giugno 2016

ALLE 11:00 CONTINUA DARK SOULS 2 " PATTO DEI CAMPIONI PT 3 "





QUI PUBBLICO I DUE VIDEO PUBBLICATI




ASPETTANDO I GIOCHI NUOVI PRENDERÒ ANCHE RESIDENT EVIL 5  REMASTERED VISTO CHE CI SARANNO COSE AGGIUNTIVE, LO PRENDO COSTA 20 EURO!!

 

 

Notizia del Giorno La PlayStation 4 Neo Costerà 399 Euro?

 

Fonte

 

 

  

PlayStation 4 Neo dovrebbe costare 399 euro in Europa. Il prezzo in America sarebbe 399 dollari e nel Regno Unito 349 sterline.

 

 

 Lo ha rivelato l'insider Tidux, non nuovo ad indiscrezioni relative al mondo PlayStation. Secondo i rumors, che vi chiediamo di prendere con le dovute cautele, il prezzo della PlayStation 4 Neo dovrebbe essere dunque lo stesso dell'attuale PS4 in bundle con PlayStation VR, o 100 euro in più della PS4 base. Un incremento di prezzo non elevato nonostante la potenza promessa da PlayStation 4 Neo sembra sia molto maggiore. Non dovrebbero comunque esserci problemi con i videogiochi, non c'è il rischio che esca un gioco per PS4 Neo e non per PS4, così come accaduto con il VR, e inoltre anche lui, come già anticipato da noi ieri, conferma che PlayStation 4 Neo uscirà entro la fine di quest'anno. Non ci resta che attendere conferme o smentite ufficiali.

Notizia del Giorno: Titanfall 2: Respawn DLC Gratuiti

 

 

 

Fonte

 

La scorsa settimana vi abbiamo dato la bella notizia: Titanfall 2 avrà i DLC di mappe e modalità di gioco gratuiti. Ma sarà davvero così? E perché tutta questa generosità? Oggi Respawn fornisce qualche risposta.

 

 

In un'intervista a GamesRadar+ il co-fondatore dello studio Vince Zampella ha spiegato la decisione. "Daremo tutte le mappe e le mods gratuitamente perché...non vogliamo spennare la community. Vogliamo ancora provvedere a contenuti post-lancio perché sono le persone che lo vogliono, ma non sarà gratuito farlo. Se dovremo fornire supporto, avremo bisogno di denaro".

E dove lo troverà il denaro Respawn? Zampella ammette che ancora, su questo argomento, le idee non sono proprio chiarissime, ma lascia intendere che fornirà nel marketplace il classico store con le skin e gli altri contenuti estetici per la personalizzazione, tutti oggetti che non serviranno per vincere o facilitare il gioco, ma che con microtransazioni permetteranno allo studio di continuare a realizzare nuovi contenuti. O almeno è questa la speranza, come fa capire il produttore Drew McCoy: "Dobbiamo fidarci dei giocatori come i giocatori si fidano di noi. La fiducia resta finché noi facciamo la cosa giusta - non vendere mappe e modalità - e sempre più persone investono in noi, investendo nel gioco. [...] i giocatori saranno felici della loro versione da 60 dollari", intendendo che i gamer saranno talmente contenti di dover spendere solo 60 euro per un gioco completo da essere spinti a supportarli con qualche acquisto collaterale. Il principio è buono, vedremo se reggerà il confronto con il mercato.

TUTTI VOGLIONO QUALCOSA

IN DIRETTA ALLE 11:30 DARK SOULS 2 "PATTO DEI CAMPIONI" PT 2







CIAO VI ASPETTO 

VI MOSTRERÒ CHE LA DIFFICOLTÀ DI DARK SOULS 2 E SUPERIORE RISPETTO A DARK SOULS 3 " SONO IN POCHI CHI ABBIA PORTATO AL TERMINE TUTTA LA SFIDA DEL PATTO DEI CAMPIONI 

Destiny: I Signori del Ferro è la nuova, attesa espansione dell’universo di Destiny,Leggi Qui


 Fonte

 

 


Destiny: I Signori del Ferro è la nuova, attesa espansione dell’universo di Destiny, che offre una inedita storia ambientata all’interno delle Terre Infette, una nuova area sulla Terra. Sotto il comando di Lord Saladin, affronterete una nuova fazione di Demoni Caduti, i Tecnosimbionti, mentre tenterete di scoprire il mistero dei Signori del Ferro. I Signori del Ferro offre nuove armi, armature, equipaggiamenti insieme ad un nuovo Assalto cooperative a tre giocatori, una nuova modalità e nuove mappe per il multiplayer competitivo del Crogiolo ed una nuova Incursione cooperativa a sei giocatori.

ELEMENTI CHIAVE:

Nuova storia in modalità campagna

La muraglia, che per secoli ha resistito al confine meridionale dell'Antica Russia, è crollata sotto i colpi della guerra contro i nostri nemici. I caduti stanno razziando le tombe dell'Età dell'Oro e l'infezione che hanno risvegliato nelle terre selvagge è più pericolosa di quanto siano in grado di immaginare. Unisciti a Lord Saladin e addentrati nelle Terre Infette. Scopri il destino dei Signori del Ferro e ferma la minaccia incombente prima che sia troppo tardi.

Nuove aree da esplorare

Destiny: I Signori del Ferro include una nuova zona sulla Terra che offre nuove aree tutte da esplorare, una nuova fazione nemica da combattere, nuove attività e segreti da scoprire. I giocatori riapriranno una fortezza a lungo abbandonata che fungerà da nuovo spazio sociale per i Guardiani che risponderanno alla chiamata all’azione di Lord Saladin.

  • Nuova Zona: Le Terre infette - Le Terre Infette sono una zona interamente nuova sulla Terra. Quest’area vicino al Cosmodromo è stata sottoposta a quarantena per secoli. Ora i Diavoli tecnosimbionti hanno sfondato la muraglia, scavato sottoterra e trovato tecnologia dal potere quasi illimitato. I tecnosimbionti stanno utilizzando questa incredibile tecnologia – SIVA – per trasformare la regione secondo i loro deviati voleri.

  • Nuovo spazio sociale: il Picco di Felwinter - Dalla fortezza di montagna posta alla sommità del Picco di Felwinter, I Signori del Ferro un tempo si estendevano su tutto il pianeta, combattendo l’Oscurità e proteggendo i sopravvissuti dopo la Caduta. Dopo la caduta dei Signori del Ferro, anche la loro fortezza fu reclamata. Ora, nuovi Guardiani devono affrontare la scalata ghiacciata per rivendicare la sommità nevosa che si affaccia sulle Terre Infette, e stabilire una nuova base operativa nella lotta contro i Diavoli tecnosimbionti Caduti.


Nuova fazione nemica


Ogni Casato Caduto ha tecnosimbionti – hacker di corpi e bioingegneri che fondono carne e metallo – ma i Demoni tecnosimbionti hanno scoperto la tecnologia definitiva, SIVA, un ritrovato dell’Età dell’Oro che permette di auto- assemblarsi e auto-replicarsi grazie alla nano-tecnologia. I Caduti hanno sempre adorato le macchine che sembrano divinità, ed ora, dotati di SIVA, i Demoni tecnosimbionti stanno diventando essi stessi macchine che sembrano divitnità. Confrontati con i Demoni tecnosimbionti Caduti nelle Terre Infette, trova la fonte dell’epidemia SIVA e contienila ad ogni costo.


Nuova incursione a 6 giocatori


Nelle profondità della Terra si nasconde la vera fonte dell’epidemia SIVA, protetta dai più zelanti e potenti Diavoli tecnosimbionti Caduti. Sei Guardiani si immergeranno nelle profondità del suolo per fermare la minaccia alla fonte. Dovessero uscirne vittoriosi, ritorneranno in superficie con nuove armi e armature SIVA.


Destiny: I Signori del Ferro include anche:


  • Nuove imprese, armi, armature, equipaggiamento da conquistare

  • Assalti nuovi ed aggiornati

  • Nuove modalità e mappe competititve

  • Aumento del Livello di Luce

  • Altro ancora che sarà svelato nel corso dell’estate


Il Gjallarhorn è tornato.


  • TUTTI I giocatori de I Signori del Ferro, indipendentemente dal luogo o momento dell’acquisto, potranno avere il Gjallarhorn dopo aver completato una specifica quest ne I Signori del Ferro.

  • I giocatori che pre-ordineranno il gioco a partire dal 9 Giugno riceveranno una edizione limitata del Gjallarhorn, che presenta una colorazione nera e argento.*

  • Disponibile su PlayStation 4 & Xbox One

domenica 19 giugno 2016

GLI INVISIBILI: HIGH RISE - SECONDA PARTE


High rise
di Ben Wheatley
con, Tom Hiddleston, Jeremy Irons, Luke Evans, Elisabeth Moss, Sienna Miller, James Purefoy.
UK, 2015 
genere, 
durata, 115'




Proprio intorno a questa ibridazione animale/materiale si muove, frammentato e asettico, laconico e brutale, ciclotimico e sospeso, il resoconto cinematografico di Wheatley. Abbastanza aderente all'intreccio originale che prevede come casus belli la serie d'inesplicabili avarie elettriche che un giorno via l'altro precipita il grattacielo nell'inefficienza paralizzandone le funzioni di sostentamento [e lasciando in breve campo libero al caos nella forma di un homo homini lupus versione XX secolo all'interno del quale, complice una statistica divisione per ceti che si espande man mano verso i piani alti dello stabile - nel cui attico troneggia, progettista e ispiratore di una sorta di neo-Utopia, Anthony Royal (interpretato con la solita eleganza controllata da Jeremy Irons) - i duemila inquilini, tra un party e l'altro, un'orgia e l'altra, una puntata in piscina o al fornitissimo supermercato interno, prendono prima a boicottarsi vicendevolmente, poi a riunirsi in gruppi per impadronirsi e controllare i residui sistemi funzionanti e gli approvvigionamenti divenuti presto sporadici e di fortuna, quindi a bloccare gli accessi tra i vari livelli, in modo da formare isolate enclave in cui rinchiudersi sul tipo di compartimenti tribali gestiti per mezzo di rigidi codici gerarchici e di condotta: ogni passo di questa irresistibile disgregazione segnato dal collante di episodi violenti, saccheggi, devastazioni, abusi... '... è un errore pensare che stiamo tutti spostandoci verso uno stato di felice primitivismo. Qui il modello non sembra essere il buon selvaggio, piuttosto, direi, il nostro sé post-freudiano e nient'affatto innocente, violentato da un'educazione all'evacuazione troppo indulgente, dalla devozione per il nutrimento al seno e dall'amore genitoriale... Una miscela ovviamente più pericolosa di qualsiasi cosa abbiano dovuto sopportare i nostri antenati vittoriani. I nostri vicini hanno avuto tutti un'infanzia che più felice non si poteva, ma sono comunque arrabbiati. Forse è perchè non hanno mai avuto la possibilità di diventare dei perversi...'], "High rise" è altresì attraversato da alcuni (ovvi) cambiamenti di registro [per dire, una delle figure principali, il dr. Robert Laing - un garbato ma sotto sotto ben più che inquieto Tom Hiddleston - giovane insegnate di Fisiologia alla Facoltà di Medicina, ricopre nel film un più marcato ruolo di arbiter di quanto non emerga dalle pagine; l'attribuire minore enfasi sui disservizi prodottisi nel grattacielo può alimentare in chi guarda, magari a digiuno del riferimento letterario, il sospetto circa una qual gratuità della disintegrazione lenta ma sistematica delle barriere sociali e di classe periodicamente ricondotte da Ballard, invece, entro lo stringente binomio erosione (della tenuta complessiva della struttura)/regressione (della popolazione in essa ospitata/reclusa); s’abbozza, ed è un tratteggio, l'instaurazione di un matriarcato arcaico ventilata dallo scrittore britannico come compendio e punto di congiuntura delle nevrosi, delle frustrazioni di una variegata galassia femminile - tanto più o meno privilegiata quanto insoddisfatta - qui esemplificata da una lasciva e avvilita Charlotte Melville/S.Miller; da una sprezzante e ondivaga Ann Royal/K.Hawes e da una solo in apparenza arrendevole e vittima designata Helen Wilder/E.Moss; et.] e da talune variazioni per ciò che attiene i legami che uniscono i personaggi. L'opera prova a spostarsi, così, e a cercare un proprio assetto, sullo scivoloso terreno di confine che accoglie, al tempo, il tentativo di materializzare in modo adeguato un immaginario complesso e sfaccettato, oltreché assai personale (quello di Ballard) e le necessità espressive di un Cinema (quello di Wheatley) aduso alla riproposizione quasi lineare di un realismo incline al nonsense crudele, nonché percorso da sprazzi di follia cieca - sottile ma persistente, guarnita spesso di elementi horror che quel realismo sostengono e vivificano - capaci di lacerare il tessuto molle di consuetudini e dipendenze tenuti insieme dal trito denominatore comune dell'indifferenza e della rassegnazione. Tale accidentata progressione si stabilizza a tratti, ed in genere risulta più salda e coinvolgente sul versante figurativo che non su quello drammaturgico.


In altre parole: se, come è stato da più parti sottolineato (e, magari, ai tempi del romanzo in questione, era ancora possibile illudersi riguardo esiti diversi), la lotta di classe è finita e l'ha vinta il Capitale, ecco che Wheatley affronta uno dei grumi metaforici e preveggenti della narrazione ballardiana - smarrendone, in sostanza, parte del fascino straniante e tacendo il cupo revanscismo incarnato dalla figura di Richard Wilder (restituito con indubbia energia iconoclasta da Luke Evans), autore televisivo deciso ad inerpicarsi tra rifiuti e rottami fino all'eremo del niveo Royal per un risolutivo faccia-a-faccia, diluito in un dispersivo cocktail di furore e velleitarismo - al modo di una serie di rapide e sgargianti scene inframmezzate da dialoghi via via più disincantati e sarcastici, caratterizzate da tonalità cromatiche ora sul filo di una appropriata psichedelia, ora compresse in una specie di bizzarra staticità satura (pareti, ambienti, suppellettili e abbigliamenti affastellano nuance disparate, dall'ocra, al rosa, al pesca, passando per il verde mela, il rosso scuro e il bianco accecante, in un caleidoscopio di proposito contundente, esaltato dalla mdp che volentieri ne coglie il nitore, la prepotenza o l'opacità dal punto di vista di inquadrature sghembe o morbidamente sospese) e nelle quali la classe lavoratrice, quella borghese delle professioni e quella dell'aristocrazia del denaro, fanno sfoggio delle rispettive miserie come fossero il portato di un improvvido, quasi casuale imbarbarimento, mentre in realtà riflettono il silenzioso ma inesorabile lavorìo di un contesto particolare (a sua volta allegoria di un sistema globale che non prevede più vie d'uscita) che ne forgia intenzioni e scopi, ossia di una vera e propria personalità dispotica in grado di forzare l'individuo a mostrare cosa davvero stagna al fondo di ritualità sociali onnicomprensive ma meramente formali (Parlava del grattacielo come fosse una specie d'immensa presenza animata che incombeva su di loro e teneva lo sguardo autoritario fisso sugli avvenimenti. O anche: Era costantemente consapevole dell'immenso peso del cemento sopra di lui, e aveva la sensazione che il suo corpo fosse al centro delle linee di forza che attraversavano l'edificio), al punto da esigere sottomissione e fedeltà imperiture (... appena fuori dalla porta a vetri, fu immediatamente colpito dalla luce e dall'aria più fresca, come se respirasse l'aspra atmosfera di un pianeta alieno. Un senso di estraneità, molto più tangibile di qualsiasi cosa si trovasse nel grattacielo, circondava da ogni lato il condominio. E: L'assenza di qualsiasi rigida struttura rettilinea sintetizzava per Laing tutti i rischi del mondo che stava al di là del grattacielo). D'altro canto, è altrettanto vero che, a fronte di incisivi andirivieni della mdp di reminiscenza kubrickiana paralleli agli spostamenti tanto decisi quanto fittizi degl'inquilini da e verso l'edificio, attraverso gli ambienti sempre più impraticabili, parimenti flagrante si nota una perplessità - destinata a rimanere tale - al momento di optare per un taglio dichiaratamente visionario (impressionante, a tal proposito, la prospettiva da cui si osserva il giardino privato di Royal, squarcio vegetale impossibile incastrato direttamente fra la pietra e il cielo) o per uno che privilegi, pur tenendoli in costante frizione, la parvenza convenzionale di rapporti impostati secondo il metro ideale di una acquisita civilizzazione e il substrato surreale, dionisiaco, onirico che quella misura intende solo distruggere (A quel punto anche le violenze si erano totalmente stilizzate, erano diventate fredde e casuali spasmi di aggressività. In un certo senso, la vita nel grattacielo aveva cominciato ad assomigliare a quella del mondo esterno: le stesse crudeltà e violenza celate entro una serie di cortesi convenzioni. E: Anche il disfacimento del grattacielo era un modello del mondo in cui sarebbero vissuti in futuro. Era uno scenario post-tecnologico, dove ogni cosa era o in abbandono o, più ambiguamente, rivista secondo modalità inaspettate e più significative). L'esito prevalente di "High rise" pare essere allora il risultato non del tutto armonico di una circolarità a volte alquanto suggestiva ma come ostaggio di un'irresolutezza che ne frena le ambizioni - sebbene solo intraviste, tutt'altro che banali - sull'instabile piano tracciato per accogliere sia lo slancio immaginativo che gli evidenti scrupoli di ortodossia filologica, un po' come se anche Wheatley, al pari di Ballard in un dato frangente della sua avventura creativa, si fosse fermato, avesse preso tempo e indugiato prima di scegliere which way to inter space.
TFK

LA FOTO DELLA SETTIMANA






Lancelot du Lac di Robert Bresson, Fra/Ita 1974

venerdì 17 giugno 2016

GUARDATE IL VIDEO DI #OUTLAST2 PAURA ALLO STATO PURO

 

 Fonte

 

 

 

Una manciata di anni fa Red Barrels, piccolo sviluppatore americano di appena dieci elementi, ha rilasciato Outlast, un gioco horror in prima persona dalla struttura molto semplice, quasi interamente incentrato sull'idea di spaventare il giocatore a colpi di salti sulla sedia, inseguimenti e una tensione costruita unicamente attraverso espedienti visivi. Un'esperienza cinematografica, nelle intenzioni, che se fosse stata portata al cinema sarebbe stata bollata come mediocre ed estremamente derivativa, ma che su PC e console, dove l'elemento interattivo aggiunge un ulteriore strato di profondità e il genere è (era?) meno saturato, la formula ha funziona alla grande. Così bene da vendere su Steam oltre un milione di copie e diventare un piccolo cult anche su YouTube, dove infiniti video sono stati girati per testimoniare quanto facile sia terrorizzare qualcuno seduto davanti a una telecamera. Entro l'anno aspettiamo il seguito, che abbiamo provato in occasione dell'E3 2016 e che non sembra voler sconvolgere il canone dettato dal suo precedessore, piuttosto intende rifinire una formula che già promette di ripetere il successo del 2013.

 

 

 

 

Segni di squilibrio

La demo ci porta ai margini di una foresta, in piedi davanti a un sentiero che conduce ad alcuni capanni di legno: vestiamo i panni di un reporter, Blake Langermann, che insieme alla moglie Lynn si è recato sul posto per indagare la scomparsa di una donna incinta e un possibile delitto per mano di una misteriosa setta. Inutile dire che da cacciatori diventeremo ben presto prede, perderemo di vista la nostra Lynn e dovremo riuscire a trovarla ed evadere l'orrore in cui ci verremo a trovare. Il gameplay di Outlast 2 mescola ancora una volta esplorazione dell'ambiente alla necessita di fuggire dalle minacce che ci si parano davanti. Per sondare l'oscurità dobbiamo guardarla attraverso la nostra telecamera, che questa volta prevede l'utilizzo di batterie ricaricabili e quindi non potrà essere utilizzata costantemente.

 

 

 

Con la stessa è di tanto in tanto possibile notare passaggi che a occhio nudo non vengono visualizzati, quindi proseguire attraverso vie che l'occhio umano per qualche ragione non riesce a vedere: parlando con alcuni membri del team di sviluppo ci è stato spiegato che con questo seguito intendono dare una connotazione più psicologica al tema horror della serie, indagare gli abissi della mente umana. Ambizioni a parte, questo si traduce in un continuo cambio di ambientazioni: arrivati davanti a un pozzo alcuni tentacoli di lovecraftiana memoria ci trascinano in fondo, portandoci nei pressi di una grotta colma di cadaveri disposti a croce e poco dopo, passando attraverso un altro passaggio, all'interno di una scuola. In venti minuti incrociamo spettri, bambine impiccate, mostruose mani che spuntano dal soffitto e temibili essere che ci inseguono senza lasciarci scampo, da cui scappare nel tentativo di evadere da un'area e poi da quella successiva e via dicendo. Le interazioni con l'ambiente sono quelle solite: ci si nasconde tra l'erba alta, in barili pieni d'acqua finché il respiro ci assiste e negli armadietti, muovendosi con circospezione, consapevoli che toccherà ripetere la stessa area più volte.

 

 

 

Non sembrano esserci enormi innovazioni ma se avete apprezzato l'originale, sembra che possiate dormire sonni tranquilli. La durata complessiva dell'esperienza sarà, a quanto detto, circa il 30% più lungo di quella del 2013, mentre il motore utilizzato è una versione aggiornata dell'Unreal Engine, che non ha fatto fare chissà quale salto in avanti ma ha permesso di avere un modo in generale più rifinito, con effetti al passo con i tempi. Come detto l'uscita è prevista per la fine dell'anno, quindi ancora pochi mesi e avremo modo di tirare le somme sul progetto.

E3 2016: INSPIRING NEW WORLDS



















Come di consuetudine, anche quest’anno vi proponiamo un resoconto degli eventi trascorsi durante l’E3 di Los Angeles. Per l’esattezza, in questo articolo evidenzieremo i titoli che secondo noi andrebbero tenuti sott’occhio e quali sono state le nostre impressioni durante le varie conferenze.


ELECTRONIC ARTS

Mass Effect Andromeda (minuto 59:15) e Battlefield 1 (minuto 1:30:00): questi sono i due titoli che hanno dominato durante la conferenza di EA la quale, di fatto, ha aperto la fiera videoludica più importante al mondo. Nonostante si sia visto davvero poco del primo, Bioware ha affermato che il mondo di gioco sarà il più ampio della saga, ci saranno nuove razze aliene e nel periodo autunnale verranno rilasciate nuove info sul titolo. Nel filmato mostrato durante la conferenza abbiamo notato l’ottimo lavoro svolto sotto il punto di vista grafico grazie al prestante motore Frostbite 3; la data d’uscita di Mass Effect: Andromeda è fissata al 2017. Battlefield 1 ci riporterà indietro nel tempo, esattamente alla Prima Guerra Mondiale, su vasti scenari dove aerei, carri armati e fanterie si fronteggiano per il predominio assoluto. DICE ha rivelato che nel comparto multiplayer le armi primarie saranno divise in sei classi: fucili a pompa, SMG, LMG, semi automatiche, armi da fianco e fucili di precisione, ma non sarà possibile utilizzare singoli accessori per personalizzarle. Ogni arma avrà tre configurazioni predefinite (loadouts) ed inoltre saranno disponibili diverse skin oltre alla possibilità di modificare i reticoli di mira ed i livelli di zoom. Anche qui il Frostbite 3 e' protagonista rendendo l’fps di casa DICE uno spettacolo per gli occhi anche grazie ad un’ottima implementazione del sistema d’illuminazione, degli effetti meteorologici ed alla possibilità di radere al suolo qualsiasi struttura. Ci ha lasciati letteralmente di stucco vedere apparire un gigantesco dirigibile corazzato nel cielo e, successivamente, vederlo precipitare sotto il fuoco nemico sul campo di battaglia.
Chi è rimasto soddisfatto dal primo Titanfall sarà contento di sapere che il secondo capitolo è stato mostrato durante la conferenza. Dal nostro punto di vista, Titanfall 2 (minuto 45:30) non porta grandi novità in termini di gameplay ma..hey, quale miglior occasione per pilotare giganteschi Mech contro i nemici?
Vi consigliamo di prendere visione dell’originale platform game chiamato Fe (minuto 1:18:19) e di non tralasciare Fifa 17: The Journey (minuto 1:07:36) che vedrà i giocatori vestire i panni di una giovane promessa del calcio alla ricerca di successo.

La conferenza completa



BETHESDA

Arkane Studios (Dishonored) ha ufficialmente annunciato con un trailer l’fps futuristico Prey (minuto 1:30:00), che vedrà luce nel 2017 su PS4. Di seguito le dichiarazioni dell’editore:
“Nel gioco vestiremo i panni di Morgan Yu, oggetto di una serie di esperimenti di dubbia moralità fatti con lo scopo di migliorare la razza umana. Risvegliandovi a bordo della Talos 1 nel 2032, dovrete scoprire i segreti celati nel cuore della stazione spaziale mentre una misteriosa forza aliena vi dà la caccia. Dovete affidarvi agli strumenti che riuscirete a trovare nella stazione, e alla vostra intelligenza, alle vostre armi e ad abilità incredibili per combattere l'onnipresente minaccia e, forse... riuscire a sopravvivere.”
Dishonored 2 (minuto 1:48:33) è stato il secondo titolo più atteso nella conferenza Bethesda. Nella sua lunga dimostrazione si evince come sia stata lasciata libertà al giocatore di approcciarsi alla trama seguendo il proprio stile di gioco. L’editore si è poi espresso riguardo alla storyline:
“Corvo Attano ritorna in Dishonored 2, ma questa volta non è solo. Si unirà a lui sua figlia Emily Kaldwin. Quindici anni dopo, entrambi i personaggi sono cresciuti. All'età di 25 anni, Emily non è più l'innocente bambina del primo gioco, ma una potente figura che comanda l'Impero. E Corvo, dopo aver riportato la figlia sul trono, riveste i panni di Protettore Reale. Nel giorno dell''anniversario della madre di Emily, Jessamine Kaldwin, un usurpatore sovrannaturale si impadronisce del trono, lasciando il destino dell'Impero appeso a un filo.”
Ci ha sorpresi positivamente il ritorno di un grande fps e che i veterani del pc ricordano ancora molto bene. Parliamo ovviamente di Quake: Champions (minuto 1:12:18) del quale speriamo di vedere qualcosa in più durante il QuakeCon di agosto.
Segnaliamo, inoltre, l’arrivo su PC del manageriale Fallout Shelter (minuto 55:59) e la versione rimasterizzata di Skyrim (minuto 1:27:10)

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MICROSOFT


La Xbox One S fa il suo debutto sul palco dell’E3 (minuto 39:16), la versione slim dell’attuale console next-gen di casa Microsoft che è 40% più piccola, possiede un hard disk da 2TB ed un alimentatore integrato; il controller avrà invece una portata wireless maggiore. La console sarà venduta da agosto al prezzo di 299 dollari.
Per coloro i quali non possiedono ancora una One, quanto detto potrebbe rivelarsi un grande annuncio ma..cosa pensereste se vi dicessimo che a fine conferenza è stata annunciata addirittura una seconda console con il nome in codice “Scorpio”?! Si, avete letto bene. Quest’ultima sarà più prestante della One, richiederà una tv con risoluzione 4K per essere sfruttata al meglio e verrà probabilmente rilasciata sul mercato a fine 2017. Microsoft, capiamo benissimo che il marketing è tutto per te ma non starai esagerando un po’? Sicura di non poter spremere al massimo l’hardware della One piuttosto che “obbligarci” a spendere i nostri risparmi in un lasso di tempo così ristretto?
Noi una risposta ce la siamo data ma preferiamo continuare ad elencarvi i titoli d’uscita, veri protagonisti della suddetta conferenza.
Era quasi certo l’annuncio di Forza Horizon 3 (minuto 53:30) per via di alcuni rumors che circolavano prima della sua effettiva presentazione al pubblico. Il titolo di corse farà sfrecciare i giocatori per le strade asfaltate e sterrate dell’Australia a bordo di una vastità enorme di veicoli, proponendo inoltre una campagna cooperativa con altri tre giocatori. Forza Horizon 3 farà parte della campagna Microsoft chiamata Play Anywhere, che consentirà così di poter ottenere il gioco sia su PC che su Xbox One con un unico acquisto (condividendo salvataggi e progressi su entrambe i sistemi).
We Happy Few (minuto 1:25:42), in arrivo il 26 luglio come esclusiva temporanea su Xbox One, è una nuova IP di genere action-adventure che ricorda vagamente lo stile del più conosciuto Bioshock. Il gioco sarà ambientato in un futuro immaginario dove è uso comune assumere delle droghe per rimanere felici ed inquadrati.
Interessante l’annuncio del seguito del survival-horror post apocalittico State of Decay (minuto 1:53:16) che implementerà finalmente una modalità co-op. Coloro i quali hanno invece apprezzato il gioco di carte di The Witcher 3 saranno felici di scoprire che è in sviluppo una versione standalone del Gwent (minuto 1:31:55)!
Il piratesco Sea of Thieves (minuto 1:50:40) di Rare è stato mostrato in un video gameplay dove i giocatori, suddivisi in due squadre, hanno dovuto imparare (senza l’ausilio di un tutorial) a governare/gestire le proprie navi e successivamente darsi battaglia a suon di cannonate in alto mare! Arr!

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UBISOFT

Ammettiamo di non essere rimasti impressionati dai titoli proposti dalla casa di sviluppo francese, quelli che meritano una maggiore attenzione sono principalmente tre.
Iniziamo da Ghost Recon: Wildlands (minuto 1:12:38), il nuovo capitolo della famosa serie di tps ambientato stavolta in un mondo aperto. Durante la dimostrazione abbiamo visto le meccaniche del gioco attraverso i quattro agenti che componevano la squadra operativa; operatori che potranno anche essere controllati da giocatori in carne ed ossa in modalità co-op.
For Honor (minuto 2:03:38) ritorna sul grande palco dell’E3 con la sua campagna single-player; Cavalieri, Vichinghi e Samurai lottano tra loro per la sopravvivenza del proprio popolo e contestualmente anche contro il malvagio signore della guerra Apollyon.
Siete appassionati di sport estremi? Steep (minuto 2:46:00) vi porterà tra le alpi dell’Alaska per affrontare, in modalità single/multi-player, le vette attraverso l’uso di scii, snowboard, parapendio o tuta alare. Queste le parole dell’editore: “Tuffati da solo o spalla a spalla assieme ad altri giocatori. Registra e condividi le acrobazie più incredibili che si siano mai viste, poi sfida il mondo a tenere testa ai tuoi trick, a battere le tue stesse traiettorie e a rivivere le tue cadute più spettacolari. Esplora la montagna: allacciati le cinture, preparati e tuffati.”

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SONY

Dove iniziamo? Non vogliamo sembrarvi di parte ma la conferenza Sony è stata l’unica ad averci proposto un buon numero di titoli davvero interessanti.
Kratos è tornato in God of War (minuto 39:40) con una spettacolare veste grafica next-gen insieme a quello che, nella dimostrazione, sembra essere suo figlio. Il gioco mantiene le sue meccaniche action ed i contenuti maturi e “crudi” che hanno sempre contraddistinto la serie.
Nessuno di noi aveva ancora sentito parlare di Days Gone (minuto 1:38:30), il tps survival-horror con ambientazione post-apocalittica dove gli zombie, tantissimi zombie, monopolizzano la scena. Incredibile la quantità di zombie vista nella dimostrazione; una cosa simile l’avevamo riscontrata soltanto nel recente film World War Z.
Ha fatto capolino sul palco dell’E3 anche il presunto desaparecidos The Last Guardian (minuto 50:20), ora con una data d’uscita ufficiale: 25 ottobre 2016! Alleluja!
Cambio di rotta invece per la serie Resident Evil, il settimo capitolo (minuto 1:07:24) sembra avvicinarsi alle meccaniche in prima persona (con supporto VR) dell’ormai cancellato Silent Hill P.T. Noi abbiamo provato e commentato la demo (qui il video) e siamo soddisfatti di quello che abbiamo visto nonostante Capcom abbia ufficializzato che la versione finale avrà altri protagonisti e probabilmente una location differente. L’uscita di RE7 è prevista per il 24 gennaio 2017.
Horizon: Zero Dawn (minuto 52:11) ci ha mostrato una nuova caccia ai dinosauri robot in un lungo filmato gameplay. Rimanendo in tema robot, Quantic Dream metterà il giocatore alla prova con le numerose scelte presenti in Detroit: Become Human (minuto 1:00:26). Nella presentazione viene proprio mostrato come una qualsiasi risposta, in una fase estremamente delicata del gioco, possa avere diverse ripercussioni/esiti. Lodevole il comparto grafico del titolo nonché le espressioni facciali dei personaggi.
Hideo Kojima piomba sul palco dell’E3 esordendo con un entusiasta “I’m back!”. Una frase che ha fatto letteralmente scalpitare la platea e che ha poi seguito il trailer di Death Stranding (minuto 1:30:53), il suo primo progetto in collaborazione con l’attore Norman Reedus. Cosa dobbiamo aspettarci? Un gioco sulla falsa riga di Silent Hill P.T.? E’ ancora presto per dirlo ma siamo molto fiduciosi e crediamo nel buon operato della Kojima Productions!

La conferenza completa


A seguire altri titoli mostrati durante il corso della fiera..

FINAL FANTASY XV



HALO WARS 2



MAFIA III



THE LEGEND OF ZELDA: BREATH OF WILD



GRAN TURISMO SPORT