venerdì 17 maggio 2019

JOHN WICK 3 - PARABELLUM


John Wick 3 - Parabellum 

Chad Stahelski
con Keanu Reeves, Halle Berry, Laurence Fishburne, Anjelica Huston
USA, 2019
genere,  azione, thriller
durata, 130’




Ai tempi dei film interpretati per Sergio Leone, di Clint Eastwood si diceva che avesse solo due espressioni, con o senza cappello. Se il tempo ha fatto giustizia all’ispettore Callahan, dimostrando che anche davanti alla macchina da presa l’attore americano avrebbe potuto comunque dire la sua, nel caso di Keanu Reeves si può forse dire la cosa opposta, e cioè che con il passare degli anni la mono espressività del nostro sia diventata un vero e proprio marchio di fabbrica, consacrato dalle sorelle Wachowski nella trilogia di Matrix. Di quel film Reeves si è portato dietro il volto monolitico, l’attitudine a fare del proprio corpo uno strumento d’espressione più convincente delle parole e, infine, la passione per le arti marziali, disciplina al centro del suo primo e, fin qui, unico film da regista (Man of Tai Chi).

La consapevolezza derivata da queste premesse rendono un film come John Wick 3 – Parabellum – terzo episodio di una serie che non ha nessuna intenzione di fermarsi qui – null’altro che il pretesto per sfruttare fino in fondo ciò che resta dell’antico lignaggio, un tempo oggetto di interesse e innamoramenti da parte del cinema che conta (ricordiamo Bertolucci e il suo Piccolo Buddha) e oggi, invece, relegato nell’ambito dei b-movie più sfacciati, per aver avuto il coraggio di mettere insieme ben 130 minuti di durata potendo contare su un’unica variante, quella derivata dall’alternarsi degli sfidanti, pronti a fermare l’avanzata dell’eroe, John Wick, colpito, ferito e quasi morto, eppure ogni volta miracolosamente pronto allo scontro successivo. Reeves, da parte sua, non potrebbe chiedere di meglio, considerato anche che le riprese long shot sembrano fatte apposta per trasformare la scena in una lunga sessione di allenamento dello sport preferito dall’attore statunitense.

D’altronde, di fronte alle eventuali rimostranze dei detrattori, presenti anche se si stesse parlando di un film di Kubrick o di Fellini, il regista ed ex stunt-man Chad Stahelski potrebbe far notare la coerenza di un lungometraggio la cui matrice non è letteraria o cinematografica ma video-ludica, essendo John Wick, prima di tutto, il protagonista dell’omonimo videogame. Da qui la struttura narrativa ambientata nel medesimo spazio e organizzata su più livelli di difficoltà all’interno della quale la differenza consiste nel miglioramento ossessivo della medesima performance. Come appunto accade ai professionisti della playstation.
Carlo Cerofolini
(pubblicato su taxidrivers.it)

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