I fratelli Sisters
di Jacques Audiard
con John C. Reilly, Joaquin Phoenix, Jake Gyllenhaal
Francia, Spagna, Romania, Belgio, USA, 2018
genere, western
durata, 122’
Un western europeo. E’ questo quello che prova a fare Jacques Audiard con il suo nuovo film, “I fratelli Sisters”, riuscendo perfettamente nell’intento. Miscelando in maniera saggia tanti elementi, da quelli più comici a quelli più tipicamente western crea un intreccio interessante e un film da vedere. Eli (John C. Reilly) e Charlie (Joaquin Phoenix) Sisters sono due fratelli pistoleri molto abili, al servizio del Commodoro che nell’Oregon del 1851 hanno il compito di trovare e catturare un certo Herman Warm, un cercatore d’oro che ha trovato una soluzione chimica che permette una migliore individuazione dell’oro separandolo dagli altri materiali. Ad aiutarli c’è l’investigatore John Morris (Jake Gyllenhaal) che, precedendo i due fratelli, deve rintracciare Warm e trattenerlo fino all’arrivo dei protagonisti, ma non tutto andrà secondo i piani. Da questo si dirama un film con momenti inaspettati e risvolti sorprendenti, non solo a livello di narrazione, ma anche e soprattutto a livello dei personaggi. Ognuno di loro è ben caratterizzato e ciò permette al pubblico di entrare fin dai primi istanti in sintonia con essi. Se da un lato si è dalla parte dei fratelli Sisters che, nonostante siano, tra le tante cose, anche dei brutali assassini disposti a tutto pur di arrivare al loro obiettivo, dall’altro lato non si può non parteggiare anche per Warm e Morris, con intenti, nel complesso, positivi.
L’elemento che colpisce, non a caso, in questo film è l’umanità dei personaggi: i due fratelli Sisters si difendono e proteggono a vicenda in qualsiasi modo. Nonostante la sua condotta di vita un po’ sregolata, Charlie è sempre pronto ad aiutare il fratello e, allo stesso modo, anche Eli è disposto a qualsiasi sacrificio pur di vegliare su Charlie. Il primo è sicuramente il più emotivo e il più empatico ed è anche colui che costituisce la chiave comica della narrazione con i momenti in cui si dedica a lavarsi i denti, ma è anche l’unico che inizia a porsi degli interrogativi e a chiedersi se valga effettivamente la pena continuare o meno il percorso intrapreso. Ed è questa la chiave dell’intero film: il cambiamento che, a poco a poco, se fa sempre più insistente nei protagonisti e, in modo più evidente, in Eli. In generale la costruzione della storia ruota attorno alle due coppie protagoniste che sembrano quasi l’una il contraltare dell’altra: gli spietati fratelli pistoleri e i buoni d’animo (o comunque redenti) Warm e Morris che vogliono addirittura fondare una società insieme.
Da segnalare, a livello tecnico, un lungo e intenso piano sequenza a conclusione della storia, quasi come se si trattasse di un ciclo che si conclude, ma che sicuramente è uno degli elementi che ha permesso un riconoscimento ulteriore all’opera di Audiard premiata al festival del cinema di Venezia con il leone d’argento per la miglior regia.
Un western, insomma, diverso da quelli che siamo abituati a vedere che ha, però, tutte le carte in regola per rientrare nel genere.
Veronica Ranocchi
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