Forse è solo mal di mare
di Simona De Simone
con Francesco Ciampi, Beatrice Ripa, Maria Grazia Cucinotta
Italia, 2019
genere, commedia
durata, 93’
Dopo il cortometraggio “Satyagraha”, Simona De Simone sfrutta l’idea di Matteo Querci per dirigere il suo primo lungometraggio: “Forse è solo mal di mare”.
La storia, ambientata nella spettacolare isola di Linosa, vede protagonista Francesco, quarantenne toscano fuggito in territorio siciliano per amore di Claudia che, però, dopo diciassette anni, decide di andarsene, abbandonare la propria famiglia per rifarsi una vita. Francesco si ritrova, quindi, solo con la figlia Anita, diciassettenne, che sta frequentando la scuola con la speranza di proseguire i suoi studi di pianoforte al conservatorio di Lugano in Svizzera. A scombussolare quella che apparentemente sembra la monotona vita di due persone ci pensa Laura, la nuova insegnante di Anita che cercherà di fare breccia nel cuore del protagonista. Ma non tutto sembra filare liscio.
Al di là della trama, che dà vita a una classica commedia non troppo elaborata, l’elemento fondamentale dell’intera narrazione è indubbiamente l’isola di Linosa che sembra addirittura oscurare i personaggi. Grazie ai suoi colori accesi e vivi e alla sua energia dirompente, riesce a emergere senza problemi in qualsiasi inquadratura e, come ha più volte sottolineato la regista, ha permesso di lavorare senza dover cercare particolari angolazioni o altro. “E’ un set a cielo aperto” ha ribadito la De Simone, che, in maniera astuta, fa quasi parlare il paesaggio.
Altro elemento da non dimenticare è il cameo di Maria Grazia Cucinotta che interpreta Claudia e che contribuisce a creare scompiglio nei vari legami dei personaggi.
Con una produzione interamente pratese, il film, presentato in anteprima proprio nella città Toscana, fa trasparire questo elemento all’interno del film, in primis grazie alla presenza di Francesco Ciampi, il protagonista della vicenda. L’attore pratese, giunto al suo primo ruolo da protagonista, porta la sua toscanità all’interno di una commedia che gli permette di staccarsi da tutto il resto, in quanto circondato da siciliani, e evidenziare la propria comicità talvolta involontaria.
Attraverso la comicità e la vicenda mostrata al pubblico, si riesce anche a comprendere la vita vera degli abitanti dell’isola, con ritmi molto lenti, ma che riescono a educare.
A fare da collante tra tutti questi elementi c’è, poi, l’amore, in tutte le sue forme: l’amore ormai finito tra Claudia e Francesco; quello, invece, tra padre e figlia; quello nei confronti dell’isola e quello verso il proprio sogno e le proprie aspettative.
Peccato, però, che, oltre alla splendida scenografia e ad una regia pulita non ci sia molto di più. Peccato perché con queste basi forse si poteva ambire a qualcosa di più.
Veronica Ranocchi
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