lunedì 1 gennaio 2018

LA RUOTA DELLE MERAVIGLIE

La ruota delle meraviglie
di Woody Allen 
con Kate Winslet. Justin Timberlake, Jim Belushi, Juno Templo
USA, 2017
genere, drammatico 
durata, 101’



Ginny ha sposato in seconde nozze Humpty, che lavora nel Luna Park di Coney Island, e gli ha portato in dote un figlio decenne con una spiccata tendenza per la piromania.Ginni, però,  è insoddisfatta di quel matrimonio e trova nel bagnino Mickey un uomo colto che possa comprendere anche le sue velleità di attrice. Un giorno arriva a sconvolgere i fragili equilibri Carolina, figlia di Humpty fuggita dall'entourage del marito mafioso. Quando Mickey ne fa la conoscenza Ginny avverte l'imminenza di un pericolo.
Woody Allen aveva già citato il Luna Park di Coney Island in una battuta di “Io e Annie” quando faceva dire ad Alvy Singer di aver abitato sotto le montagne russe di quel parco di divertimenti.
Questa volta vi si installa direttamente, facendosi dominare da quella Wonder Wheel che diventa simbolicamente la ruota delle vite dei suoi protagonisti. Dopo il raffinato e malinconico tuffo nella Hollywood degli studios di “Café Society”, Woody si immerge nel dramma di piccole vite di uomini e donne che cercano di strappare alla quotidianità qualche momento di luce: che sia quella di una battuta di pesca per Humpty, di una relazione da consumare sotto dei tramezzi di legno tra letteratura e teatro per Ginny o come possibilità di fuga e sopravvivenza a una scelta sbagliata per Carolina. 
Una luce che Vittorio Storaro, alla sua seconda collaborazione con Allen, preleva dalla natura e trasferisce sui personaggi offrendo a Ginny le tinte rosseggianti del tramonto e a Carolina quelle del momento di passaggio verso la notte. Grazie al cromatismo delle diverse attrazioni del Luna Park, in più di un'occasione l'autore della fotografia accompagna i mutamenti del sentire con quella che lui chiama “fisiologia del colore”. Ed è proprio grazie a queste scelte cromatiche che Allen chiarisce l'assunto di questa sua nuova opera, che peraltro aveva già fatto dichiarare a Mickey. Stiamo assistendo a un film la cui sceneggiatura si è venuta sviluppando seguendo i canoni narrativi di un aspirante scrittore imbevuto della letteratura degli Anni Cinquanta.
Riccardo Supino

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