mercoledì 15 febbraio 2017

ALWAYS SHINE

Always Shine
di Sophie Takal
con Caitlin Fitzgerald e Mackenzie Davis
USA, 2016
genere, thriller
durata, 85'


Prima attrice e poi regista Sophie Takal per la sua opera seconda decide di tradurre in immagini una sceneggiatura che più cinematografica di così non potrebbe essere. Se non bastasse il fatto che le protagoniste della storia sono due giovani attrici impegnate a rinsaldare la propria amicizia nel corso di un week end riparatorio c’è la presenza di un dispositivo che si diverte a giocare con i codici del cinema e in particolare con quelli collegati con la tecnica di montaggio e la funzione dei vari tipi di inquadratura. Rispetto a questi elementi appare eloquente la scelta di utilizzare due primi piani  molto ravvicinati per introdurre le protagoniste del film: separati da una sequenza di ambiente casalingo in cui una delle ragazze discute con il compagno sull’opportunità di girare scene di nudo, gli inserti in questione ci mostrano le ragazze rivolgersi alla telecamera in uno stato di alterazione emotiva causata dalla discussione con la voce fuori campo. “Always Shine” dapprima azzera la verità di cui questo tipo di soluzione si fa portatrice (il primo piano solitamente viene utilizzato come cartina di tornasole dello stato d’animo dei personaggi) svelando, con una sorpresa tutta da scoprire, l’artificialità delle informazioni in essa contenute; successivamente trasferisce sulla personalità delle donne il carico di ambiguità che di li in poi apparterà alla natura del visivo. 


Ma non è tutto, perché nella scelta di raccontare il deteriorarsi del legame tra Beth e Anna privilegiando la dimensione psico sensoriale della crisi, quella che ad un certo punto metterà le protagoniste nella condizione di non distinguere più tra reale e immaginato, la Takal utilizza il montaggio per rappresentare la mente delle sue “erinni” con raccordi logici che minano la linearità spazio temporale delle progressione narrativa. L’effetto che ne deriva, enfantizzato dalla sensualità di attrici dalle movenze lynchiane (Caitlin Fitzgerald e Mackenzie Davis, prossimamente nel nuovo “Blade Runner 2049”) produce un risultato tanto affascinante nel togliere certezze alla ragione dello spettatore quanto insufficiente nel capitalizzare - soprattuto in fase conclusiva - i tanti spunti a cui da adito il tormentato rapporto tra le due protagoniste. Comunque da non perdere.

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