50 sfumature di nero
di James Foley
con Jamie Donan, Dakota Johnson, Kim Basinger
USA, 2017
genere, drammatico, sentimentale
durata, 118'
Ne è passato di tempo da quando in America ci fu chi pensò che i tempi fossero maturi per sdoganare il sesso dalla censura che impediva di mostrarlo senza veli nelle sale del circuito ufficiale. Era il 1972 quando Linda Lovelace con il suo "Gola profonda" tradusse in immagini le fantasie dei maschi americani facendo della sua bocca un strumento di piacere che oltre a solleticare l'immaginario della controparte maschile prefigurava una rivoluzione culturale e del costume di fatto mai avvenuta. Se così non fosse stato oggi di un film come "50 sfumature di nero" probabilmente non sentiremo neanche parlare. E invece, sulla scia del ritrovato perbenismo che da allora fino ad oggi ha fatto di Hollywood la terra promessa del proibizionismo sessuale, capita anche che un film senza alcuna pretesa diventi oggetto di attesa "messianica" per avere l'ardire di condire con le dovute fantasie una storia d'amore complicata come lo è qualsiasi relazione con un altro essere umano. Perché prima che con gli altri, ci dice il film in questione, bisogna andare d'accordo con se stessi e fare pace con quei demoni interiori che nel caso del miliardario Christian Grey (il modello irlandese Jamie Dornan) sembrano fatti apposta per tormentarne la relazione con la dolce Anastasia Steele (la morbida Dakota Johnson), convinta, come molte donne, di poter cambiare/salvare il proprio uomo inducendolo a desistere dal trarre piacere nell'infliggere punizioni alle sue amanti.
Da questo punto di vista il film non riesce però a centrare l'obiettivo perché, lungi dal presentare una qualche variante drammaturgia ai dubbi della protagonista, perennemente in bilico tra l'accettare la personalità del suo amante o tirarsene indietro, la narrazione di fatto risulta orizzontale e priva di una qualsivoglia progressione che non sia quella di arrivare con motivi risibili se non alla pace dei sensi (peraltro auspicabile visti i problemi derivati dall'incontinenza sessuale dei due protagonisti) almeno al raggiunto conformismo delle dinamiche di coppia tra Christian e Anastasia. All'inseguimento di un romanticismo che stenta a decollare per i motivi appena enunciati "50 sfumature di nero" in termini di fantasia e pure di sorprese paga la sorte che da sempre spetta al secondo episodio di ogni trilogia cinematografica, contrassegnati dalla transitorietà che solitamente anticipa il carosello finale.
(pubblicato su ondacinema.it)
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