lunedì 14 gennaio 2019

BENVENUTI A MARWEN

Benvenuti a Marwen
di RobRobert Zemeckis
con Steve Carell, Leslie Mann. 
USA, 2018
genere, biografico
durata, 116'


Tratto da una storia vera, il nuovo film di Robert Zemeckis, “Benvenuti a Marwen”, racconta la vita dell’artista e fotografo Mark Hogancamp, il quale, nel 2000, è stato aggredito da un gruppo di uomini che lo hanno sentito pronunciare, da ubriaco, che gli piaceva indossare delle scarpe da donna. Il pestaggio è stato così violento da ridurre Hogancamp in coma per più giorni, facendogli perdere la memoria, la capacità di camminare e anche di disegnare. Per far fronte a ciò, di cui non ha memoria, Mark si rifugia in una sorta di realtà parallela, creata attraverso delle bambole, alle quali fa vivere delle vere e proprie avventure che richiamano i fatti che gli sono realmente accaduti. Questa “realtà” si chiama Marwen, un villaggio fittizio nel quale si svolgono le varie avventure e disavventure di Hogie (alter ego dell’artista) insieme a delle donne, che altri non sono che le donne reali che ruotano intorno al protagonista, avendolo aiutato durante la terapia e che continuano, in qualche modo, ad aiutare. Marwen si rivela, però, essere bersaglio di vari nazisti che sembrano intenzionati a far fuori Hogie e chiunque gli sia particolarmente vicino.

La storia, un continuo alternarsi tra realtà e finzione, è rappresentata in maniera originale e sperimentale: Zemeckis ricorre, infatti, a performance capture e CGI (computer-generated imagery) per mostrare al pubblico tutto ciò che succede (più o meno realmente) a Marwen. Non è solo la mente dell’artista che crea le varie dinamiche tra i personaggi, ma anche lo spettatore si ritrova completamente immerso in questo viaggio straordinario, all’interno di quella che ha tutte le carte in regola per essere considerata una realtà parallela.

Ciò che emerge dal film di un regista che ha già optato per queste tecniche particolari e al quale piace mescolare caratteri, generi e quant’altro di sperimentale a tutti gli effetti (basti pensare a Forrest Gump, Chi ha incastrato Roger Rabbit?, Polar Express, etc) è un omaggio e una lode alla figura femminile. E’ la donna la vera eroina della storia, anzi di entrambe le storie. Nella vita reale, per trovare la forza di rialzarsi (non solo fisicamente), Mark ha bisogno di varie donne; allo stesso modo anche Hogie, senza il supporto delle sue donne, non potrebbe sopravvivere a Marwen.
Forse un po’ troppo pretenziosa l’idea di realizzare un film del genere facendo ricorso a questo tipo di sperimentazione che poteva essere omesso per concentrarsi solo ed esclusivamente sulle dinamiche che vedono coinvolto un bravo Steve Carell, nel ruolo di Hogancamp, e gli altri personaggi.
Nonostante ciò il risultato è più che soddisfacente perché pone il pubblico su due livelli diversi di visione e, quindi, su due modi uguali, ma distanti di guardare uno stesso soggetto.
Veronica Ranocchi

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