giovedì 31 gennaio 2019

LA FAVORITA

La favorita
di Yorgos Lanthimos
con Olivia Cole, Emma Stone, Rachel Weisz
Grecia, 2019
biografico, storico
durata, 120'



Quando si ha a che fare con Yorgos Lanthimos si deve mettere in conto una buona dose di eccentricità e provocazioni. A tracciare un solco tra lui e gli altri c'è, però, il fatto che nel cinema dell'autore greco questi pungoli non rimangono semplici aneddoti, ma sono il segnale di una sostanza che si relaziona alle cose umane, traguardate nei loro aspetti più indicibili e scabrosi. Si badi bene, qui non ci si riferisce solo ai contenuti dei film che, di per sé, costituiscono uno degli elementi vincenti del pacchetto, ma anche al modo in cui essi sono fatti. Se prendiamo come paragone il suo nuovo film, "The Favourite", ambientato nella corte della monarchia inglese di inizio Settecento, e lo confrontiamo con la maggior parte dei lungometraggi aventi come sfondo il medesimo soggetto, a spiccare non è certo il degrado morale e la decadenza dei reali inglesi e dei loro accoliti. Si può, anzi, dire che il tema degli intrighi di corte, con la consueta alternanza di alleanze e tradimenti, spesso è bastato per giustificare la messa in opera di questo genere di film. In effetti, anche quella di Lanthimos non differisce per nulla da tale schema, avendo come protagonista la rivalità tra Lady Sarah Churchill, (Rachel Weisz, attrice feticcio del regista) favorita della regina Anna e fautrice per interposta persona della guerra a oltranza contro la Francia, e Abigail Masham (Emma Stone), nobildonna caduta in disgrazia e per questo determinata a risalire la china, scalzando la rivale dai privilegi che si è conquistata. Come si può immaginare anche in "The Favourite" cattiverie e colpi bassi si sprecano: basti pensare a quelli messi in atto dalla spregiudicata Abigail per conquistarsi il diritto di giacere nel talamo della regina, soddisfacendone gli appetiti sessuali, come pure alle trame cospiratrici del politico Robert Harley (Nicholas Hoult) acerrimo nemico di Lady Sarah e disposto a tutto per toglierla di mezzo e prenderne il posto accanto alla sovrana.

Le convenzionalità di genere, però, finiscono qui, poichè per Lanthimos la ricostruzione di costume e le consuetudini della vita aristocratica non sono il fine bensì il punto di partenza, o meglio, una delle possibili prospettive dalla quale continuare a declinare la poetica sui rapporti di forza all'interno di strutture regolate da gerarchie e consuetudini strettamente fissate. Se, in altre occasioni, l'osservazione del regista aveva trovato il proprio campo d'applicazione all'interno dell'istituto famigliare, con "The Favourite" a essere sotto la lente d'ingrandimento ne è una sorta di variabile allargata che tiene conto non solo dei legami biologici ma anche delle relazioni acquisite per altre vie, nelle quali il rapporto tra servi e padroni non è solo figurato ma reale, nella misura in cui nel corso della vicenda lo mettono in pratica la regina con la sua protetta e a sua volta Lady Sarah con la disinvolta cugina e ancora quest'ultima con la fragile sovrana. Nelle mani di Lanthimos questo triangolo diventa un moltiplicatore di casistiche umane create dal continuo riposizionamento dei ruoli (di vittima e carnefice) a cui vengono sottoposti gli incontenibili personaggi. Ma tutto ciò non sarebbe sufficiente a giustificare la fama del regista, che al gusto estetico e allo sguardo da entomologo aggiunge la capacità di creare immagini cariche di senso rispetto al pensiero di cui si fa promotore.


Sulla scia di Sorrentino a cui Lanthimos non è secondo per la costruzione di universi visivi autosufficienti, "The Favourite" reinventa gli spazi del potere, fotografandoli a lume di candela (come a uso tempo aveva fatto Stanley Kubrick con "Barry Lyndon") e fendendoli con carrellate letali come quelle che trasformano i corridoi del palazzo in un pista da corsa dove far sfrecciare la regina in "carrozzella". Fatta salva la tendenza a compiacersi della propria bravura, cosa che in certi passaggi non lo esentano dall'essere fin troppo prolisso, le immagini di Lanthimos suggeriscono relazioni (come quella in cui la ripresa dal basso che accomuna Sarah e Abigail è rivelatrice della medesima natura delle due donne), svelano caratteri (ci riferiamo alle scene relative alle sessioni di tiro, indicative della personalità proditoria e rapace delle agoni) certificano patologie (suggerite dalla deformazione visiva presente in alcune inquadrature). Detto che, se non fosse per la mancanza di stringatezza della seconda parte, "The Favourite" figurerebbe ai vertici della filmografia dell'autore, era dai tempi della "Marie Antoinette" di Sofia Coppola che non vedevamo un film in costume sbarazzino e sfrontato come quello in questione. Da non perdere.
Carlo Cerofolini
pubblicata su ondacinema.it)

CREED II

Creed 2
di teven Caple Jr.
con Sylvester Stallone, Michael B. Jordan, Tessa Thompson, Dolph Lundgren
USA, 2019
genere, azione, drammatico 

"Creed 2” è uno di quei film di che non c’è bisogno di vedere per sapere come va a finire. Sceneggiato da Sylvester Stallone che insieme a Ryan Couglar -presente in veste di executive - supervisiona la direzione dell’esordiente Steve Clape Jr, il nuovo episodio delle imprese di Adonis Creed ti prende in contropiede laddove meno te lo aspetti. Detto che la trama altro non fa che rimettere in scena dinamiche e situazioni che da sempre appartengono alla saga di Rocky Balboa e, nella fattispecie all’episodio numero quattro della serie, ( rifatto nella decisione di mettere uno contro l’altro il Rocky afroamericano trasposto nella sezione “sportiva” del film decidendo che a sfidare il Rocky afroamericano e l’erede di Ivan Drago, ospiti di una rimpatriata generale che oltre a Dolph Lundgren comprende anche la rediviva ‪Brigitte Nielsen‬,) Creed 2 si conquista la propria autonomia raffreddando la spettacolarità fracassona dello show pugilistico con la trattenuta malinconia dell’ex stallone italiano. Il quale, recalcitrante ma pur sempre disposto ad assistere e consigliare il suo pupillo nella preparazione della nuova sfida, assurge a un livello di tragicità che ne fa una figura per certi versi simile al Frankie Dunn di Million Dollar Baby. Un pedegree che il personaggio di Stallone si conquista in virtù di una gestualità minimale e di una partecipazione che non ruba mai la scena e, ancora, nel senso di colpa che gli deriva dalla responsabilità di una paternità mancata. Il film lo asseconda privilegiando oscurità e mezzi toni. Fatto, questo, piuttosto raro nel cinema mainstream.
Carlo Ccrofolini

martedì 29 gennaio 2019

Fornite Patch 7.30 Ecco cosa Troverete sul Gioco!




Granata congelante

Avviso: si consiglia di indossare calzini di lana. Congela i tuoi nemici fino al midollo con questo nuovo oggetto. C'è da stare freschi!








Supporto per i controller per dispositivi mobili

Il supporto per i controller Bluetooth è arrivato sui dispositivi mobili supportati! Lanciati e conquista la vittoria in un modo tutto nuovo.






ARMI E OGGETTI







  • Granata congelante
    • La Granata congelante respinge i giocatori e li fa scivolare sul terreno.
    • Alleati, nemici e veicoli colpiti dalla Granata congelante scivolano con ruote o piedi congelati per 7 secondi.
    • Si rilascia in gruppi da 3.
      • Dimensione massima pila: 6.
    • Rarità comune.
    • Si trova nel bottino a terra, nei forzieri e nei distributori automatici.
  • Falò confortevole - Grafica aggiornata
    • Abbiamo aggiornato gli effetti visivi dei Falò confortevoli per indicare più chiaramente quando sono in uso o spenti.

  • In magazzino
    • Fucile di precisione bolt-action
    • Vampafucile
    • Fucile pesante
    • MITRAGLIETTA
      • Comune, non comune e raro
  • Fuori magazzino
    • Mitraglietta silenziata
      • Comune, non comune e raro
  • Probabilità di generazione del bottino a terra Pistola doppia ridotta da 2,24% a 1,38%.

Correzione dei bug

  • I palloni non entrano più in collisione con i veicoli.
    • Così facendo risolviamo un problema per il quale i veicoli potevano essere danneggiati usando i palloni a bordo dei veicoli.

Anthem Possibile Flop?: Dure le Critiche dei Giocatori ( Leggi qui le Motivazioni )




Peccato Poteva essere il Gioco dell'anno ( Leggete le dure critiche di chi ha Provato il gioco)






BioWare ha promesso che lo ottimizzerà post lancio dopo le critiche piovutegli addosso per le performance della demo VIP, anche su console 









La demo VIP di Anthem ha messo in luce alcune problematiche tecniche relative all'ottimizzazione, con ad esempio le versioni Xbox One X e PS4 Pro che non riescono a tenere i 60 fps fissi, o con la versione PC che fatica anche su configurazioni high end





Parlandone con Eurogamer.pt cliccate qui per leggere L'articolo integrale






Aggiornamento di Notizia:


In un post sul blog di EA, Chad Robertson di Bioware ha spiegato che il team è a conoscenza delle problematiche che affliggono la demo e che ci sarà molto lavoro da fare per correggere in vista della demo pubblica, che si svolgerà questo fine settimana. Nello specifico gli sviluppatori si concentreranno sui problemi dei caricamenti, i problemi di performance dei server e bug vari.
Robertson ha anche stilato una lista di fix in arrivo con la versione finale del gioco, che sfortunatamente non verranno implementati nella demo pubblica. Tra le modifiche ci sono miglioramenti alle performance, fix per la stabilità, un nuovo Social Hub (il The Launch Bay), risoluzione dei problemi con i bonus e le infusioni delle armi, gestione del party e perdità di XP durante alcune spedizioni e molto altro ancora.
Ricapitolando, i problemi che verranno risolti per la demo pubblica:
  • Correzione di vari bug
  • Aggiornamenti per le performance dei server per risolvere buona parte dei problemi di rubber-banding
  • Fix per i caricamenti infiniti
  • Correzione del bug legato all’ottenimento degli Strali
  • Rettificazione dei bug relativi al login su client e piattaforme varie.
Questi invece i problemi che verranno risolti prima del lancio:
  • Correzione dei problemi relativi alle infusioni delle armi
  • Correzione dei problemi ai bonus delle armi agli strali
  • Correzione dei problemi legati ai party
  • Fix del bug che riduce i punti esperienza al termine di alcune spedizioni
  • Miglioramenti delle performance
  • Ulteriori fix di stabilità di gioco
  • Lancio del Social HUB The Launch Bay
  • “e qualche altro migliaio di fix (letteralmente)”

Notizie su Resident Evil 2 Remake il 15 febbraio arriverà la modalità "The Ghost Survivors" Sara Gratis






Capcom ha appena annunciato, tramite un tweet prontamente ripreso da Gematsu, che in Resident Evil 2arriverà la modalità "The Ghost Survivors", disponibile tramite aggiornamento gratuito a quanti sono in possesso del gioco.



Ps: se Ai difficoltà a Finire uk Gioco Guarda qui i Video per la soluzione Completa 










La storia è incentrata sulle vicende di tre personaggi che non ce l'hanno fatta a sopravvivere a Raccoon City: il proprietario del negozio d'armi, la figlia del sindaco e il soldato, a cui sono rispettivamente dedicati i capitoli "No Time to Mourn", "Runaway" e "Forgotten Soldier














lunedì 28 gennaio 2019

COMPROMESSI SPOSI

Compromessi sposi
di Francesco Miccichè
con Vincenzo Salemme, Diego Abatantuono, Dino Abbrescia
Italia, 2019
genere, commedia
durata, 90’



Come i famosissimi Renzo e Lucia, promessi sposi protagonisti dell’omonima opera, in prosa, di Alessandro Manzoni, anche Riccardo e Ilenia sono due giovani innamorati che, spinti dal grande sentimento che li lega, decidono di sposarsi. Fin qui niente di strano, se non fosse che i genitori (soprattutto i rispettivi padri) non sono assolutamente d’accordo perché li ritengono troppo giovani per compiere un gesto del genere.
Alla giovane età dei due ragazzi si somma un altro problema non di poco conto: le città di origine. Riccardo è il figlio di Diego (Abatantuono), un ricco imprenditore del nord tutto d’un pezzo; Ilenia è, invece, la figlia di Gaetano (Salemme), il sindaco di Gaeta. Oltre alle differenze sostanziali che i due sottolineano, l’incontro dei due figli riporta a galla un diverbio avvenuto l’anno prima, proprio a Gaeta. Lo scopo dei due protagonisti diventa, quindi, quello di boicottare il matrimonio dei rispettivi figli in tutti i modi possibili. Riusciranno nel loro intento?
La commedia di Francesco Miccichè porta sullo schermo la classica diatriba nord-sud, sempre fonte e spunto di interessanti aspetti da scardinare. Purtroppo, però, non riesce a emergere e a portare una ventata di freschezza e novità ad un tema che, seppur interessante, è già stato ampiamente visto.
I due attori sono molto bravi ad interpretare i loro ruoli (forse un po’ troppo stereotipati), ma non sono sufficienti a rendere l’opera una commedia riuscita.
Al di là degli stereotipi, anche le battute e i momenti più puramente comici sanno di già visto e lo spettatore non può far altro che anticiparne le risposte, fin troppo prevedibili. Allo stesso modo anche l’intreccio della storia sembra essere fin troppo chiaro da subito con dei personaggi che inizialmente pensano e agiscono in un determinato modo per poi cambiare nel corso della narrazione e crescere.
Se da una parte l’appoggiarsi a due attori come Abatantuono e Salemme può essere (ed è) un vantaggio perché hanno la capacità di incarnare perfettamente i personaggi descritti e riescono sempre e comunque a strappare più di una risata, dall’altra parte sarebbe stato, forse, più saggio appoggiarsi maggiormente ai personaggi secondari, dai due giovani innamorati, alle mogli e alla sorella di Riccardo. Mescolare i vari personaggi e le dinamiche che si vengono a creare tra i personaggi secondari e quelli principali avrebbe probabilmente conferito maggiore freschezza a un’opera che, nonostante qualche risata, lascia un po’ l’amaro in bocca.
Veronica Ranocchi


Sta per Arrivare il battle royale arcade JoJo’s Bizarre Adventure: Last Survivor. (Guarda il Video) @BandaiNamcoIT







Nelle scorse settimane  Bandai Namco ha annunciato un nuovo titolo arcade competitivo, basato sulla popolare serie JoJo’s Bizzarre Adventure. Il gioco si chiamerà JoJo’s Bizzarre Adventure: Last Survivor e sarà proprio un battle royale per ben 20 giocatori. 


Nelle scorse settimane  Bandai Namco ha annunciato un nuovo titolo arcade competitivo, basato sulla popolare serie JoJo’s Bizzarre Adventure. Il gioco si chiamerà JoJo’s Bizzarre Adventure: Last Survivor e sarà proprio un battle royale per ben 20 giocatori. 







domenica 27 gennaio 2019

INVISIBILI: DESTINATION WEDDING

Destination wedding
di, Victor Levin
con, Keanu Reeves, Winona Ryder, Dj Dallenbach
USA 2018
genere, commedia
durata, 85’


Take the space between us
Fill it up some way…
- The Police -


Sul serio il Cinema è un piccolo scrigno per la meraviglia. Al suo interno, infatti, cura con particolare dedizione un metodo tutto suo di offrire cittadinanza all’improbabile, tipo quello che avvicina due cherofobici conclamati - il Frank dalla prestanza stanca e lo sguardo in perenne tralice interpretato da Keanu Reeves a mo’ di un John Wick costretto a usare l’arma della dialettica al posto di quella da fuoco; la Lindsay dalla grazia nervosa e il tenue disincanto di Winona Ryder, precipitato contemporaneo dell’acqua cheta May Welland de “L’età dell’innocenza”, padrona magari delle proprie prerogative manipolatorie quanto oramai poco o punto persuasa della loro autentica efficacia - La coppia, nella cosiddetta realtà, impiegherebbe meno di tre minuti a recidersi vicendevolmente le giugulari ma, appunto, grazie alla peculiarità di cui sopra, cede alla curiosità di cimentarsi col rischio di misurare in prima persona l’esatta distanza che la separa, lasciando aperto un varco utile all’ipotesi d’instaurare una paradossale intesa al negativo.

Non si spiegherebbe altrimenti la palpabile prossimità che si avverte al cospetto di un’opera come “Destination wedding”, di Victor Levin (già produttore televisivo, sceneggiatore e autore di “5 to 7”, prima personale incursione nel ginepraio delle relazioni e dei sentimenti), scientemente e brillantemente compressa entro uno schema che mutua dal teatro leggero la costruzione per scene autosufficienti in ambienti d’immediata individuazione (il terminal di un aeroporto, l’interno di un taxi, il tavolo di un rinfresco, una camera da letto, et., a margine del ricevimento di nozze - casus belli e apriscatole della storia - organizzato da Keith, fratellastro di Frank, a cui non proprio per caso viene invitata anche Lindsay, vecchia fiamma di Keith), a formare una successione armonica di quadri che via via delineano e caratterizzano umore, gesti e parole dei protagonisti; mentre invece estremizza, dal Cinema, passandolo all’essiccatoio del cinismo impietoso dei nostri anni, quell’estro per il dialogo serrato e assertivo, arguto e capziosamente riflessivo, che abbiamo imparato a conoscere - e ad amare - almeno a partire dai sublimi battibecchi Hepburn/Grant (o Hepburn/Tracy) targati Hawks e Cukor, attraverso Wilder, giù fino a Simon, Edwards e al miglior Allen.

Le vicende incrociate di Frank - addetto al marketing per una grossa corporation dell’energia - e di Lindsay - che, letterale, persegue “compagnie e istituzioni per azioni e affermazioni non rispettose delle singole sensibilità culturali” - trovano così consistenza e interesse proprio nella messinscena d’una duplicità divenuta oggigiorno propellente spettacolare: l’esasperata centralità dell’io, la sua irrefrenabile esigenza di doversi sempre esporre come su un palcoscenico, da un lato; la simile e, per certi versi, conseguente mania per la razionalizzazione a trecentosessanta gradi, il gusto per la dissezione logica, la sottolineatura lessicale, l’asprezza retorica, dall’altra. Antagonismo/sodalizio precario cui sottende - e parliamo di un magma sepolto/represso molto instabile - il gigantesco punto interrogativo dell’identità moderna, di continuo sollecitata per le quattro direzioni, ognuna delle quali proposta - ma sarebbe più esatto dire venduta - come irrinunciabile, in un moto perpetuo di stimoli appetibili e tuttavia ambivalenti, al termine del quale sovrabbondanza, ansia da prestazione, esasperazione per aspettative spesso deluse, sostanziale equivalenza tra le scelte, si sciolgono in quell’unica frustrante vaghezza che mai tarda a volgersi in disillusione beffarda, in rancore malcelato, oltreché in un vischioso attendismo difensivo (“Apparteniamo a quello scampolo di società che non deve più preoccuparsi delle cose essenziali: il cibo, i vestiti, un tetto sopra alla testa, i mezzi di trasporto o l’eventualità di essere fatto fuori dalla Polizia… Noi siamo noiosi, banali, sordi e narcisisti”, puntualizza Frank).

In tal senso, l’operazione allestita da Levin - dal sapore, per una volta, ironicamente intellettualistico, vista la matrice testuale pronta a confessare inquadratura dopo inquadratura la propria controllata artificiosità - attorno a corpi cinematografici che a quel quesito identitario hanno offerto il loro contributo di legittimazione (Winona all’inizio degli anni ’90; Keanu fino al loro epilogo, culminato, tra l’altro, con l’avvio della saga di Matrix), nella lineare sovrapposizione tra momento esistenziale (una, per certi aspetti perfetta, anedonica solitudine: non a caso, il film stesso è un solo, ininterrotto gioco-a-due dal quale il mondo intero è escluso, retrocesso a fondale, seppur animato) e contesto (la tarda modernità), registra puntuale, avvalendosi dei toni della commedia come detto logorroica, sarcastica, punteggiata da un frasario implacabile, lo smacco ulteriore autoinfertosi da un mondo (e falegnameria umana acclusa) - a dire il nostro quotidiano ipnotizzato dal futuro come meta d’ogni pacificazione, irretito dagli stili di vita, persuaso dalla inesorabilità calcolante della tecnologia - a conti fatti terrorizzato proprio dalle passioni, cioè dalla vicinanza fisica ed emotiva con l’Altro ma, allo stesso tempo, incapace di proporre alternative soddisfacenti, anche perché alla fine resosi conto - non senza sconcerto, ci mancherebbe, e spaccato l’ultimo capello in quattro - che precisamente tale dimensione, per quanto fragile, non di rado meschina, per lo più incoerente, è quella chiamata da ciò che resta del vissuto a giocare il ruolo di argine alla mera dissoluzione. Dimensione di cui il Cinema si conferma uno dei custodi più intransigenti e affidabili.
TFK

L'UOMO DAL CUORE DI FERRO


L'uomo dal cuore di ferro
di Cedric Jimenez
con Jason Clarke,  Rosemund Pike, Mia Wasikowska, Jack O'Connel
Francia, Belgio, Usa, Gran Bretagna
genere, thriller, azione, biografico
durata, 1200


Forse per la caduta in disgrazia della Weinstein Company, distributore americano del lungometraggio in questione, fatto sta che L’uomo dal cuore di ferro arriva in Italia con più di un anno di ritardo rispetto alla sua normale distribuzione. Diretto dal francese Cedric Jimenez, specialista di film di genere, conosciuto anche in Italia per la regia del non disprezzabile French Connection, il film esce nelle sale appena in tempo per figurare tra gli eventi cinematografici previsti per la celebrazione della cosiddetta Giornata delle Memoria. L’uomo dal cuore di ferro, infatti, altri non è che Reinhard Heydrich, gerarca nazista tra i più potenti e spietati nel perseguire e uccidere gli oppositori del Reich, nonché principale artefice della cosiddetta Soluzione finale, le cui teorie fecero da premessa allo scientifico sterminio della popolazione ebraica.


Sul modello di quanto faceva Operazione Valchiria rispetto al tentativo di uccidere il principale responsabile del secondo conflitto bellico anche il film di Jimenez nasce sulla scia di un fatto reale, in questo caso l’assassino di Heydrich, raccontandone organizzazione e messa in opera all’interno di un film che mescola biopic (nella prima parte, relativa alla formazione e alla scalata al potere del morituro) e war movie (nella seconda, quella dei preparativi che precedono l’attentato), declinandoli con atmosfere e tensione da cinema thriller. 

Le somiglianze con il film di Singer comprendono anche le tipologie produttive poiché L’uomo con il cuore di ferro appartiene alla categoria di lungometraggi che privilegiano la riconoscibilità alla verosimiglianza e come tale non rinuncia a mettere in piedi un cast di cultura anglosassone (dal “cattivo” Jason Clarke alla “algida” Rosamund Pilke, ai “romantici” Mia Wasikowska e Jack O’Connell) chiamato a interpretare uomini e donne di diversa etnia. Ciò detto, sul piano dell’intrattenimento L’uomo dal cuore di ferro riesce a soddisfare le premesse da film di facile consumo, coinvolgente quel che basta per farci trepidare sul destino dei buoni e capace di arrivare alla fine senza intoppi, grazie a una linearità – dei caratteri, del montaggio e della messinscena – che può essere un pregio a patto di non concepire lo spazio dell’azione come un contenitore di shock sensoriali. Possibilità che la regia di Jimenez non prende mai in considerazione.
Carlo Cerofolini
(taxidrivers.it)

sabato 26 gennaio 2019

LA FOTO DELLA SETTIMANA

4 mesi, 3 settimane, 2 giorni, di Cristian Mungiu (Romania, Francia, 2007)

La Furbata di BioWare svela i dettagli sulle microtransazioni di Anthem


La Furbata 



Secondo IGN, Anthem ha due tipi di valuta: i Coins, che sono guadagnabili gratuitamente e costano solo il tempo di sblocco (si ottengono giocando), e gli Shards, la valuta premium del gioco che può essere comprata con denaro reale. La maggior parte delle volte i giochi permettono di spendere soldi veri e sbloccare quello che volete, ma Anthem ha un trucco intelligente: molte delle armature personalizzabili richiedono entrambe le valute.

I cosmetici, le decalcomanie e le emote dei giocatori saranno monetizzate in Anthem. Ma la maggior parte di questi cosmetici richiede una combinazione di Shards e Coins, il che significa che i giocatori non possono semplicemente prendere una scorciatoia e spendere soldi per sbloccare immediatamente tutti i beni. BioWare conferma che tutto ciò che è possibile acquistare con denaro reale può essere guadagnato giocando. Questo suggerisce che tutti i cosmetici possono essere acquistati solo con i Coins, mentre gli Shard da soli non possono essere usati per comprare tutto.

Questa funzione mostrerebbe chiaramente un cambio di volto per EA. Ecco cosa ha detto il produttore esecutivo di Anthem, Mark Darrah, sulle microtransazioni del gioco al PAX East: "quindi non ci saranno lootbox casuali, ci saranno alcuni prodotti cosmetici che potete pagare. [Questo contenuto] sarà sempre redditizio. Potrai guadagnare Coins per acquistare cosmetici - ma vi lasceremo anche spendere soldi". BioWare afferma inoltre che tutti i futuri contenuti post-lancio, inclusi DLC, Fortezze e eventi saranno gratuiti. Tuttavia, se le microtransazioni cosmetiche di Anthem falliranno, probabilmente EA distribuirà espansioni a pagamento o altri metodi di macro-monetizzazione (DLC a pagamento, abbonamenti stagionali, ecc.). Queste espansioni potrebbero includere più contenuti storia e nuovi Javelin con nuove abilità.



Notizie su Fallout 76: Bethesda presenta la nuova modalità “Sopravvivenza” (adesso si che viene il Bello)




Quando sarà disponibile, i giocatori potranno scegliere se giocare a Sopravvivenza oppure ad Avventura (ovvero l’attuale modalità di gioco di Fallout 76). È possibile usare lo stesso personaggio o crearne uno nuovo. Nel caso nel quale manteniate lo stesso PG, tutti i progressi tra le due modalità saranno condivisi: salire di livello, finire le munizioni, spendere tappi, trovare una nuova arma, tutto accade sia in Sopravvivenza che in Avventura.





Questo poiché Sopravvivenza conterrà la stessa mappa, le stesse missioni, eventi e storia di Avventura, ma con la costante minaccia di essere aggrediti da altri giocatori: infatti, il PvP non sarà più limitato e chiunque potrà attaccare chiunque in qualsiasi momento. Bethesda afferma però che l’aumento di livello in Sopravvivenza non funziona nello stesso modo di Avventura: l’obbiettivo è rendere più equilibrati gli scontri, sopratutto per i neofiti che quindi non devono temere di essere sconfitti in un colpo da giocatori troppo potenti.


Ovviamente, visti i grandi rischi che si corrono, Bethesda vuole fare in modo che le ricompense ottenute sconfiggendo altri giocatori siano molto più alte. Inoltre, saranno presente delle classifiche online tramite le quali osservare il proprio rendimento e quello degli amici e gareggiare per la prima posizione. La modalità Sopravvivenza verrà costantemente aggiornata e migliorata per creare nuovi contenuti: Bethesda condividerà presto nuove informazioni in merito.