domenica 18 novembre 2018

NON DIMENTICARMI - DON'T FORGETI ME


Non dimenticarmi
di Ram Nehari.
con Moon Shavit e Nitai Gvirtz
Israele, 2017
Drammatico
durata, 87'


Difficile descrivere in poche parole che cos’è “Non dimenticarmi”. Un ecosistema che un secondo sembra essere una brillante commedia che affronta con ironia un tema difficile come i disturbi alimentari, mentre il secondo dopo assume tutti i caratteri tipici di un racconto drammatico e malinconico. Gli abitanti di questo mondo sono personaggi ben ideati ed inseriti in un contesto globale dove il confine fra pazzia e una cinica forma di genialità è quanto mai sottile.Pluripremiato al Torino Film Festival lo scorso anno, il film di Ram Nehari è una bomba, una pellicola non convenzionale dove prevedere cosa accadrà nella scena successiva è praticamente impossibile.

Per capire che non sarà il solito racconto bastano giusto un paio di minuti: inquadratura fissa sul corridoio asettico di un centro per i disturbi alimentari, un’inserviente russa che canticchia strani stornelli popolari e che come un sergente alle prese con il proprio plotone entra nelle varie stanze per svegliare le pazienti-detenute, chiedendo loro se nella notte avevano avuto a che fare con disturbi intestinali o con i primi segnali di un ciclo mestruale che mancava ormai da diverso tempo.A risponde “sì” a quest’ultima domanda - unica di tutto il centro - è Tom (Moon Shavit), ragazza in ossessione con la moda e con la linea; per sua stessa ammissione, mangiare è la cosa più schifosa che gli possa capitare durante la giornata.

A stravolgere la monotona routine della giovane è Neil (Nitai Gvirtz), suonatore di Tuba alle prese con qualche disturbo mentale e con un amico musicista dalle poco chiare intenzioni. I due sembrano essere destinati a conoscersi, e quando lui fa visita al centro di lei mentre accompagna la fidanzata del suo amico - attrice impegnata in un evento benefico alla clinica – c’è qualcosa che scatta dentro di loro. Ancora non sanno però che proprio quell’incrocio di sguardi sarà l’inizio del loro viaggio insieme fra evasioni, promesse di matrimonio e sogni infranti.

Un film piacevole dai ritmi ben scanditi, dove è evidente l’ottimo lavoro svolto dal regista e dallo sceneggiatore, capaci di dare la giusta storia ed il giusto spazio ai vari personaggi che compaiono nella pellicola. Le scena finale poi è il successo di quello che è stato il racconto: un uomo che canta a piedi nudi imbracciando la chitarra in un centro di assistenza, ed i protagonisti fermi a pochi centimetri da lui con lo sguardo nel vuoto, isolati dal mondo esterno. Perché infondo, parafrasando le strofe della canzone, “nessuno di noi è un leone…siamo più simili a cavalli zoppi”.
Lorenzo Governatori

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