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venerdì 30 novembre 2018
BOHEMIAN RAPSODY
10:15
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Bohemian Rapsody
di Dexter Fletcher, Bryan Singer
con Rami Malek, Mike Myers, Aidan Giller
UK, USA, 2017
genere, biografico, drammatico, musicale
durata, 105'
Il film tanto atteso sulla nascita e formazione dello storico gruppo dei “Queen” e soprattutto sulla vita del carismatico front man della band, Freddie Mercury, non è stato pienamente apprezzato dalla critica. Certo, portare sullo schermo tutte le sfaccettature di un personaggio del calibro di Freddie Mercury era tutt’altro che semplice.
Il film inizia mostrandoci quello che precede l’entrata del fatidico concerto umanitario, Live Aid, con lo scopo di ricavare fondi da destinare alle popolazioni dell’Etiopia, colpite da una grave carestia. A questo concerto, al quale parteciparono gli artisti internazionali più importanti, furono presenti anche i Queen, esibitisi al Wembley Stadium di Londra. Ma prima di mostrarci l’esibizione della band, il film ci invita a ripercorrere tutta la storia di questi quattro giovani ragazzi, con focus, naturalmente, sul leader e il modo e il motivo che li hanno portati a diventare delle star internazionali. Veniamo, quindi, catapultati nel 1970 dove incontriamo un Freddie, addetto a sistemare dei bagagli in aeroporto, ma che inizia già a nutrire un interesse e una passione particolare per la musica. Gli si presenta l’occasione quando, in occasione di un concerto di una band in un locale, si propone a due membri del gruppo (batterista e chitarrista), dopo che questi ultimi sono stati scaricati dal cantante. I due membri altri non sono che Brian May e Roger Taylor, ai quali, dopo poco, si unisce il bassista John Deacon. I quattro cominciano la loro scalata verso il successo, grazie soprattutto al grande talento di Freddie. La storia della formazione della band e della nascita delle varie canzoni diventate dei veri e propri must è intervallata dalla storia personale del leader. Una vita ben più che particolare la sua e vissuta intensamente fino alla fine, ma che viene, in parte, attenuata dal film (che si ferma prima della sua morte). Inizialmente il cantante, prima ancora di raggiungere la notorietà, incontra Mary, una giovane ragazza alla quale chiede addirittura, dopo poco, di sposarla. Matrimonio destinato, però, a non avere luogo dal momento che Freddie comincia a nutrire dubbi sulla sua sessualità e li rivela alla giovane, la quale, nonostante tutto, decide comunque di stargli accanto per tutto il resto della sua vita.
In parte grazie alla notorietà ottenuta, in parte grazie al suo innato carisma, Mercury comincia ad attirare le attenzioni di molti, tra questi anche quella del suo manager personale, Paul, che lo porterà a prendere delle decisioni importanti.
Se, come già anticipato precedentemente, riuscire a riprodurre fedelmente tutte le sfaccettature di un personaggio carismatico ed esuberante come il leader dei Queen è quasi praticamente impossibile, si può, però, affermare che Rami Malek, con la sua interpretazione, cerca di fare il possibile per avvicinarsi al cantante e al suo strabiliante modo di porsi nei confronti degli altri e del pubblico.
Un’impresa non da poco, quindi, quella affrontata e portata a termine dai due registi, Bryan Singer e Dexter Fletcher (due perché la fase di produzione di questo film ha vissuto alcune “avventure”) che, sicuramente per chi non conosce i Queen, o sa davvero poco di loro, è una guida ben riuscita. Il film invoglia, senza ombra di dubbio, l’ascolto di tutte quelle hit che hanno fatto la storia della musica. Il poter contare, infatti, su delle canzoni del genere come base di appoggio è, sicuramente, un punto di partenza più che ottimo, sapientemente sfruttato in fase di realizzazione del lungometraggio.
Al di là delle critiche mosse da molti, sia per la non totale aderenza alla realtà dei fatti sia per il non aver scavato a fondo nei personaggi (Freddie in primis), forse ciò che manca maggiormente al film è quel “quid” in più che ha caratterizzato non soltanto la vita del solista o quello della band, ma la vera energia che ha circondato tutto quel periodo che loro hanno reso d’oro. Qualche guizzo in più e qualche eccesso per descrivere il “supereroe” Mercury e la sua “famiglia” non avrebbe guastato.
Veronica Ranocchi
giovedì 29 novembre 2018
TRA ARTE E SPETTACOLO: IL ROMANZO DELLA VITA NE L'AMICA GENIALE DI SAVERIO COSTANZO DAL FENOMENO EDITORIALE DI ELENA FERRANTE
09:30
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L'amica geniale
di Saverio Costanzo
genere, serie tv
Italia, 2018
durata, 480'
Che Saverio Costanzo sia uno sperimentatore di linguaggi ne sono testimoni i suoi film, ognuno dei quali è stato pronto a lasciarsi indietro il passato per guardare a nuove forme di espressione e di formato. Se in questo contesto non è il caso di ricordarne i vari passaggi, torna utile citare almeno quello relativo a La solitudine dei numeri primi, in cui la notorietà della fonte letteraria non impedì a Costanzo di tradirne l’ortodossia con una rivisitazione della vicende del romanzo che richiamava non solo il cinema di genere – in particolare quello di matrice horror – ma si nutriva di una sfrenata fantasia citazionista e cinefila. Con un altro film (Hungry Hearts) e una serie televisiva sulle spalle (In Treatment), la direzione de L’amica geniale rappresentava per Costanzo un ulteriore passo in avanti in termini di conoscenza cinematografica, poiché si trattava non solo di confrontarsi con i meccanismi di una produzione ad altissimo budget che, oltre a Wildeside, Fandango, TIMvsion e soprattutto RAI, prevedeva il coinvolgimento di un colosso mediatico come la HBO, in vista della distribuzione della serie, ma anche di individuare gli equilibri che consentono a un autore di ricreare l’opera altrui secondo il proprio occhio, senza metterne a rischio la riconoscibilità presso il suo pubblico di riferimento e, in questo frangente, dei milioni di lettori sparsi in tutto il mondo in qualche modo desiderosi di ritrovare sullo schermo le pagine del libro della Ferrante.
Nel passaggio da un cinema privato e confidenziale a un altro mondano ed esibito, fatto di grandi numeri (150 attori, 5000 comparse, sono quelli che riguardano il cast), oltre che di grandi professionalità, Costanzo adotta una regia attenta a valorizzare lo sforzo scenografico che ha permesso di ricostruire ex novo (ad opera di Giancarlo Basili) il rione della Napoli anni ’50 in cui vivono Lila ed Elena, grazie anche alla fotografia di Fabio Cianchetti, destinato a diventare il grande protagonista di questa prima serie e, più in generale, a fare de L’amica geniale una sorta di ambasciatore di quell’artigianato italiano che in casi come questo coincide con l’arte, anche quando si tratta di montaggio (Francesca Calvelli) e, soprattutto, del casting (Laura Muccino, Sara Casani), cui spettava il non facile compito di dare volto e corpo alle giovanissime protagoniste, impresa riuscita nella maniera in cui il pubblico avrà presto modo di vedere. Una macchina da cinema – perché di questo si tratta, anche se lo si vedrà in televisione – a cui Costanzo conferisce anima e forma esplorando i chiaroscuri dell’animo umano dei suoi personaggi e regalandoci un come eravamo che rende omaggio all’iconografia del neorealismo italiano di cui non mancano omaggi espliciti, come quello che rivisita la scena clou del rosselliniano Roma città aperta. Se anche il giudizio su L’amica geniale non può essere definitivo, perché basato sulle prime tre puntate presentate in anteprima alla stampa, ciò che abbiamo visto fino a questo punto sembra confermare la volontà della rete nazionale di elevare la qualità delle sue produzioni. Da questo osservatorio i lavori sembravo arrivati a buon punto.
Carlo Cerofolini
(pubblicato su taxidrivelrs.it)
Fortnite Pinnacoli Pendenti Sara Distrutta - #Fortnite
00:13
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L’inizio della Stagione 7 di Fortnite potrebbe segnare la fine dei Pinnacoli Pendenti. E questa volta sul serio… forse.
Stando quanto riportato da FortniteIntel, nuove informazioni estratte dalle linee di codice del titolo Epic Games infatti suggeriscono l’imminente distruzione di una delle aree più frequentate dai giocatori di Battaglia Reale.
Nello specifico, @FNLeak ha scovato l’ambigua linea “/ClientPilotScenarios/DestroyTiltedTowers” e altri indizi che portano a una teoria stravagante, ma che dopo il Cubo viola Kevin, isole fluttuanti e zombi è difficile da non prendere in considerazione: dei robot armati di Lanciarazzi, Lanciagranate, Mitragliatrici e Pistole Pesanti attaccheranno Pinnacoli Pendenti, con l’obiettivo di raderla al suolo. A quanto pare questi robot demolitori avranno anche munizioni infiniti e saranno immortali. Insomma, la catastrofe è apparentemente inevitabile.
Notizia del Giorno - Obsidian annuncerà il suo nuovo RPG Multipiattaforma ai The Game Awards il prossimo 6 dicembre a Los Angeles - #Obsidian @geoffkeighley
00:13
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Fonte
A quanto pare la prossima settimana vedremo i primi frutti dell’acquisizione di Obsidian da parte di Microsoft.
Nella giornata di oggi, sul suo profilo Twitter ufficiale, il noto giornalista Geoff Keighley ha annunciato che Obsidian svelerà il nuovo gioco di ruolo ai prossimi The Game Awards, che prenderanno il via il prossimo 6 dicembre a Los Angeles.
Se visitate il sito ufficiale di Obsidian vi appariranno due diversi countdown (che scadranno appunto il 6 dicembre) che anticipano uno “speciale messaggio” da due presunte aziende: “Spacer’s Choice” e “Auntie Cleo’s“. Lo stile utilizzato da queste due pubblicità fittizie somiglia moltissimo a quello utilizzato da Bioshock lasciando intendere che il nuovo titolo avrà una atmosfera abbastanza simile a quella dei titoli Irrational Games.
Promessa mantenuta, la prima anticipazione è arrivata puntuale. Sappiamo, infatti, che ai The Game Awards, Obsidian presenterà il suo nuovo RPG. Si tratta di una nuova IP pubblicata da Private Division. Inoltre Obsidian ha iniziato a lavorarci da prima dell'acquisizione da parte di Microsoft, quindi sarà sicuramente multipiattaforma.
mercoledì 28 novembre 2018
VIDEO: DRAGON BALL SUPER: BROLY, È STATO DIFFUSO UN NUOVO TRAILER CON INCREDIBILI SCENE #DragonBallSuperBroly
01:18
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#DragonBallSuperBroly
è stato diffuso un nuovo trailer di Dragon Ball Super: Broly. La clip video, dedicata alla theme song del film ('Blizzard' di Daichi Miura), ci mostra alcune spettacolari e mozzafiato scene inedite della pellicola, in uscita tra poche settimane in Giappone. Diamogli uno sguardo!
Sulle note di 'Blizzard', dunque, il nuovo trailer di Dragon Ball Super: Broly si apre con la navicella saiyan del piccolo Kakaroth che giunge sulla Terra. La scena poi salta al primo scontro tra Goku, Vegeta e Broly, con il Super Saiyan Leggendario che viene aizzato da suo padre Paragas contro i suoi due nemici.
All'interno della clip ci vengono mostrati anche nuovi scatti dedicati a Goku e Vegetatrasformati in Super Saiyan God (la forma con i capelli rossi), che diventeranno sin da subito necessari per fronteggiare il loro avversario, il quale soltanto in forma base riesce a tenere testa ai due guerrieri dal potenziale divino.
La parte finale del trailer mette in scena, invece, quello che probabilmente sarà lo scontro conclusivo: i due eroi, trasformati in Super Saiyan Blue, fronteggiano un inarrestabile Broly Super Saiyan e pronto, di lì a poco, a raggiungere la sua forma denominata Full Power.
martedì 27 novembre 2018
Notizie su #Fallout76: in Arrivo due aggiornamenti che miglioreranno il Gioco - leggi qui - #Bethesda
23:28
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Finalmente arrivano gli aggiornamenti
Fallout 76 riceverà a breve due aggiornamenti, i cui contenuti sono stati rivelati da Bethesda in un post ufficiale in cui il team di sviluppo si è anche scusato per essere rimasto in silenzio negli ultimi giorni.
Il primo dei due update verrà rilasciato il 4 dicembre e andrà ad aumentare il limite dell'inventario, migliorerà performance e stabilità, oltre a introdurre delle modifiche al bilanciamento. Nello specifico, la capienza dell'inventario passerà da un valore di 400 a 600, consentendo di portare con sé una maggiore quantità di loot durante le esplorazioni.
A cambiare sarà anche il loot risultante dall'eliminazione dei boss, con due o tre oggetti che sarà possibile ottenere in tali frangenti, a seconda del grado di difficoltà e del livello del nemico, mentre i gioccatori colpiti con il Cryolator si ritroveranno ghiacciati a differenti stadi in base al numero di colpi ricevuti.
L'aggiornamento di Fallout 76 del 4 dicembre risolverà anche un bug che costringe gli utenti sovraccarichi a effettuare il respawn esclusivamente presso il Vault 76, consentendo loro di scegliere una differente location, e un glitch che incastra il personaggio nella power armor.
Il secondo update arriverà l'11 dicembre e introdurrà una serie di fix, in particolare per la versione PC del gioco, e la possibilità di scegliere, una volta raggiunto il livello 50, se ottenere una nuova perk card o modificare una special precedentemente ottenuta. L'aggiornamento sistemerà anche il posizionamento del campo al login, uno dei problemi che affliggono l'utenza di Fallout 76 fin dal lancio.
"Sappiamo che siete frustrati e arrabbiati per l'attuale stato del gioco, che si tratti dei problemi che avete riscontrato in Fallout 76 o la mancanza di comunicazione riguardo fix, aggiornamenti e novità da parte nostra", ha scritto Bethesda.
"Non volevamo pensaste che il silenzio significasse che non stavamo facendo nulla. Ci dispiace e comprendiamo che non è stato l'approccio migliore, dunque lavoreremo per creare un miglior canale di comunicazione fra voi e il team di sviluppo."
TROPPA GRAZIA
09:30
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Troppa grazia
di Gianni Zanasi
Che Gianni Zanasi sia regista fuori dal comune è un fatto assodato ma che lo siano anche i film da lui realizzati è tutto un altro paio di maniche. Un po' come i personaggi dei suoi lavori il regista di Vignola è abituato a parlare poco e a comparire ancora meno, preferendo che a farlo sia il risultato del suo lavoro e cioè i suoi film, anche questi, come si conviene, centellinati con il contagocce: appena cinque in oltre venti anni di carriera sono un record di parsimonia che per l'appunto fanno di ogni uscita una specie di piccolo grande evento. In realtà, rispetto alle usanze, "Troppa grazia" rappresenta un'eccezione visto che il film arriva sugli schermi italiani dopo essere passato (e aver vinto un premio) alla Quinzaine des Réalisateurs dell'ultimo festival di Cannes e quindi, una volta tanto, facendo leva su un ritorno pubblicitario che in questo caso trova terreno fertile in una materia come quella delle apparizioni mariane antropologicamente connaturate alla natura della nostra storia.
In realtà, pur nel suo tratto distintivo, "Troppa grazia" sembra la naturale prosecuzione del film che lo ha preceduto a cominciare dal titolo - "La felicità è un sistema complesso", il cui significato si addice come meglio non si potrebbe al percorso esistenziale di Lucia (a cui presta corpo e voce una effervescente Alba Rohrwacher), madre di una figlia adolescente e geometra specializzata in rilevamenti catastali, impegnata a barcamenarsi tra la fine della relazione con Arturo (Elio Germano) e i rimorsi di coscienza dovuti alla possibilità di nascondere - per bisogno di soldi - le anomalie presenti sul terreno nel quale dovrà nascere un importante polo immobiliare. A conti fatti, più o meno ciò che capitava all'Enrico Giusti di "La felicità è un sistema complesso", alle prese con una altrettanto dolorosa consapevolezza sulle implicazioni negative poste in essere dalle risultanze del proprio lavoro. E come nel lavoro del 2015, attraversato da un'anarchia che in entrambi i casi si manifesta, da una parte, come critica fatta a se stessi prima ancora che agli altri, rispetto all'accettazione passiva delle storture del sistema capitalistico, una volta di più combattuto anteponendo a quest'ultimo il primato dell'ambiente e la sua salvaguardia; dall'altra, orientandosi a combinare gli aspetti teorici e pratici della questione con una "chiamata alle armi" che nel caso di Lucia - e come vedremo anche di Arturo - si profila come una svolta personale, indispensabile a farle riprendere in mano la propria vita e quella della sua famiglia.
"Troppa grazia" però ha dalla sua il fatto di portare a compimento alcune delle peculiarità emerse in maniera embrionale nell'ultima produzione del regista a partire da una certa propensione al metafisico che, se altrove era stata affrontata più sul piano teorico che materiale (e comunque segnalata dalla presenza di distorsioni visive e accentuazioni cromatiche), qui diventa addirittura apoteosi mistica nel momento in cui il risveglio di Lucia avviene per il tramite della Vergine Maria (la Hadas Yaron di "La sposa promessa" e dello stesso "La felicità è un sistema complesso"), disposta a tutto, anche alle maniere forti (in una delle scene più esilaranti sembra di essere nel bel mezzo del "Fight Club" fincheriano), pur di convincere la donna a contrastare le speculazioni economiche dei suoi datori di lavoro.
Detto che quella di Zanasi non è la manifestazione di una professione religiosa bensì l'ammissione di una religiosità laica (testimoniata dall'umanità anche sgraziata di cui la Vergine si fa portatrice come pure della prosaicità del contesto nel quale Zanasi ce la propone) applicata alla bellezza del creato e, nel caso di Lucia, delle sue creature, "Troppa grazia" legittima la pregnante spiritualità dei personaggi zanasiani, i quali, almeno sul versante dei protagonisti, ci appaiono svuotati dei loro bisogni organici (non a caso, qui come altrove la sessualità è assente anche nel fuori campo) e, sulla scia del modello mariano, rivestiti di pura anima. Una mancanza di fisicità, questa, compensata da un surplus emotivo e sentimentale di cui l'espediente del film è materializzazione drammaturgica e insieme narrativa. In tal senso. la scelta della Rohrwacher appare più che azzeccata non solo per la bravura dell'attrice ma anche per l'eccezionalità di un ruolo che, andando contro l'immaginario dei personaggi da lei interpretati, rende ancora più forte lo straniamento della "commedia" surreale in cui la vediamo coinvolta. La debolezza di qualche nesso logico relativo alle motivazioni della protagonista e, in particolare, di quello che dovrebbe giustificare lo scarto tra l'iniziale scetticismo di Lucia e la successiva adesione alle volontà del sua interlocutrice così come una certa tendenza a divagare nella parte conclusiva della vicenda non diminuiscono la bontà del risultato né l'originalità del cinema di Zanasi.
di Gianni Zanasi
con Alba Rohrwacher, Elio Germano, Giuseppe Battiston, Carlotta Natoli
Italia, Grecia, Spagna, 2018
genere, drammatico
durata, 110'
Che Gianni Zanasi sia regista fuori dal comune è un fatto assodato ma che lo siano anche i film da lui realizzati è tutto un altro paio di maniche. Un po' come i personaggi dei suoi lavori il regista di Vignola è abituato a parlare poco e a comparire ancora meno, preferendo che a farlo sia il risultato del suo lavoro e cioè i suoi film, anche questi, come si conviene, centellinati con il contagocce: appena cinque in oltre venti anni di carriera sono un record di parsimonia che per l'appunto fanno di ogni uscita una specie di piccolo grande evento. In realtà, rispetto alle usanze, "Troppa grazia" rappresenta un'eccezione visto che il film arriva sugli schermi italiani dopo essere passato (e aver vinto un premio) alla Quinzaine des Réalisateurs dell'ultimo festival di Cannes e quindi, una volta tanto, facendo leva su un ritorno pubblicitario che in questo caso trova terreno fertile in una materia come quella delle apparizioni mariane antropologicamente connaturate alla natura della nostra storia.
In realtà, pur nel suo tratto distintivo, "Troppa grazia" sembra la naturale prosecuzione del film che lo ha preceduto a cominciare dal titolo - "La felicità è un sistema complesso", il cui significato si addice come meglio non si potrebbe al percorso esistenziale di Lucia (a cui presta corpo e voce una effervescente Alba Rohrwacher), madre di una figlia adolescente e geometra specializzata in rilevamenti catastali, impegnata a barcamenarsi tra la fine della relazione con Arturo (Elio Germano) e i rimorsi di coscienza dovuti alla possibilità di nascondere - per bisogno di soldi - le anomalie presenti sul terreno nel quale dovrà nascere un importante polo immobiliare. A conti fatti, più o meno ciò che capitava all'Enrico Giusti di "La felicità è un sistema complesso", alle prese con una altrettanto dolorosa consapevolezza sulle implicazioni negative poste in essere dalle risultanze del proprio lavoro. E come nel lavoro del 2015, attraversato da un'anarchia che in entrambi i casi si manifesta, da una parte, come critica fatta a se stessi prima ancora che agli altri, rispetto all'accettazione passiva delle storture del sistema capitalistico, una volta di più combattuto anteponendo a quest'ultimo il primato dell'ambiente e la sua salvaguardia; dall'altra, orientandosi a combinare gli aspetti teorici e pratici della questione con una "chiamata alle armi" che nel caso di Lucia - e come vedremo anche di Arturo - si profila come una svolta personale, indispensabile a farle riprendere in mano la propria vita e quella della sua famiglia.
"Troppa grazia" però ha dalla sua il fatto di portare a compimento alcune delle peculiarità emerse in maniera embrionale nell'ultima produzione del regista a partire da una certa propensione al metafisico che, se altrove era stata affrontata più sul piano teorico che materiale (e comunque segnalata dalla presenza di distorsioni visive e accentuazioni cromatiche), qui diventa addirittura apoteosi mistica nel momento in cui il risveglio di Lucia avviene per il tramite della Vergine Maria (la Hadas Yaron di "La sposa promessa" e dello stesso "La felicità è un sistema complesso"), disposta a tutto, anche alle maniere forti (in una delle scene più esilaranti sembra di essere nel bel mezzo del "Fight Club" fincheriano), pur di convincere la donna a contrastare le speculazioni economiche dei suoi datori di lavoro.
Detto che quella di Zanasi non è la manifestazione di una professione religiosa bensì l'ammissione di una religiosità laica (testimoniata dall'umanità anche sgraziata di cui la Vergine si fa portatrice come pure della prosaicità del contesto nel quale Zanasi ce la propone) applicata alla bellezza del creato e, nel caso di Lucia, delle sue creature, "Troppa grazia" legittima la pregnante spiritualità dei personaggi zanasiani, i quali, almeno sul versante dei protagonisti, ci appaiono svuotati dei loro bisogni organici (non a caso, qui come altrove la sessualità è assente anche nel fuori campo) e, sulla scia del modello mariano, rivestiti di pura anima. Una mancanza di fisicità, questa, compensata da un surplus emotivo e sentimentale di cui l'espediente del film è materializzazione drammaturgica e insieme narrativa. In tal senso. la scelta della Rohrwacher appare più che azzeccata non solo per la bravura dell'attrice ma anche per l'eccezionalità di un ruolo che, andando contro l'immaginario dei personaggi da lei interpretati, rende ancora più forte lo straniamento della "commedia" surreale in cui la vediamo coinvolta. La debolezza di qualche nesso logico relativo alle motivazioni della protagonista e, in particolare, di quello che dovrebbe giustificare lo scarto tra l'iniziale scetticismo di Lucia e la successiva adesione alle volontà del sua interlocutrice così come una certa tendenza a divagare nella parte conclusiva della vicenda non diminuiscono la bontà del risultato né l'originalità del cinema di Zanasi.
lunedì 26 novembre 2018
IL VIZIO DELLA SPERANZA
23:56
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Il vizio della speranza
di Edoardo De Angelis
con Pina Turco, Massimiliano Rossi, Marina Confalone
Italia, 2018
genere, drammatico
durata, 90’
Maria ha un cane e una vita travagliata. Ripescata in mare come un rifiuto, è cresciuta segnata da un abuso sessuale che le ha scalfito il volto e privato il ventre della capacità di generare. Figlia di una madre alienata e braccio destro di una protettrice tossicomane, Maria traghetta povere anime sul Volturno, prostitute nigeriane che affittano l'utero per sopravvivere e ingrassare la loro miserabile padrona. Un giorno la fuga di Fatima, che vuole tenere per sé il suo bambino, e la scoperta di una gravidanza inattesa, scuotono Maria dal profondo.
A Castel Volturno non ci sono più i nomi delle vie. Le targhe sono state cancellate, le strade dissestate, le case sventrate. In questa stazione balneare fantasma, a nord di Napoli, da troppo tempo nessuno raccoglie più la spazzatura, la posta è chiusa, la scuola, la chiesa e il commissariato pure.
A Castel Volturno non c'è più il diritto, non c'è lo Stato. La metà degli abitanti sono clandestini africani che occupano stabilimenti degradati in cui prospera, col traffico di cocaina e la prostituzione, una nuova schiavitù: la maternità surrogata. Una gestazione per altri che mutua le donne in contenitori, privandole della dignità, della libertà, della maternità.
In questo luogo moribondo, bagnato dal Volturno e infestato da orrore ordinario, Edoardo De Angelis pianta come un fiore la speranza. Al cuore di un décor crudo e dentro giorni che si avvicendano e si assomigliano, c'è Maria, colpevole, complice, vittima. Infinitamente sola, Maria è una marginale, sociale ed esistenziale, che non persegue nessuno progetto di felicità fino al giorno in cui trova nella fuga di una ragazza più disgraziata di lei e nell'incontro con un giostraio l'occasione e l'opportunità di osservare le cose della vita da un angolo diverso. La prospettiva dell'umanità.
Maria si scopre improvvisamente incinta e sente crescere col ventre il bisogno di essere migliore, di cercare una forma di moralità. Con pudore e discrezione, De Angelis fruga sul volto della sua protagonista, che ha la solidità terrena di Pina Turco e porta a galla la sua anima senza bisogno di ricorrere a colpi di scena, a sentimenti divoranti, a trucchi drammaturgici sfacciati.
Tutto nel film si ripete, come in un giro di giostra, i viaggi, i silenzi, le attese, le angosce, i dialoghi. Non si va mai da nessuna parte ne “Il vizio della speranza”. Si gira a vuoto, scivolando lungo un fiume che sembra essere la cifra stilistica dell'autore e alzare la portata del suo cinema. Un cinema che scorre tra il Volturno (“Indivisibili”, “Il vizio della speranza”), rapido, profondo e torbido e il Sebeto (“Perez”), nascosto, indisturbato, ingoiato dalle viscere.
Non è un film perfetto, ostinato a sancire come miracolo il mistero della vita. L'epilogo e la chiosa in fondo ai titoli di coda esagerano il concepimento prodigioso di Maria e risultano forzatamente solenni rispetto alle premesse: come se il soggetto imponesse la ridondanza, come se nello sguardo di Maria non ci fosse già tutto il senso del sacro, l'interrogazione e l'umiltà, l'attesa e la disponibilità. La sua ambiguità accentua da sola il carattere potenzialmente spirituale del personaggio senza bisogno di ridursi a riti esteriori.
L'essenziale non passa per la parola ma per le immagini, che De Angelis bagna di una luce crepuscolare, una penombra fisica e morale che domina il film. Un mondo tra ombra e luce, tra Gaeta e Napoli, indistinto e ritirato in se stesso. Spicchio di America partenopea e utopistica riviera rovesciata in ghetto per gli espulsi della metropoli napoletana, il litorale domizio, già battuto in “Indivisibili”, diventa uno degli elementi essenziali dell'universo figurativo di De Angelis. Una geografia ideale che coglie i cambiamenti più significativi del paesaggio antropologico italiano, sotto un cielo basso e la partitura africana di Enzo Avitabile, che canta l'integrazione e la solidarietà per gli oppressi.
Riccardo Supino
Red Dead Online disponibile da oggi. Ecco chi lo Potrà Giocare
23:43
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Ci siamo inizia L'Online di Red Dead Redemption 2
Rockstar Games ha finalmente annunciato la data di lancio di Red Dead Online, la modalità multiplayer online di Red Dead Redemption 2. Sarà disponibile in beta da domani, martedì 27 novembre 2019. Purtroppo sarà inizialmente disponibile solo per i possessori dell’edizione “Ultimate Edition”.
A partire dal 28 novembre, la beta sarà disponibile per tutti coloro che hanno giocato a Red Dead Redemption 2 al D1 (ovvero il 26 ottobre). Dal 29 potranno giocare coloro che hanno avviato Red Dead Redemption 2 tra il 26 e il 29 ottobre. Tutti gli altri, invece, dovranno attendere il 30 novembre, ovvero venerdì. L’inizio della beta è, in tutti i casi, fissato per le 13.00, ora italiana.
Si tratta di una suddivisione particolare (probabilmente pensata anche per limitare il carico sui server nei primi giorni), ma a conti fatti significa che entro la fine del mese tutti potremo goderci una cavalcata in compagnia dei nostri amici.
Days Gone rischia l'ennesimo rinvio? Ma il Motivo potrebbe essere un'altro il Gioco non Convince
22:28
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Dopo l'ultimo posticipo ufficializzato da Sony a ottobre, la data di lancio di Days Gone potrebbe essere ulteriormente rinviata. Come è emerso durante il fine settimana, l'uscita della nuova proprietà intellettuale targata Bend Studio sembrerebbe sul punto di subire un ulteriore rallentamento, per lo meno prendendo per buono quanto viene indicato sulla pagina del gioco disponibile sul PS Store amricano. In questo caso, infatti, in luogo del 26 aprile 2019 è stato inserito un semplice placeholder.
Per il momento Sony non si è ancora espressa ufficialmente sulla faccenda, ma è evidente che se Days Gone venisse spostato a data da destinarsi, inizierebbero per forza di cose ad aprirsi grossi punti interrogativi sulla solidità di un'esclusiva che, a dire il vero, qualche perplessità l'aveva già sollevata anche in passato. Il titolo di Bend Studio rischierebbe quindi di trovarsi in una posizione scomoda, per certi versi assimilabile a quella a cui stiamo assistendo sul fronte Xbox One con Crackdown 3. Come è stato fatto notare da più parti, le ultime prove di Days Gone hanno sollevato dubbi circa le capacità dell'opera di fare breccia tra gli appassionati e di offrire un livello qualitativo paragonabile a quello delle altre esclusive di maggior peso del catalogo PS4, risultando per così dire l'anello debole al cospetto di altri progetti molto attesi come The Last of Us: Parte 2, Death Stranding e Ghost of Tsushima.
domenica 25 novembre 2018
Notizie su #Fallout76 - #fallout76EsperimentoFallito
23:43
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A quanto pare Bethesda ha iniziato a frenare sui rimborsi della versione PC di Fallout 76.
Fallout 76 è sul mercato da meno di due settimane, ma ha già fatto parlare moltissimo di sé. Purtroppo non per motivi positivi, visto che si discute soprattutto di bug, di problemi di gameplay e di server non proprio performanti. Nei giorni scorsi era emersa la notizia che Bethesda stava rimborsando gli utenti PC anche dopo molte ore di gioco. A tanti era sembrata una mossa logica da parte del publisher per provare a limitare i danni d'immagine, ma a quanto pare Bethesda ha fatto un grosso passo indietro, probabilmente causato dall'eccesso di richieste.
il Nuovo Film Di Resident Evil: il Reboot si ispirerà a Resident Evil 7
23:43
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Il progetto del reboot della saga cinematografica di Resident Evil sembra procedere a gonfie vele, con Greg Russo che si è già occupato ufficialmente della sceneggiatura della nuova pellicola.
Il nuovo film di Resident Evil prende ispirazione da Resident Evil 7. Sarà più horror e meno action, secondo le parole del suo sceneggiatore
Questa si discosterà molto dai precedenti film del franchise, prendendo ispirazione dalla storia di Resident Evil 7 e dallo stile dei film di James Wan.
Ecco quanto dichiarato da Russo, in una recente chiacchierata con Discussing Film:
Russo ha già consegnato la bozza della sua sceneggiatura, che ora dovrà essere approvata da James Wan e dalla produzione. Tuttavia, al momento il progetto del reboot di Resident Evil non ha ancora una data d’uscita precisa.
sabato 24 novembre 2018
Fallout 76: la patch da 47GB di su tutte le console Totalmente inutile - analisi comparativa
21:53
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Prima di tutto, è lecito dire che la dimensione di questo aggiornamento è sconcertante, specialmente tenendo a mente i miglioramenti all'esperienza complessiva per l'utente. Fallout 76 necessitava di ben 53GB di spazio prima della patch e, nonostante un update di oltre 47GB, il peso finale non cambia molto. Il file, infatti, occupa solo 53.2GB dopo l'installazione della patch, poco più di 200 MB in più rispetto all'originale. Questo significa, chiaramente, che Bethesda sta aggiornando alcuni elementi del titolo ma sta anche rimpiazzando gran parte dei dati che avevate già installato in precedenza. Tutte le texture, i suoni e tanto altro sono contenuti nel pacchetto: il motivo per cui lo sviluppatore ne stia rimpiazzando così tanti rimane un mistero. "Questo update sarà molto grande rispetto a ciò che ci aspettiamo di rilasciare in patch future", ha affermato Bethesda. "Gli aggiornamenti regolari che rilasceremo per il gioco varieranno sempre sotto il profilo delle dimensioni ma le patch che arriveranno in futuro saranno molto più piccole a confronto."
Una volta che avrete scaricato questa enorme patch, però, cosa otterrete, in pratica? Uno dei problemi più noti di Fallout 76 è la sua instabilità in termini di performance, a causa di cali ben al di sotto dei 20fps su PS4 e addirittura su Xbox One X. La prima cosa che abbiamo controllato è la zona chiamata 'Cima del Mondo' che aveva causato molti problemi durante la nostra prima analisi. Su Xbox One X, prima di questa patch, avevamo registrato prestazioni al di sotto della soglia dei 10fps con fenomeni di stuttering pesantissimi. Con questo in mente, è sorprendente constatare che su Xbox One X, dopo l'installazione dell'aggiornamento, il gioco gira bene nella stessa area. Il frame-rate è solido e, anche se il discorso non fosse applicabile a tutto il resto del gioco, almeno è un buon segno sulla qualità del lavoro svolto.
C'è qualche eccezione, però. Il problema maggiore, nelle fasi di test di Fallout 76, è che il frame-rate è molto variabile, spesso senza una chiara motivazione. Le condizioni dei server, il momento della giornata e anche gli eventi locali possono cambiare da situazione a situazione e, potenzialmente, influenzare i risultati. Questo potrebbe essere il motivo per cui, nella nostra prima prova, la console base di Xbox One faceva girare quest'area meglio del modello X. È impossibile riprodurre le stesse identiche condizioni in ciascuna run e, perciò, è meglio giudicare il gioco nel complesso. Su PS4 base, le incertezze incontrate nel resort 'Cima del Mondo' appaiono risolte, almeno finché non vi inoltrerete lievemente oltre, tornando ai 20fps visti nella build di lancio. In linea di massima, questa patch apporta alcuni miglioramenti ma le perfomance rimangono ancora molto variabili.
Le prestazioni del gioco su PS4 sono deludenti, in linea generale. Passando più tempo nella campagna, dopo il nostro primo sguardo, abbiamo potuto constatare che le battaglie mostrano un rallentamento, anche con la patch installata. Premere il grilletto su qualsiasi arma, specialmente su quelle completamente automatiche, fa calare il frame-rate fino a quando il caricatore non si svuota. In breve, nel momento in cui avrete bisogno di prestazioni solide, queste vi verranno tolte. Abbattere i nemici con le granate rende il tutto ancora più instabile, al punto da diventare troppo irregolare per tenere il tuo reticolo bersaglio su un nemico per più di un secondo. Qualsiasi combattimento con le armi più potenti di una semplice pistola sembra abbattere le performance.
Poi c'è lo stuttering, un vero flagello di tutte le versioni console, anche con la patch 1.02. Si tratta di un aspetto che risulta 'migliorato' a giudicare dalla patch note di Bethesda ma, se prendiamo ad esempio il gioco su PS4, non ci sono cambiamenti tangibili. È un fenomeno che si manifesta nei momenti peggiori: schivare i nemici, cambiare armi o semplicemente passare ad una nuova zona, farà calare nettamente il frame-rate. Alcuni di questi problemi sono probabilmente derivanti dal processo di registrazione degli eventi dell'engine. Quando arriverete in una nuova location, infatti, visualizzerete un avviso che vi notificherà la scoperta attivando, solitamente, un forte drop nelle performance.
Su PS4 Pro, invece, 'Cima del Mondo' girava bene anche prima della patch e anche ora rimane sulla linea dei 30fps. Su Pro, comunque, abbiamo avuto difficoltà ad usare le armi dotate di accessori. Caricando le stesse armi ancora una volta, Bethesda non ha di certo risolto il problema. Ancora oggi, infatti, risulta virtualmente impossibile mirare con una certa precisione con qualsiasi tipo di bocca da fuoco. Su Xbox One S, invece, anche una semplice traversata può essere piagata da eccessivi fenomeni di stuttering e balbettamenti.
per le mani, invece, è una serie di hotfix per questioni in sospeso nel design delle missioni e nel bilanciamento della rete. Dal punto di vista tecnico, ogni versione è soggetta a evidenti glitch visivi, singhiozzi e cali di prestazioni. Data la natura online del gioco, questo è senza dubbio il primo di molti aggiornamenti, ma i risultati registrati nel titolo (e il fatto che molti dei problemi di Fallout 4 non sono mai stati completamente risolti) fa sorgere una domanda: è forse arrivato il momento di un fondamentale rinnovamento del Creation Engine di BGS?
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