Suicide Squad
di David Ayer
con Will Smith, Margot Robbie, Jared Leto
USA, 2016
genere, azione
durata: 130'
Floyd Lawton detto Deadshot, Harley Quinn, letale amante del supercriminale Joker, Waylon Jones detto Killer Croc, supercriminale mutato. Chato Santana detto El Diablo, in grado di usare il fuoco come arma, l'assassino Digger Harkness detto Boomerang. Questi sono tra gli elementi di un recalcitrante commando letale, che l'agente governativo Amanda Waller, con il ricatto, costringe ad affrontare una delle nuove minacce sovrumane di Gotham. Li conduce in missione il militare Rick Flag, personalmente legato all'archeologa June Moone, detta Incantatrice, posseduta dallo spirito di un'antica sacerdotessa. Quando la Warner Bros ha affidato a David Ayer sceneggiatura e regia di questo adattamento DC, le aspettative sono cresciute notevolmente, anche grazie a trailer molto ben costruiti, specie nella colonna sonora. Sarebbe nato un connubio non forzato tra Ayer e il materiale d'origine. Sceneggiatore di "Training Day" e, recentemente, autore del bellico "Fury", Ayer è da sempre legato a tematiche di malavita e alle dinamiche di coesione forzata in un gruppo, da lui molto sentite, dopo una giovinezza trascorsa nella South Los Angeles. Il fumetto "Suicide Squad" della DC Comics, ideato alla fine degli anni Cinquanta, ma ripreso nella seconda metà degli anni Ottanta, è proprio una celebrazione di un gruppo di antieroi, quei villain con i quali ha avuto a che fare Batman. Ancora una volta, come è accaduto mesi fa con "Batman vs Superman", è acceso il dibattito tra critica e pubblico, con i fan che generalmente difendono Ayer e gli esperti che ne demoliscono lo sforzo. A nostro parere, "Suicide Squad" è un film divertente, che poteva essere migliore. Un difetto è sicuramente uno scarso equilibrio nella caratterizzazione e nello sviluppo dei membri della squadra: il regista e la Warner, sicuri a ragione di poter contare sul Deadshot di Will Smith e sulla Harley Quinn di Margot Robbie, perfetti entrambi, sembrano trascinarsi dietro gli altri, come fossero indesiderati: non lasciano il segno come potrebbero, oscurati dall'ottima combinazione di performance e sviluppo dei due personaggi citati.
Addirittura Deadshot e Harley Quinn sono introdotti ben due volte, con una certa ridondanza, evidente anche se si è distratti dal sicuro uso di immagini e colonna sonora. Un altro limite, derivante però, da un intento nobile, è che il film, pensato in America per essere fruibile da tutti, pur puntando i riflettori sulla feccia della feccia, non si spinge troppo in avanti, per evitare di inquietare davvero, e il tono provocatorio è più nella forma che nella sostanza. Questo ci sembra valga anche per il Joker di Jared Leto, più vicino a una versione potenziata del Luca Marinelli / Zingaro in "Lo chiamavano Jeeg Robot" che alle sfumature disturbanti dell'Heath Ledger del "Cavaliere Oscuro". La scorrettezza è chiara, ma l'ambiguità morale forse non è così lampante, complice una climax con uno scontro finale che somiglia a quello di tanti altri film del genere. Più che difetti, quelli descritti sono limiti. Per il resto, "Suicide Squad" ha alcuni evidenti pregi. Nel cast non va trascurata Viola Davis: la sua Amanda Waller, rappresentante di poteri oscuri tutt'altro che sovrannaturali, non è solo tappezzeria, ed è davvero difficile non sentire, in alcune sequenze che la riguardano, echi di "1997: Fuga da New York". D'altronde, Ayer attinge a tante fonti: si è formato nel poliziesco, con tutte le radici nel western che il genere si porta dietro, conosce Tarantino e sa scegliere i brani della colonna sonora. Insomma, se non si pretende un evento indimenticabile da storia del cinema, "Suicide Squad" consente di trascorrere un paio d'ore interessanti, tra la tracotanza di Deadshot e le forme lunatiche di Harley Quinn.
Riccardo Supino
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