Batman vs Superman: Dawn of Justice
di Zack Snyder
con Ben Affleck, Henry Cavill, Jeremy Irons
USA, 2016
genere, azione, avventura, fantastico, drammatico, fantascienza
durata, 151'
All’inizio fu solo polemica. A scatenarla l’idea di assegnare la parte di Batman a Ben Affleck al quale gli Oscar di "Argo" non erano bastati per cancellare il ricordo di Devil, preso di mira per la scarsa predisposizione al ruolo da parte dell’attore americano. A distanza di tempo e dopo aver visto "Batman vs Superman: Dawn of Justice" i fatti sembrano aver dato ragione ai produttori perché, favorito dall’espressività marmorea di Bruce Wayne e aiutato dall’aspetto leggermente attempato del personaggio che gli permette di rinnovare il proprio look, Affleck si dimostra a conti fatti all’altezza del compito. Ancor più in considerazione che, rivelandosi come l’ennesimo tripudio di computer graphic e sound design "Batman vs Superman" alla pari dei suoi colleghi è condizionato poco o niente dalle capacità del suo cast, come dimostra lo scarso peso di Amy Adams, prima della classe a cui nell’impersonare Lois Lane non serve nemmeno una briciola del proprio talento. Ma questa è un’altra storia i cui discorsi ci porterebbero lontano da quella filmata dalla cinepresa di Zack Snyder, per caso ma non troppo impegnato a dare credito a una vicenda che, tra le altre cose, arriva a macchiarsi di lesa maestà, mettendo alla sbarra niente di meno che Superman, chiamato a difendersi dall’accusa di agire per tornaconto personale.
Tenendo conto che da Watchmen – diretto dallo stesso Snyder - in avanti gli eroi non sono più così intoccabili e che, anche quando non muoiono hanno comunque il loro bel da fare a mantenersi lindi e pinti – Deadpool e Jeeg Robotdocent – "Batman vs Superman" si distingue sotto il profilo narrativo per adottare la modalità del crossover, termine preso in prestito dai fumetti per segnalare l’incrocio tra personaggi appartenenti a testate diverse ed eccezionalmente coinvolti nella medesima avventura. Giustificata dall’operato del cattivo di turno– Lex Luthor incarnato da Jesse Eisenberg ancora una volta alle prese con una personalità sociopatica - la contemporanea presenza di Batman e Superman coadiuvati da una new entry come Wonder Woman in realtà rappresenta una dichiarazione di guerra allo strapotere della Marvel che la Warner Bros ha deciso di giocare alla pari con gli avversari sia in termini di impegni finanziari che di tipologia produttiva, con una una serie di progetti, primo fra tutti The Justice League, vero e proprio clone dei più famosi Avengers già in fase di realizzazione.
In attesa che la sfida prenda quota Snyder si mette sulla scia di Nolan, prendendo in prestito le estetiche e la magniloquenza della trilogia dedicata all’uomo pipistrello per dare vita a un film magniloquente e cupo che estremizza i comportamenti di buoni e cattivi per dare vita a una palingenesi finale che al cinema non si era mai vista e di cui non anticipiamo nulla per non togliere allo spettatore il gusto della sorpresa. Per arrivarci il film si serve di un plot complicatissimo e, nella seconda parte, di un flusso ininterrotto d’immagini ad alto tasso sensoriale. Uno schema risaputo che non dispiacerà a più giovani e che invece rischia di deludere tutti gli altri.
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