Carol
di Todd Haynes
con Cate Blanchett, Rooney Mara
Usa, 2015
genere, drammatico
durata, 118'
Sulla carta e subito prima di diventare un film la storia d'amore raccontata da "Carol" rientra in quello spazio di eccentricità artistica che nel cinema indipendente e' diventata norma. Assurto all'attenzione del grande pubblico grazie alla presenza carismatica di Cate Blanchett che da sola garantisce la qualità della sua confezione, "Carol" è a tutti gli effetti il risultato di un cinema d'autore radicale e privo di scorciatoie. Di quelli che a prima vista sono destinati a spaventare il pubblico generalista per la tendenza a riflettere sulla materia raccontata.
Un processo di astrazione che Todd Haynes sublima nella funzione stessa dei personaggi che soprattutto per quanto riguarda Therese, la commessa di un grande magazzino della Manhattan degli anni 50 che si innamora ricambiata di una donna dell'alta borghesia newyorkese alle prese con un matrimonio già finito, gli permette di filmare la storia con una prospettiva temporale differita rispetto a ciò che sta guardando lo spettatore. Haynes infatti per ricostruire i fatti che precedono la catarsi finale utilizza i ricordi della ragazza con un'urgenza che corrisponde più alla necessità di prendere una distanza dai fatti tale da consentire al film di raggelarne il pathos che da una coerenza di ordine estetico, di fatto tradita dalla sceneggiatura quando di Carol vengono raccontate circostanze a cui Therese non ha partecipato e che quindi lei non può raccontare.
Ecco allora che insieme alla dialettica dei sentimenti, tratteggiata dall'eccellente alchimia tra le due attrici, se ne sviluppa un'altra sotterranea ma altrettanto evidente che riguarda più propriamente il rapporto tra i personaggi e la comunità del proprio tempo (Vittoriana e bigotta), e ci sentiamo di dire tra Haynes e la società contemporanea, riflessa per esempio nelle sequenze iniziali che in diversa misura mettono le due donne in relazione alle rispettivi condizionamenti sociali (militareschi e gerarchizzati quelli che riguardano Therese e il suo posto di lavoro , rigidi e conformisti quelli della mondanita' frequentata di Carol) e a una forma di disciplinamento che le separa da tutto il resto. Come vediamo in maniera esemplare nell'inserto che fa da preludio all'atto conclusivo in cui la mdp ci mostra Therese incorniciata all'interno di un architettura che la circoscrive e la separa dalle persone che come lei stanno partecipando al party serale.
Come già aveva fatto in altri lavori Haynes mette al centro del suo film personaggi che lottano per affermare se stessi e la propria identità. E ancora una volta si rivolge al passato e alla ricostruzione di costume per parafrasare verità che appartengono al tempo presente. Nel caso specifico "Carol" segna il trionfo di Cate Blanchett e Rooney Mara che, costrette a rivestire di galateo e buone maniere le passioni dei loro personaggi, riescono a farle trasparire nei non detti dei loro volti impazienti. Da non perdere.
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