giovedì 14 febbraio 2019

VELVET BUZZSAW


Velvet Buzzsaw
di Dan Gilroy
con Jake Gyllenhaal, Natalia Dyer e John Malkovich
USA, 2019
Thriller
durata, 109’


Completo blu scuro, andatura ondeggiante ma sicura, pochette floreale, taglio caschetto per essere sempre impeccabile in poco tempo. e occhiali spessi e neri che danno quel tocco di intelligenza in più - non necessario naturalmente – che ci aspetta da un personaggio come Morf Vandewalt.
Parlare di stereotipo in questo caso è forse anche troppo riduttivo: Morf (interpretato da Jake Gyllenhaal su cui Netflix per l’occasione ha decisamente puntato tutti i riflettori) è un eccentrico critico d’arte omosessuale, alle prese con una vita privata e lavorativa che si intrecciano sempre più ed una sessualità messa a dura prova da una sua amica che sembrerebbe avergli rapito il cuore.

Il film, come avrete già capito, è incentrato interamente nel mondo dell’arte e sugli intrecci ed operazioni tipiche di questo mercato e degli artisti o galleristi che lo popolano. Pur essendo Morf e i suoi colleghi i veri protagonisti, la svolta che avvia la narrazione è data involontariamente da Vetril Dease, pittore amatoriale scoperto per caso dalla sua vicinata di casa e aspirante gallerista Josephina in occasione del ritrovamento del suo corpo esamine nel pianerottolo del condominio.
Le opere di questo artista scoperto postumo sono tanto affascinanti quanto pericolose: chiunque ne entri in possesso finisce inevitabilmente per essere inghiottito nella violenza e nella desolazione della trama che avvolge i dipinti. E così, uno ad uno, i personaggi dovranno liberarsi dall’ossessione innescata da nuova questa scoperta (e nuova fonte di guadagno) per cercare di salvarsi e scampare a questa specie di maledizione che li perseguita.


Da segnalare la decisamente positiva interpretazione dell’ambiziosa Josephina, affidata per l’occasione all’attrice semi-esordiente Zawe Ashton, capace di trasferire allo spettatore le emozioni di un personaggio complesso ed introverso come quello della gallerista.
Per il resto la pellicola è Gyllenhaal e poco più. Idee già viste per un connubio arte-horror che stanca ancor prima della visione: davvero poca cosa.
Lorenzo Governatori

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