Copperman
di Eros Puglielli
con Luca Argentero, Antonia Truppo, Galatea Ranzi
Italia, 2019
genere, commedia, drammatico
durata, 95’
“Sugar free”! E’ questo il motto di Anselmo, o meglio di Copperman, l’uomo di rame.
Anselmo è un bambino (e poi un uomo) molto particolare che vive la vita in un modo tutto suo, con una grandissima passione per i colori, fatta eccezione per il giallo, e per i cerchi (che riescono addirittura a calmarlo in determinate situazioni). Vive con la madre che, per il bene del figlio, mente dicendogli che il padre è un supereroe in missione per salvare il mondo (quando in realtà li ha semplicemente abbandonati, forse a causa del “disturbo” di Anselmo). Prendendo spunto da questo racconto della madre e da una serie di fumetti che tiene gelosamente custoditi in un baule, matura in lui l’idea di diventare un vero e proprio supereroe, quasi come per seguire le orme del padre. Con l’aiuto di un amico di famiglia, che gli fabbrica una vera e propria divisa pronta ad ogni evenienza, diventa Copperman. Agisce di notte, in segreto e cerca (riuscendoci), nel suo piccolo, di salvare coloro che sono in pericolo o hanno bisogno di aiuto, costruendosi, in questo modo, una fama, non solo tra gli amici, ma anche tra gli sconosciuti. Se a tutto questo sommiamo l’interesse che si tramuta fin da subito in amore nei confronti di Titti, una bambina conosciuta all’asilo, ma dalla quale è costretto ad allontanarsi per volere del violento padre di quest’ultima, troviamo la formula perfetta per un film ben costruito che fa emozionare.
Eros Puglielli realizza un’opera interessante che nella prima parte getta le basi di quella che è una storia semplice e “quotidiana”, ma che, nella seconda parte, decolla definitivamente, quasi trasformando anche il pubblico in un supereroe.
L’elemento che colpisce e che si può apprezzare totalmente è la possibilità di immedesimarsi nei personaggi che sono esseri umani comuni, come chiunque. A differenza della classica idea di supereroe, Copperman è un ragazzo semplice che non ha nulla di speciale, se non questo grande sogno che riesce a trasformare in qualcosa in più. Il supereroe (e di conseguenza i suoi eventuali poteri) sono solo degli espedienti che il regista utilizza per poter descrivere quella che è una vita normale. Non c’è niente di ultraterreno. E’ solo un sogno, un desiderio che Anselmo (o chiunque) utilizza per far fronte ai suoi problemi e dare libero sfogo alla sua fantasia.
Saranno, poi, le scenografie molto suggestive, che rimandano quasi a un’epoca passata, ma, per certi aspetti, indefinita e le buone prove attoriali dei protagonisti che rendono il film veramente un buon prodotto. Luca Argentero riesce a immedesimarsi (e fare immedesimare lo spettatore) in un personaggio “comune”, ma non semplice. Riusciamo a percepire le sue insicurezze, i suoi dubbi, i suoi problemi e capiamo immediatamente quando sta bene e quando no. Allo stesso modo anche Antonia Truppo rende molto bene il personaggio di Titti e la sua frustrazione dovuta a una vita tutt’altro che semplice.
Un buon film che dimostra che basta guardare le cose da una prospettiva diversa per poter comprendere e riflettere.
Veronica Ranocchi
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