giovedì 26 luglio 2018

SKYCRAPER


Skyscraper
di Rawson Marshall Thurber
con Dwayne Johnson, Neve Campbell
USA, 2018
genere: azione
durata, 102’



Will Sawyer, veterano di guerra e agente dell'FBI, perde una gamba in un'operazione per liberare gli ostaggi. Dieci anni dopo, ha una moglie e due figli che contano su di lui e vivono con lui ai piani alti di un grattacielo avveniristico, costruito a Hong Kong da un miliardario cinese megalomane. Appena il protagonista viene nominato responsabile della sicurezza della struttura, il grattacielo più alto e più sicuro del mondo prende improvvisamente fuoco. Dell'incendio viene accusato a torto Will. Ma lui non ci sta. Considerato fuggitivo dalla polizia cinese, non gli resta che trovare i veri colpevoli, riabilitare la propria reputazione e salvare la sua famiglia, intrappolata all'interno e al di sopra del livello del fuoco.
Sospeso tra film d'azione e film catastrofico, “Skyscraper” riposa sul carisma della sua stella e frequenta senza imbarazzo tutti i cliché dei generi, prendendosi molto sul serio.
Rawson Marshall Thurber assolda Dwayne Johnson per recuperare il piacere un po' vintage di un eroe senza poteri sovrumani, che non ha altro da offrire se non lo spettacolo del suo corpo in azione. All'architettura infernale del grattacielo del titolo, il regista oppone la muscolatura sostenibile di The Rock, 120 chili di muscoli pronti a tendersi al servizio di questa o quella causa. Questa volta è la famiglia dell'eroe l'obiettivo da raggiungere e salvare, sollevando pesi, saltando in corsa da una gru e lanciandosi nel vuoto, suscitando l'incredulità dello spettatore. 


Appeso al 96° piano e usando la sua gamba artificiale come arresto per le porte, il nostro abbatterà i cattivi, in un film che assomiglia a “Trappola di cristallo”, ma che non arriva nemmeno al primo piano dei suoi modelli, quali “L'inferno di cristallo”. Se le stazioni di Bruce Willis contavano sulla messa in scena virtuosa e la filmografia virile di John McTiernan, Johnson è accompagnato nella scalata da Rawson Marshall Thurber, il cui solo fatto d'armi è una commedia demenziale (“Palle al balzo”). 
Con la sua storia di un eroe nelle grinfie di un gruppo di terroristi che prendono il controllo di un edificio impressionante, “Skyscraper” gioca sulla verticalità di un building-mondo che si staglia nel cielo e ha come controcampo ai suoi piedi una folla di gente esaltata dalle acrobazie di un impiegato fuori norma.
Magnificare la Cina ultramoderna e il corpo di Dwayne Johnson, gigante affabile che protegge Chicago da un attacco di mostri giganti (“Rampage - Furia animale”) o impedisce il collasso di un grattacielo in fiamme a Hong Kong coi soli bicipiti, sono le ragioni di un film che incontra le convenzioni del catastrofico e assume l'estetica dell'animazione. Abituato a battere l'apocalisse a braccio di ferro, per Dwayne Johnson neutralizzare terroristi e dominare incendi sono pure formalità, all’interno di un film politicamente corretto e con qualche bell'effetto di prospettiva.
Riccardo Supino

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