mercoledì 13 settembre 2017

LUC BESSON PARLA DI VALERIAN E LA CITTA' DEI MILLE PIANETI

In uscita il 21 settembre nelle nostre sale, "Valerian e la città dei mille pianeti" segna il ritorno di Luc Besson all'immaginario  e alle atmosfere de "Il quinto elemento".  Arrivato in Italia per presentare il suo film ecco cosa ci ha detto nel corso della conferenza stampa.


Sappiamo che le strisce da cui è tratto “Valerian e la città dei mille pianeti” le fu regalato da suo padre quando lei era ancora bambino. Oggi  li legge ancora i fumetti.
Si certo leggo che leggo ancora fumetti. E strano perché sento spesso i giornalisti dire di me che sono infantile. Io mi sento perfettamente adulto perché gestire 2000 persone per 4 anni come ho fatto per questo film e occuparmi di 5 bambini quando torno a casa non mi sembra sia così infantile. Non ho comunque dimenticato il piccolo lui con cui oggi continuo ad avere ottimi rapporti. Un filosofo ha detto che il bambino è il padre dell’uomo  che verrà quindi adesso il piccolo Luc potrebbe essere mio padre.


Quali sono stati i film che l’anno ispirata per questo suo ultimo lavoro.
Quando si inizia a girare un film di fantascienza si deve evitare di vedere altri film del genere. Io ho fatto lavorare 6 artisti per un anno senza dargli una sceneggiatura. Ci siamo chiesti come sarebbe stato il futuro del film e da questa domanda siamo partiti per esplorare creativamente cosa potevamo fare. Abbiamo selezionato sei disegnatori dai 2000 che avevamo scelto abbiamo stabilito che non potevano parlarsi tra loro ma solo con me via skype dato che si trovavano in diverse parti del mondo.  Dopo un anno avevamo circa 6000 disegni alcuni dei quali talmente bizzarri che se li avesse visti qualcun’altra avrebbe chiamato la neuro. Successivamente abbiamo scelto altri 6 disegnatori a cui però abbiamo dato lo script in maniera che disegnassero su una base predefinita. Così siamo arrivati a creare il mondo di Valerian.

Il suo è un film che va controcorrente perché non solo è resistente alla degradazione umana, ma affida un ruolo decisivo alle donne, parla di Dio e ancora fa chiari riferimenti al genocidio degli ebrei.
Domanda complessa. Diciamo innanzitutto che lottare contro la degradazione è normale per me poiché risponde alla mia volontà di potermi guardare allo specchio conservando la mia dignità.
Penso che dalle donne dipende il destino del mondo. L’uomo per difendersi usa i muscoli la donna cuore e cervello che mi sembra un atteggiamento più sano. Che io sappia nessuna donna ha mai  dichiarato guerra a un altro paese per cui penso che dovrebbero essere loro a governare le nazioni.

Ovviamente il vero argomento del film è quello di popoli che nella storia umanità sono stati sterminati in nome della religione e degli interessi politici ed economici. Pensiamo agli indiani americani e e a quelli dell’America latina come pure gli ebrei. Quando parlo ai miei figli di questi fatti e per esempio dello sterminio della Shoah si addormentano perché gli sembra di essere a scuola. Se invece  gli parlo delle stesse cose attraverso i personaggi del mio film si dimostrano curiosi e mi stanno a sentire. Insomma, mi tocca fare film miliardari per parlare ai miei figli della Storia. 


Volevo chiedere se ci sarà una trilogia di Valerian e poi  perché il personaggio di  Cara Delevingne non ha i capelli rossi come nel fumetto
Se ci sarà un seguito non dipende da me ma dal successo che avrà il film. Se potessi scegliere io ne farei anche più di tre.
Sul colore dei capelli è vero che il rosso non le stava bene e poi mi sentivo in difficolta perché temevo che glie li facevo rossi mi avrebbero detto perché assomiglia al personaggio di Milla Jovovich (Leeloo) de “Il quinto elemento”.

Volevo chiederle se il fatto di disporre di una tecnologia che le permette di realizzare ciò che vuole può risultare allo stesso tempo un limite 
La tecnologia se utilizzata bene è libera. L’unico limite che vedo è la mancanza di immaginazione che però io ho in dosi massicce per cui per adesso va tutto bene. Un esempio in negativo sono i film americani degli ultimi 6 anni che sono sempre uguali , con cattivi e buoni fatti in fotocopia. Tutti hanno gli stessi fornitori di calzamaglie (ride).


Quale il debito di Valerian rispetto a un film come Avatar. 
Tutti gli dobbiamo molto non solo io. E’ stato un precursore perché la tecnologa di Valerian l’ha inventata lui per concepire “Avatar”. Mi ha inviato sul set di quel film e ha visto”Valerian” dandomi preziosi consigli. Cosi ha fatto con me e con molti altri.
Di tutte le proiezioni che abbiano fatti in giro per il mondo quella che temevo di più era quella con lui.


Nella parte finale c’è una sorta di parentesi ecologica. Era gia nel fumetto e se si, l’avrebbe voluta approfondire di più di  quello che ha fatto.
Si era gia nel fumetto perché era un tema importante per gli autori già 30 anni fa. In un film bisogna raggiungere un buon equilibrio se si insiste troppo diventa contro producente. Il messaggio più importante e comunque che il popolo dei Perl è sprovvisto di istinti di vendetta. La prima risposta che danno non è quella di vendicarsi ma solo di recuperare la propria terra. Dire che la vendetta non è la risposta giusta è un grande messaggio per i giovani.

Come si è trovato a  lavorare con attori così giovani: non solo  Dane DeHaan, Cara Delevingne ma anche Rihanna.
Si, certo, sono giovani ma sono due ottimi attori e poi avevo voglia di interpreti nuovi per rinnovare un parco di star che sono sempre le stesse. In formula uno ci sono piloti di 17 anni, quindi perché no. I mie figli hanno 6 anni eppure mi aiutano a risolvere problemi con il mio pc che io non saprei risolvere. Tutto procede con maggiore rapidità di prima quindi ben vengano attori giovani come quelli del mio film.


A proposito della sequenza di Rihanna volevo sapere qualcosa di più sulla genesi della scena e poi se l’aveva pensata apposta per lei.
Il personaggio di Bubble esiste nei fumetti dal 75. Per me era un personaggio importante perché per via delle sue trasformazioni. Mi piaceva l’idea che soffrisse del fatto che la sua capacità di trasformarsi la faceva sentire senza una vera identità. Non e nessuno ma suo essere tutti, un po' come succede all’attore che recita il papa e poi torna a casa e si ritrova a buttare la spazzatura. Quando ho pensato a Rihanna il direttore del casting mi ha chiesto quale fosse la mia seconda scelta, come se avesse dei dubbi sul fatto che lei avrebbe accettato. Avete notato che quando Bubble muore lei si trasforma in Cleopatra e dice una frase di Shakespeare? Devo riconoscere che è stato fantastico avere Rihanna che recita Shakespeare in un film di fantascienza. 


All’inizio della sua carriera faceva opere più adulte poi il suo cinema si è convertito a un immaginario fanciullesco, adatto al grandissimo pubblico. Questa trasformazione si spiega con il  desiderio di allargare il suo pubblico o risponde a qualcosa di più personale. 
Il mio desiderio di arrivare a un pubblico maggiore è un pensiero giornalistico. Negli anni settanta ero un giovane animato da uno spirito ribelle in una società borghese e addormentata che avevo voglia di scuotere. Con gli anni la degradazione della società mi ha fatto venire voglia di fare qualcosa di diverso, di esteticamente più bello e divertente. Così spiego la mia evoluzione.
Come si è trovato con Alexandre Desplat. E ancora lei è un ammiratore di Star Wars.
Con Desplat mi sono trovato molto bene. E’ un musicista straordinario, di grossa esperienza e in grado di collaborare con me senza alcun problema. Di solito lavoro con Eric Serra. Sono 35 anni che lo facciamo e ogni tanto abbiamo bisogno di staccarci per poter riperdente la volta successiva con rinnovato piacere. 
Si, sono un grande fan de “Star Wars” di George Lucas. Lui ha rivoluzionato la fantascienza e costituisce un vero e proprio monumento. L’ho incontrato varie volte e sono una grande fan dei primi 10 anni di “Star Wars”.






































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