Steekspel
di Paul Verhoeven
Peter Block, Ricky Coole, Carolien Spoor
Paesi Bassi, 2012
durata, 52'
Uno script iniziale di appena quattro minuti, circa duemila sceneggiature fornite dagli utenti del web ai quali era stato chiesto di completare la storia, e una gran quantità di materiale video inviato allo stesso scopo. Sono questi i numeri dell'ultimo film di Paul Verhoeven, "Steekspel", frutto di una scommessa produttiva a cui il regista ha affidato il suo ritorno al cinema. La trama è presto detta: una festa di compleanno che si trasforma in una giostra (è questo la traduzione del titolo originale) di emozioni e di colpi di scena, innescati dall'entrata in scena di una ragazza, la cui gravidanza potrebbe essere il frutto della relazione tra lei ed il festeggiato, sposato con moglie e figli, a capo di un'impresa in gravi difficoltà economiche. Sono questi gli elementi principali di una storia che parte come "Festen" e procede alla maniera dei "Dieci piccoli indiani", con la differenza che, al posto del delitto, a passare da un personaggio all'altro è il punto di vista sul racconto e, di conseguenza, la possibilità per ognuno di loro di essere (seppur temporaneamente) i protagonisti del film. Il risultato è di una perfezione che in termini di scrittura rivaleggia con due capolavori come "Carnage" e "Una separazione". Verhoeven ci mette del suo armonizzando gli aspetti sperimentali con una spettacolarità non forzata, e conseguente ad una fluidità che appartiene tanto al modo di girare quanto alla spontaneità della recitazione. In appena 57 minuti "Steekspel" si inventa un mondo di desideri e di paura, di erotismo e tradimenti, il cui motto potrebbe essere il famoso detto "Chi la fa l'aspetti!". Un piccolo grande film.
(pubblicata su ondacinema.it)
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