giovedì 30 marzo 2017

LIFE - NON OLTREPASSARE IL LIMITE

Life- non oltrepassare il limite
di Daniel Espinosa
con Rebecca Ferguson, Steven Gyllenhaal e Ryan Reynolds
USA, 2017
genere, fantascienza
durata, 


Senza considerare i vari sequel e prequel di prossima programmazione, basterebbe l’enormità di lungometraggi - originali o apocrifi -    collegati al primo “Alien” diretto da Ridley Scott per capire con quale predisposizione si possa accogliere il nuovo film di Daniel Espinosa, concepito per replicare con qualche piccola variazione il prototipo del 1979. I dubbi sulla necessità di una versione riveduta e corretta del film nasce spontanea non tanto per le convergenza esistente tra i contenuti di “Life - Non oltrepassare il limite” e quelli della pellicola diretta da Scott, quanto per la povertà di soluzioni formali e di espedienti narrativi capaci di poter far dire a chi guarda che i soldi spesi   sono stati ben impiegati. Invece niente: tutto si svolge secondo copione ma anche senza emozioni, con la creatura venuta dalla spazio pronto a fare un sol boccone dei malcapitati di turno, predisposti al massacro con le regole d’ingaggio variate (rispetto alla tradizione) dal fatto che l’equipaggio della Pilgrim si sposta da una parte all’altra dell’astronave senza toccare il pavimento della nave spaziale  ma fluttuando nell’aria per assenza di gravità. 

Ordinato ma privo di sorprese (se si esclude quella finale), ogni cosa in “Life - Non oltrepassare il limite” si mantiene sotto la soglia dell’entusiasmo, a cominciare dal malefico ectoplasma che, un po' per l’ anonimato fisiognomico a cui lo relegano la poca fantasia dei suoi creatori, un po' per l’incapacità di chi dovrebbe dotarlo di mistero e di carisma, non riesce ad assurgere neanche per un attimo a quella purezza aliena che aveva reso mitica la creatura di Ridley Scott. Se non bastasse questo a illuminare lo spettatore su ciò che lo aspetta si potrebbe aggiungere qualcosa sulla resa attoriale, soffermandosi per esempio sull'impalpabilità delle figure femminili (in particolare di quella impersonata da Rebecca Ferguson, molto meglio nei panni della desperate housewife de “La ragazza del treno”), lontane anni luce dalla personalità della bad girl interpretata da Sigourney Weaver ma anche dalle meno famose epigone che nel corso degli anni hanno cercato di prenderne il posto; oppure sulla mancata resa di attori sulla creata dell’onda come Steven Gyllenhaal e Ryan Reynolds, il cui passaggio sullo schermo non lascia traccia nel cuore di chi guarda.  


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