domenica 29 dicembre 2019

PINOCCHIO

Pinocchio
di Matteo Garrone
con Roberto Benigni, Massimo Ceccherini, Rocco Papaleo
Italia, Francia, Gran Bretagna, 2019
genere, avventura, fantastico
durata, 125’


Dopo vari adattamenti, torna sullo schermo “Pinocchio”. Stavolta dietro la macchina da presa c’è Matteo Garrone che firma il suo decimo film.
La storia è ben nota e conosciuta e il regista non fa che raccontarla nella maniera forse più fedele possibile al racconto memorabile di Collodi. Il falegname Geppetto, solo e ormai abbastanza anziano, riesce a fabbricare da un pezzo di legno un burattino che decide di chiamare Pinocchio. Quest’ultimo prende improvvisamente vita diventando una sorta di figlio per il falegname, felice ed entusiasta. Geppetto fa di tutto per lui e desidera solo il meglio per il piccolo che viene mandato a scuola come tutti gli altri bambini. Peccato, però, che Pinocchio non voglia andarci e incappi in tantissimi personaggi, come Mangiafuoco e i suoi burattini, come il Gatto e la Volpe che cercano di raggirarlo e come Lucignolo, compagno di classe svogliato ancor più del protagonista che riesce a condurlo nel paese dei balocchi. A niente servono i consigli del grillo parlante e della fata turchina che cercano di metterlo in guardia.
Matteo Garrone con questo film rimane, come detto, molto fedele alla storia originale, ma, al contempo, perde la magia tipica del Pinocchio che tutti conoscono e amano. Quel pizzico di spensieratezza non trapela praticamente mai dalle situazioni mostrate e le atmosfere (forse fin troppo cupe e un po’ alla “Dogman”) non rendono giustizia alla meravigliosa favola. 



Nonostante la fotografia sia sempre molto precisa e dettagliata, che abbiamo imparato a conoscere grazie al regista romano, il film sembra non decollare. Si percepisce la ricerca e l’attenzione al dettaglio e alla verità, a partire dagli abiti, veramente vissuti dai personaggi fino ai luoghi e agli ambienti, ma non si riesce ad andare oltre dopo la visione. I personaggi, seppur ben costruiti grazie alle descrizioni di Collodi, non riescono a trasmettere emotività e ad entrare in sintonia con il pubblico. Quello che emerge al termine della visione è un prodotto ben fatto, attento, preciso, “veritiero” e basta. A poco valgono anche le interpretazioni dei personaggi, tra i quali spiccano sicuramente quelle di Ceccherini e Papaleo nei ruoli rispettivamente di Volpe e Gatto. Il marchio Garrone, ben percepibile da molti elementi, è indubbiamente sinonimo di prodotti buoni e ben riusciti, ma, in questo caso, purtroppo, si può parlare di tutto tranne che di un film coinvolgente.
Veronica Ranocchi


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