martedì 10 settembre 2019

VENEZIA 76. LA MAFIA NON E' PIU' QUELLA DI UNA VOLTA


La mafia non è più quella di una volta
di Franco Maresco
con Letizia Battaglia, Ciccio Mira
Italia, 2019
genere, documentario
durata, 98


Documentario molto alternativo quello di Franco Maresco sulla mafia, o meglio sull’impatto che essa ha avuto (ed ha ancora oggi) sulle persone, in modo particolare sugli abitanti di Palermo.
La scelta del regista siciliano è stata quella, in un certo senso, di esporsi in prima persona dal momento che, per tutta la durata del documentario, la sua presenza risulta fondamentale per tirare le fila di ciò che viene mostrato e per collegare il tutto. Questo grazie alla sua voice over che, seppur con una cadenza monotona, riesce sia a incuriosire lo spettatore facendolo riflettere, talvolta in maniera ironica e paradossale, sia pungendo nel giusto modo l’intervistato o l’intervistata.
Tutta la documentazione che ci viene mostrata nasce (come il regista stesso spiega) da un recente lavoro fatto con Letizia Battaglia, una nota fotografa ormai ottantenne che, attraverso le sue opere, ha raccontato cosa è stata la mafia. In occasione dei 25 anni dalle stragi di via Capaci e via D’Amelio, il regista decide di raccontare quello che rimane, nella memoria collettiva, di due uomini che tanto hanno lottato per liberare i loro concittadini dai pericoli e dalle violenze.
Per completare, però, il quadro e poter dare una visione a 360 gradi, Maresco decide di utilizzare anche una sorta di contraltare a Letizia Battaglia: Ciccio Mira, un organizzatore di feste paesane che ha una visione opposta a quella della fotografa. Anche se in realtà non lo sa nemmeno lui.
Da loro due inizia l’inchiesta del regista che interroga chiunque gli capiti sotto mano, instillando il dubbio nello spettatore che non sa più cosa è reale e cosa no.
Il personaggio di Ciccio Mira dà vita, per tutta la durata dell’opera, a una serie di situazione al limite del paradossale e quasi del grottesco, sia individualmente sia quando si riferisce al suo protetto, sul quale Maresco tende ad insistere.
Tutto ruota intorno all’organizzazione di una sorta di concerto in memoria di Falcone e Borsellino con Ciccio Mira che ha chiamato a raccolta una serie di cantanti neomelodici che dovranno esibirsi. In realtà il ricordo dei due magistrati sembra essere soltanto un pretesto per una serata dove probabilmente non verranno nemmeno citati.
Geniale la trovata di Maresco di mostrare il personaggio “grottesco” di Mira sempre in bianco e nero e geniale il modo di mostrare una realtà quasi ai limiti dell’assurdo, dove si ride per disperazione pensando che non ci sia mai limite al peggio. E invece…
Veronica Ranocchi

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