C'era un volta… in Hollywood
di Quentin Tarantino
con Leonardo Di Caprio, Brad Pitt, Margot Robbie,
USA, 2019
genere, drammatico, thriller
durata, 161'
Tutto l’amore che Quentin Tarantino nutre per il cinema si può benissimo vedere nel suo più recente lavoro, “Once upon a time… in Hollywood”.
Il film è ispirato, in parte, ai tragici avvenimenti di Cielo Drive dell’agosto 1969 che hanno coinvolto Sharon Tate, allora moglie all’ottavo mese di gravidanza di Roman Polanski, e alcuni amici, barbaramente uccisi da Charles Manson e dai suoi seguaci che irruppero nell’abitazione del regista, fuori per lavoro.
La storia di Tarantino si lega a questo evento, seppur modificandone l’andamento, mettendo in relazione la coppia cinematografica con Rick Dalton, attore protagonista di una popolare serie televisiva, “Bounty Law”, e la sua controfigura, Cliff Booth.
Questi due personaggi sono i veri protagonisti della vicenda. Il primo, reduce dal grande successo della serie, si trova improvvisamente ad avere a che fare con la realtà di un nuovo cinema voluto da Hollywood che lo obbliga ad accettare piccole parti da cattivo da lui non apprezzate; il secondo, invece, allontanato dai set a causa della sua condotta, si ritrova alla costante ricerca di qualcosa. A dare nuovo vigore ed energia a Rick Dalton ci pensano, indirettamente, Sharon Tate e il marito che si trasferiscono nella casa accanto a quella dell’attore. Dopo aver fatto questa importante scoperta, Dalton si augura di poter entrare, un giorno, nella cerchia dei due vicini e poter anche far parte di un film di Polanski.
Purtroppo, però, le cose non vanno inizialmente come previsto e tutti questi personaggi vivranno una serie di avventure e disavventure prima di potersi incontrare in qualche modo.
Un vero e proprio omaggio al cinema è quello che Tarantino fa in questa pellicola densa di riferimenti e citazioni (sia alle sue opere che ad altre opere cinematografiche) tanto da portare lo spettatore a pensare di poter identificare il regista con la Sharon Tata che, al cinema, si gusta il successo del suo film apprezzato dal pubblico presente in sala. Un po’ una strizzata d’occhio ad un cinema passato che, per certi versi, rimpiange, un po’ una strizzata d’occhio ad un cinema presente e futuro che può riportare gli sfarsi della vecchia Hollywood.
Ma si tratta anche di una sorta di omaggio alle persone realmente coinvolte nella strage avvenuta per mano di Manson e dei suoi seguaci. Il giusto riscatto per la Tate, interpretata in maniera impeccabile da una bravissima Margot Robbie che, nonostante non si sempre e costantemente presente, fa sua la scena e fornisce al personaggio la giusta caratterizzazione.
I due protagonisti, invece, sono interpretati uno da Leonardo Di Caprio, ormai una certezza, qualunque sia il ruolo a lui affidatogli e l’altro da un Brad Pitt veramente efficace che rientra a pieno titolo in carreggiata dimostrando di saper gestire anche un personaggio non semplice come quello di Cliff Booth (il primo scritto da Tarantino, dal quale il regista è partito per costruirgli attorno tutta la storia).
Forse, per alcuni, un po’ poco “tarantiniana” come pellicola perché non presenti molte scene pulp, ma sicuramente un grande elogio alla settima arte per la quale il regista non ha mai nascosto il suo amore incondizionato.
Veronica Ranocchi
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