Per Lucio
di Pietro Marcello
Italia, 2021
genere, documentario
durata, 79'
Che si tratti di una condizione fisica o di uno stato dell’anima il cinema di Pietro Marcello da sempre mette in scena uomini, cose e paesaggi rimossi dall’immaginario nostrano e finiti ai margini del discorso contemporaneo.
Fuori quadro per cause naturali come capita a Tommaso Cestrone, l’angelo di Carditello, in Bella e perduta e per l’appunto a Lucio Dalla, colti da morte senza alcun preavviso, quand’anche costretti ad esserlo perché’ refrattari al sistema, e qui non si può fare a meno di ripensare all’Enzo e Mary de La Bocca del Lupo, e l’Arturo de Il passaggio della linea, dei suoi personaggi, Marcello fa il punto d’incontro (o di scontro, nel caso di Martin Eden) tra l’essere e il non essere, tra la vita e la morte, in una ribalta che li pone sempre in dialettica con il proprio periodo e con il paesaggio d’elezione.
Essendo Lucio Dalla nato a Bologna nel 1943, dunque nel pieno del secondo conflitto mondiale, non é un caso che a dare sostanza alle sue parole e alle sue canzoni sia un abbecedario visivo aperto dai volti di giovinezze spezzate dalla guerra e da donne innamorare, pronte ad abbracciare i propri uomini di ritorno dal fronte.
In una progressione di fotogrammi in grado di accogliere una parte significativa di storia italiana, attraversando cesure storiche decisive per il nostro paese, Per Lucio rievoca usi e costumi che riguardano il passaggio dalla civiltà contadina a quella post industriale, la fiducia nel progresso (Nuvolari) e le lotte operaie (Itaca) gli anni di piombo e la strage di Bologna. E con essi la partitura musicale del cantante, pronta a tradurre la Storia in squarci di vita vissuta dal punto di vista di chi di solito non ha voce in capitolo.
Non sfugge all’appassionato la scelta da parte di Marcello di un repertorio sonoro più impegnato e meno ricordato, come pure il fatto che sia questo a rappresentare meglio di altri (e per esempio dei suoi hit più famosi) l’anonimato degli uomini e delle donne presenti nelle tante sequenze che allacciandosi al tessuto più intimo e personale di Dalla fanno dell’arte uno strumento poetico e insieme politico, capace di ridestare nello spettatore la bellezza del territorio italico.
Rendendo attuale (ancora una volta attingendo dai tesori dei nostri archivi cinematografici) ciò che è passato e mettendo in sintonia il cambiamenti artistici del cantautore con quella del paesaggio nostrano, Per Lucio si nutre della stessa irrequietezza presente nei precedenti lavori di Marcello e come quelli di un viaggio intimo e sentimentale attraverso il tempo e lo spazio all’interno del quale è dolce naufragare.
Inserito nella sezione Berlinale Special della 71ª edizione del Festival internazionale del cinema di Berlino, Per Lucio e’ un film con cui far tornare Il pubblico in sala.
Per Lucio è un film documentario presentato da Beppe Caschetto e Rai Cinema, è prodotto da IBC Movie con Rai Cinema in collaborazione con Avventurosa e con il sostegno della Regione Emilia-Romagna. Le vendite internazionali sono a cura di The Match Factory.
Per Lucio: la trama
Per Lucio è un viaggio visivo e sonoro nell’immaginario poetico e irriverente del cantautore bolognese Lucio Dalla. Una narrazione inedita del suo mondo condotta attraverso le parole del suo fidato manager Tobia e del suo amico d’infanzia Stefano Bonaga. Il film unisce biografia e storia, realtà e immaginario, dando vita a un ritratto che attinge dall’infinito bacino dei repertori pubblici e privati, storici e amatoriali. Liriche e musiche dipingono un’Italia sotterranea e sfumata, immergendo lo spettatore in una libera narrazione del Paese attraverso i tragici eventi del periodo e il boom economico. Questa è l’Italia degli ultimi e degli emarginati, questa è l’Italia di Lucio.
Carlo Cerofolini
(pubblicata su taxidrivers.it)
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